Cos’è il potassio e come interagisce con il corpo
Potassio
Il potassio (K⁺) è il principale catione intracellulare, con una concentrazione plasmatica normale compresa tra 3,5 e 5,0 mmol/L. Oltre il 98% si trova all’interno delle cellule, principalmente in muscoli e fegato, mentre solo una piccola quota circola nel compartimento extracellulare.
Tra le sue funzioni biologiche principali:
- Regola l’equilibrio osmotico e il volume cellulare
- Contribuisce alla trasmissione dell’impulso nervoso e alla contrazione muscolare
- Partecipa alla regolazione del ritmo cardiaco e al mantenimento dell’equilibrio acido-base
- Interviene nei processi metabolici cellulari
La concentrazione del potassio è strettamente regolata da ormoni come l’aldosterone e da meccanismi renali. Anche piccole variazioni possono generare effetti clinici rilevanti, motivo per cui il monitoraggio ematochimico e cardiologico è sempre necessario in presenza di sintomi compatibili.
Gli alimenti più ricchi di potassio
Il potassio è abbondantemente disponibile in molti alimenti, in particolare:
- Verdura e ortaggi: spinaci, patate, carciofi, zucca, avocado
- Frutta: banane, kiwi, albicocche, arance
- Frutta secca e semi: mandorle, noci, semi di zucca
- Legumi: fagioli, ceci, lenticchie
- Cereali integrali e prodotti a base di crusca
Anche la carne, il pesce e i latticini contengono buone quantità di potassio. La cottura prolungata o in abbondante acqua può ridurne la concentrazione, per cui si consiglia la cottura al vapore.
Il potassio alimentare ha un’ottima biodisponibilità e, in condizioni fisiologiche, l’organismo è in grado di regolarne l’assorbimento e l’eliminazione.
Fabbisogno giornaliero di potassio
I Livelli di Assunzione di Riferimento (LARN) elaborati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) indicano:
Categoria | Età | Potassio (mg/die) |
Lattanti | 6-12 mesi | 700 |
Bambini | 1-3 anni | 1000 |
4-6 anni | 1100 | |
7-10 anni | 2000 | |
Adolescenti e adulti | ≥11 anni | 3100-3400 |
Gravidanza | — | 3500 |
Allattamento | — | 4000 |
Il fabbisogno può aumentare in condizioni di sudorazione intensa, attività fisica prolungata, terapia diuretica o patologie gastrointestinali con perdite.
Carenza di potassio: come riconoscerla
La carenza di potassio, nota come ipokaliemia, si verifica quando la concentrazione plasmatica di questo minerale scende al di sotto dei 3,5 mmol/L. In molti casi può passare inosservata, ma può dare origine a una serie di sintomi che, se trascurati, possono compromettere seriamente la salute.
I disturbi più comuni associati a bassi livelli di potassio includono:
- Debolezza muscolare, crampi, astenia
- Stipsi e rallentamento della motilità intestinale
- Alterazioni del ritmo cardiaco, come la comparsa di onde U all’ECG
- In casi più gravi, possono manifestarsi paralisi muscolare, ileo paralitico, fino alla rabdomiolisi, ovvero la rottura delle fibre muscolari
Sono particolarmente a rischio le persone che assumono:
- Diuretici (soprattutto quelli non risparmiatori di potassio, come furosemide o tiazidi)
- Lassativi in modo cronico o improprio
- Terapie insuliniche ad alte dosi
- Pazienti con alcalosi metabolica, vomito o diarrea persistenti
Anche alcune condizioni ormonali, come l’iperaldosteronismo, possono contribuire alla perdita di potassio.
In presenza di questi sintomi o condizioni predisponenti, è importante rivolgersi al Medico di Medicina Generale per eseguire gli esami del sangue necessari a valutare i livelli plasmatici e, se necessario, impostare una terapia di reintegrazione.
Quando è necessario integrare il potassio
L’integrazione di potassio può rendersi necessaria in soggetti che:
- Perdono grandi quantità di liquidi e sali attraverso il sudore (es. durante attività sportiva intensa o in caso di colpi di calore)
- Presentano una dieta fortemente ipocalorica o sbilanciata
- Seguono trattamenti farmacologici che favoriscono la perdita dell’elettrolita
Il potassio può essere integrato con alimenti ricchi del minerale oppure, su indicazione medica, con integratori orali o terapie endovenose in ambito ospedaliero. Nei soggetti che svolgono attività fisica regolare, soprattutto in estate, è consigliabile associarne l’integrazione a quella di sodio e magnesio, per favorire una corretta reidratazione cellulare.
Conseguenze correlate ad un eccesso di potassio
L’iperkaliemia è una condizione potenzialmente pericolosa, che si verifica quando la concentrazione di potassio nel sangue supera i 5,0 mmol/L. Nelle fasi iniziali può essere asintomatica, ma nei casi più seri può provocare disturbi neuromuscolari e, soprattutto, alterazioni del ritmo cardiaco, fino ad arrivare all’arresto cardiaco.
I sintomi più comuni includono:
- Formicolii, parestesie, senso di debolezza diffusa
- Bradicardia, aritmie, sensazione di battito irregolare
- In situazioni critiche, collasso cardiovascolare
Tra le principali cause di accumulo di potassio figurano:
- Insufficienza renale, che riduce la capacità di eliminazione
- Uso di farmaci risparmiatori di potassio, come spironolattone, ACE-inibitori e sartani
- Acidosi metabolica o condizioni di lisi cellulare massiva (es. traumi, ustioni, chemioterapia)
- Errori durante il prelievo ematico, come l’emolisi, che può falsare i valori
Anche in questo caso, l’autoprescrizione di integratori è sconsigliata, in particolare nei pazienti con problemi renali o in trattamento con farmaci ad azione sull’equilibrio elettrolitico. La valutazione medica è sempre necessaria per evitare complicanze.
Somministrazione, formulazioni e assistenza infermieristica
Modalità di somministrazione
- Via orale (compresse, sciroppi): indicata in ipokaliemia lieve/moderata. Può causare irritazione gastrica; va assunta dopo i pasti
- Via endovenosa (EV): riservata a ipokaliemie gravi o pazienti con vomito/ileo. Deve essere somministrata lentamente e diluita, preferibilmente con infusore
Formulazioni e indicazioni
Prescrizione e dosaggi
- Orale: 20–40 mEq/die, frazionato in più somministrazioni;
- Endovenoso: 10–20 mEq/h diluiti in soluzione fisiologica o glucosata; max 40 mEq/h solo in terapia intensiva. Mai in bolo.
Interazioni farmacologiche
Farmaci che aumentano il rischio di ipokaliemia
Questi farmaci favoriscono la perdita di potassio attraverso i reni o il tratto gastrointestinale:
- Diuretici non risparmiatori di potassio (es. furosemide, tiazidici): aumentano l’escrezione renale di potassio → rischio di ipokaliemia, crampi, aritmie
- Glucocorticoidi: aumentano la ritenzione di sodio e l’escrezione di potassio
- Beta-agonisti (es. salbutamolo in alte dosi): stimolano l’ingresso cellulare di K⁺ → ipokaliemia transitoria
- Insulina (specie in boli EV): facilita il passaggio di potassio nel compartimento intracellulare
- Lassativi osmotici e stimolanti: possono causare deplezione di potassio per perdite intestinali
Farmaci che aumentano il rischio di iperkaliemia
Inibiscono l’eliminazione renale o causano spostamenti di K⁺ dal compartimento cellulare:
- ACE-inibitori (es. enalapril, ramipril) e sartani (ARB) (es. losartan): riducono l’escrezione renale di potassio attraverso il blocco del sistema RAAS
- Diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, amiloride, triamterene): possono causare accumulo di potassio
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): riducono la filtrazione glomerulare e l’eliminazione del potassio
- Eparina: riduce la produzione di aldosterone → iperkaliemia
- Integratori di potassio (KCl orale o EV): somministrazione eccessiva o inappropriata può indurre iperkaliemia
- Inibitori diretti della renina (es. aliskiren): aumentano il rischio nei pazienti con insufficienza renale o diabete
Farmaci con rischio aumentato di tossicità in caso di squilibrio potassico
- Digitalici (digossina): l’ipokaliemia favorisce la tossicità digitalica, aumentando il rischio di aritmie
- Farmaci antiaritmici (es. amiodarone, sotalolo): la presenza di iper o ipokaliemia può potenziare l’effetto pro-aritmico
- Anestetici e miorilassanti: la presenza di iperkaliemia può aumentare il rischio di blocco neuromuscolare
Buone pratiche infermieristiche
Area di intervento | Dettagli operativi |
Educazione del paziente |
|
Verifica della compatibilità infusionale |
|
Controllo dell’accesso venoso |
|
Monitoraggio clinico (fondamentale in infusione EV) |
|
Segnalazione e documentazione |
|
Scheda clinica dedicata |
|
Segni clinici da riconoscere
Condizione | Segni principali | Azione infermieristica |
Ipopotassiemia |
|
|
Iperkaliemia lieve |
|
|
Iperkaliemia severa |
|
|
Il potassio è un minerale fondamentale per l’omeostasi cellulare e il funzionamento di muscoli, cuore e sistema nervoso. Le sue alterazioni, se non trattate, possono determinare condizioni cliniche pericolose.
Per l’infermiere, il potassio rappresenta un ambito di gestione tecnica, educativa e clinica: dalla corretta diluizione alla somministrazione, dalla valutazione dei parametri vitali alla segnalazione tempestiva di tossicità o carenze, in stretta sinergia con il medico prescrittore. Una conoscenza approfondita delle buone pratiche assistenziali è garanzia di sicurezza per il paziente e qualità della cura.