Potassio

Scritto il 14/08/2025
da Chiara Sideri

Il potassio è un minerale essenziale per l’organismo umano, indispensabile per la trasmissione degli impulsi nervosi, la contrattilità muscolare – inclusa quella cardiaca – e l’equilibrio acido-base. Presente in gran parte all’interno delle cellule, gioca un ruolo chiave nel mantenimento del potenziale di membrana e nel bilancio idro-elettrolitico.
Alterazioni dei livelli di potassio nel sangue, sia in eccesso (iperkaliemia) sia in difetto (ipokaliemia), possono comportare conseguenze gravi, soprattutto a carico dell’apparato cardiovascolare. Per questo motivo, la gestione infermieristica del potassio – sia in termini di sorveglianza clinica che di somministrazione farmacologica – riveste un’importanza strategica nei contesti assistenziali.

Cos’è il potassio e come interagisce con il corpo

potassio

Il potassio (K⁺) è il principale catione intracellulare, con una concentrazione plasmatica normale compresa tra 3,5 e 5,0 mmol/L. Oltre il 98% si trova all’interno delle cellule, principalmente in muscoli e fegato, mentre solo una piccola quota circola nel compartimento extracellulare.


Tra le sue funzioni biologiche principali:

  • Regola l’equilibrio osmotico e il volume cellulare
  • Contribuisce alla trasmissione dell’impulso nervoso e alla contrazione muscolare
  • Partecipa alla regolazione del ritmo cardiaco e al mantenimento dell’equilibrio acido-base
  • Interviene nei processi metabolici cellulari

La concentrazione del potassio è strettamente regolata da ormoni come l’aldosterone e da meccanismi renali. Anche piccole variazioni possono generare effetti clinici rilevanti, motivo per cui il monitoraggio ematochimico e cardiologico è sempre necessario in presenza di sintomi compatibili.

Gli alimenti più ricchi di potassio

Il potassio è abbondantemente disponibile in molti alimenti, in particolare:

  • Verdura e ortaggi: spinaci, patate, carciofi, zucca, avocado
  • Frutta: banane, kiwi, albicocche, arance
  • Frutta secca e semi: mandorle, noci, semi di zucca
  • Legumi: fagioli, ceci, lenticchie
  • Cereali integrali e prodotti a base di crusca

Anche la carne, il pesce e i latticini contengono buone quantità di potassio. La cottura prolungata o in abbondante acqua può ridurne la concentrazione, per cui si consiglia la cottura al vapore.


Il potassio alimentare ha un’ottima biodisponibilità e, in condizioni fisiologiche, l’organismo è in grado di regolarne l’assorbimento e l’eliminazione.

Fabbisogno giornaliero di potassio

I Livelli di Assunzione di Riferimento (LARN) elaborati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) indicano:

CategoriaEtàPotassio (mg/die)
Lattanti6-12 mesi700
Bambini1-3 anni1000
4-6 anni1100
7-10 anni2000
Adolescenti e adulti≥11 anni3100-3400
Gravidanza3500
Allattamento4000

Il fabbisogno può aumentare in condizioni di sudorazione intensa, attività fisica prolungata, terapia diuretica o patologie gastrointestinali con perdite.

Carenza di potassio: come riconoscerla

La carenza di potassio, nota come ipokaliemia, si verifica quando la concentrazione plasmatica di questo minerale scende al di sotto dei 3,5 mmol/L. In molti casi può passare inosservata, ma può dare origine a una serie di sintomi che, se trascurati, possono compromettere seriamente la salute.

I disturbi più comuni associati a bassi livelli di potassio includono:

  • Debolezza muscolare, crampi, astenia
  • Stipsi e rallentamento della motilità intestinale
  • Alterazioni del ritmo cardiaco, come la comparsa di onde U all’ECG
  • In casi più gravi, possono manifestarsi paralisi muscolare, ileo paralitico, fino alla rabdomiolisi, ovvero la rottura delle fibre muscolari

Sono particolarmente a rischio le persone che assumono:

  • Diuretici (soprattutto quelli non risparmiatori di potassio, come furosemide o tiazidi)
  • Lassativi in modo cronico o improprio
  • Terapie insuliniche ad alte dosi
  • Pazienti con alcalosi metabolica, vomito o diarrea persistenti

Anche alcune condizioni ormonali, come l’iperaldosteronismo, possono contribuire alla perdita di potassio.

In presenza di questi sintomi o condizioni predisponenti, è importante rivolgersi al Medico di Medicina Generale per eseguire gli esami del sangue necessari a valutare i livelli plasmatici e, se necessario, impostare una terapia di reintegrazione.

Quando è necessario integrare il potassio

L’integrazione di potassio può rendersi necessaria in soggetti che:

  • Perdono grandi quantità di liquidi e sali attraverso il sudore (es. durante attività sportiva intensa o in caso di colpi di calore)
  • Presentano una dieta fortemente ipocalorica o sbilanciata
  • Seguono trattamenti farmacologici che favoriscono la perdita dell’elettrolita

Il potassio può essere integrato con alimenti ricchi del minerale oppure, su indicazione medica, con integratori orali o terapie endovenose in ambito ospedaliero. Nei soggetti che svolgono attività fisica regolare, soprattutto in estate, è consigliabile associarne l’integrazione a quella di sodio e magnesio, per favorire una corretta reidratazione cellulare.

Conseguenze correlate ad un eccesso di potassio

L’iperkaliemia è una condizione potenzialmente pericolosa, che si verifica quando la concentrazione di potassio nel sangue supera i 5,0 mmol/L. Nelle fasi iniziali può essere asintomatica, ma nei casi più seri può provocare disturbi neuromuscolari e, soprattutto, alterazioni del ritmo cardiaco, fino ad arrivare all’arresto cardiaco.

I sintomi più comuni includono:

  • Formicolii, parestesie, senso di debolezza diffusa
  • Bradicardia, aritmie, sensazione di battito irregolare
  • In situazioni critiche, collasso cardiovascolare

Tra le principali cause di accumulo di potassio figurano:

Anche in questo caso, l’autoprescrizione di integratori è sconsigliata, in particolare nei pazienti con problemi renali o in trattamento con farmaci ad azione sull’equilibrio elettrolitico. La valutazione medica è sempre necessaria per evitare complicanze.


Somministrazione, formulazioni e assistenza infermieristica

Modalità di somministrazione

  • Via orale (compresse, sciroppi): indicata in ipokaliemia lieve/moderata. Può causare irritazione gastrica; va assunta dopo i pasti
  • Via endovenosa (EV): riservata a ipokaliemie gravi o pazienti con vomito/ileo. Deve essere somministrata lentamente e diluita, preferibilmente con infusore

Formulazioni e indicazioni

Prescrizione e dosaggi

  • Orale: 20–40 mEq/die, frazionato in più somministrazioni;
  • Endovenoso: 10–20 mEq/h diluiti in soluzione fisiologica o glucosata; max 40 mEq/h solo in terapia intensiva. Mai in bolo.

Interazioni farmacologiche

Farmaci che aumentano il rischio di ipokaliemia

Questi farmaci favoriscono la perdita di potassio attraverso i reni o il tratto gastrointestinale:

  • Diuretici non risparmiatori di potassio (es. furosemide, tiazidici): aumentano l’escrezione renale di potassio → rischio di ipokaliemia, crampi, aritmie
  • Glucocorticoidi: aumentano la ritenzione di sodio e l’escrezione di potassio
  • Beta-agonisti (es. salbutamolo in alte dosi): stimolano l’ingresso cellulare di K⁺ → ipokaliemia transitoria
  • Insulina (specie in boli EV): facilita il passaggio di potassio nel compartimento intracellulare
  • Lassativi osmotici e stimolanti: possono causare deplezione di potassio per perdite intestinali

Farmaci che aumentano il rischio di iperkaliemia

Inibiscono l’eliminazione renale o causano spostamenti di K⁺ dal compartimento cellulare:

  • ACE-inibitori (es. enalapril, ramipril) e sartani (ARB) (es. losartan): riducono l’escrezione renale di potassio attraverso il blocco del sistema RAAS
  • Diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, amiloride, triamterene): possono causare accumulo di potassio
  • Antinfiammatori non steroidei (FANS): riducono la filtrazione glomerulare e l’eliminazione del potassio
  • Eparina: riduce la produzione di aldosterone → iperkaliemia
  • Integratori di potassio (KCl orale o EV): somministrazione eccessiva o inappropriata può indurre iperkaliemia
  • Inibitori diretti della renina (es. aliskiren): aumentano il rischio nei pazienti con insufficienza renale o diabete

Farmaci con rischio aumentato di tossicità in caso di squilibrio potassico

  • Digitalici (digossina): l’ipokaliemia favorisce la tossicità digitalica, aumentando il rischio di aritmie
  • Farmaci antiaritmici (es. amiodarone, sotalolo): la presenza di iper o ipokaliemia può potenziare l’effetto pro-aritmico
  • Anestetici e miorilassanti: la presenza di iperkaliemia può aumentare il rischio di blocco neuromuscolare

Buone pratiche infermieristiche

Area di interventoDettagli operativi
Educazione del paziente
  • Spiegare la funzione del potassio nell’organismo e l’importanza di seguire correttamente le indicazioni terapeutiche (orale o EV).
  • Informare sui sintomi da riferire tempestivamente.
  • Esempi pratici:
    • “Eviti l’assunzione di integratori di potassio senza prescrizione.”
    • “In caso di debolezza muscolare, palpitazioni o crampi, avvisi immediatamente il personale sanitario.”
Verifica della compatibilità infusionale
  • Il KCl EV è incompatibile con molte sostanze (calcio, bicarbonato, farmaci alcalini).
  • Azioni fondamentali:
    • Consultare sempre le tabelle di compatibilità.
    • Evitare miscele non previste da medico o protocollo aziendale.
    • Utilizzare, ove possibile, una via venosa dedicata.
Controllo dell’accesso venoso
  • Diluire e somministrare lentamente (mai in bolo).
  • Usare pompa infusionale per rispettare la velocità prescritta.
  • Monitorare il sito di infusione per prevenire extravasazioni (necrosi tissutale).
  • Per alte concentrazioni, preferire accesso venoso centrale.
Monitoraggio clinico (fondamentale in infusione EV)
  • PA → rischio di ipotensione in caso di iperkaliemia.
  • FC → attenzione a bradicardia o tachiaritmie.
  • FR → da osservare nei pazienti fragili o in contesto critico.
  • ECG continuo o periodico → rilevazione onde T appuntite, QRS allargato, onde U.
  • Stato di coscienza → può alterarsi nei casi severi.
  • Esami ematochimici seriati → K⁺, Na⁺, creatinina, eGFR, bicarbonato (pre, durante, post terapia).
  • Bilancio idrico → valutare diuresi oraria e segni di ritenzione o disidratazione.
Segnalazione e documentazione
  • Registrare: dose, diluizione, velocità, ora di inizio e fine infusione.
  • Annotare parametri vitali monitorati ed eventuali sintomi.
  • In caso di aritmie, alterazioni ECG, debolezza o dolore in sede di infusione:
    • Interrompere la somministrazione e allertare il medico.
  • Segnalare valori alterati o sintomi tramite sistema di allerta rapida (MEWS o equivalente).
Scheda clinica dedicata
  • Usare moduli specifici per la terapia EV con potassio (dove previsti).
  • La scheda deve includere:
    • Parametri vitali pre e post infusione.
    • Bilancio idrico (input/output).
    • Segnalazione di effetti collaterali o interruzioni.
    • Firma e identificativo dell’infermiere responsabile.

Segni clinici da riconoscere

CondizioneSegni principaliAzione infermieristica
Ipopotassiemia
  • Crampi
  • Ipotonìa
  • Aritmie
  • Monitoraggio ECG
  • Avviso al medico
  • Prelievi di controllo
Iperkaliemia lieve
  • Parestesie
  • Nausea
  • Onde T appuntite
  • Ridurre apporto
  • Sorvegliare ECG
  • Prelievi seriati
Iperkaliemia severa
  • Bradicardia
  • QRS largo
  • Arresto cardiaco
  • Stop infusione
  • Emergenza medica
  • Pronto uso di calcio EV

Il potassio è un minerale fondamentale per l’omeostasi cellulare e il funzionamento di muscoli, cuore e sistema nervoso. Le sue alterazioni, se non trattate, possono determinare condizioni cliniche pericolose.


Per l’infermiere, il potassio rappresenta un ambito di gestione tecnica, educativa e clinica: dalla corretta diluizione alla somministrazione, dalla valutazione dei parametri vitali alla segnalazione tempestiva di tossicità o carenze, in stretta sinergia con il medico prescrittore. Una conoscenza approfondita delle buone pratiche assistenziali è garanzia di sicurezza per il paziente e qualità della cura.