Il lato oscuro della psichiatria tra discriminazione e pregiudizio sociale
Il terrore di divenire vittima di pregiudizio comporta per molti pazienti con patologie mentali lo sforzo di nascondere la condizione e di evitare di chiedere aiuto, nonostante queste persone fragili sappiano perfettamente che tali malattie non sono intrattabili, o che magari chi ne soffre sfocia facilmente in condizioni più gravi in assenza di supporto.
La paura di essere stigmatizzati o etichettati è una delle ragioni principali per cui molte persone che vivono con una malattia mentale non chiedono aiuto. Essi riferiscono che lo stigma è più invalidante della malattia stessa che limita la vita.
Stigma può significare essere esclusi da amici e parenti, essere discriminati da personale sanitario, essere trattati ingiustamente nei luoghi di lavoro. Atteggiamenti negativi verso le persone con disturbi mentali sono prevalenti e diffusi.
Lo stigma non riguarda solo le persone con gravi disturbi mentali, ma anche le persone con disturbi psichiatrici minori. Lo stigma può anche essere rafforzato dai pazienti che possono adottare comportamenti auto-stigmatizzanti.
Diversi ricercatori hanno studiato la conseguenza negativa dello stigma sui pazienti psichiatrici. Lo scopo di questo studio è stato quello di esplorare le conoscenze degli adolescenti per ridurre lo stigma verso le persone con disturbi mentali.
Poco si sa circa i mezzi efficaci per ridurre lo stigma del personale della salute mentale in Italia. La strategia più importante dello studio è stata quella di promuovere la consapevolezza delle persone.
L’ educazione è stata efficace a modificare gli atteggiamenti e a promuovere la conoscenza. In seguito all’intervento educativo la concezione e la visione del malato mentale è cambiata nettamente, gli studenti si sono mostrati attivi e propensi al cambiamento.
Inoltre è emerso da questo studio che un ruolo importante lo hanno anche i media che poco trasmettono sulla malattia mentale, ma che in realtà possono essere efficaci per aumentare la conoscenza, creare atteggiamenti favorevoli e cambiare comportamento. Film, documentari possono essere utilizzati per educare il pubblico in generale sulla salute mentale e sulla malattia.
I risultati dei questionari somministrati prima dell’intervento educativo – questionari semistrutturati ricavati da “Psychiatry on line italia always on line since 1995 – progetto di prevenzione” e da “Progetto prevenzione e salute pubblica della regione Veneto” - hanno evidenziato profonde lacune sull’argomento. In particolare gli studenti hanno riferito di avere scarsa conoscenza in merito alla malattia mentale, al punto da non riuscire a definire in maniera ottimale chi fosse il malato psichiatrico.
Una piccola percentuale aveva effettivamente conoscenze in merito, seppur non ottimali, ma sicuramente di rango maggiore rispetto alla restante parte dei propri coetanei. È emerso inoltre che molti studenti confondevano la malattia mentale con altri tipi di malattie.
I risultati hanno dimostrato che il programma di formazione dal punto di vista della salute pubblica è accettabile e fattibile e potrebbe diminuire la stigmatizzazione della comunità e la discriminazione verso i pazienti con malattie mentali.
Nel complesso, l’intervento anti-stigma ha portato al cambiamento di atteggiamento di tutta la popolazione esaminata, che si è mostrata interessata e attiva durante l’intervento facendo emergere anche alcune problematiche personali. Gli studenti hanno raccontato di amici con disturbi psichici e hanno chiesto aiuto.
Gli studenti e i docenti presenti durante l’incontro di studio, avvalorato da una presentazione in power point, si sono mostrati molto interessati all’argomento trattato, mostrando piena collaborazione e riponendo in me massima fiducia.
Al termine dell'incontro hanno riferito di sentirsi pienamente soddisfatti dell’evento formativo al punto da invitarmi ad approfondire in seguito l’argomento con ulteriori interventi educativi.
Questo studio sottolinea, inoltre, l’importanza del ruolo educazionale dell’infermiere e di tutti coloro che si occupano di salute pubblica, che hanno il compito di informare adeguatamente la persona e la collettività iniziando già in età adolescenziale.
Il cambiamento di atteggiamento e di comportamento è importante quanto il raggiungimento della conoscenza per la fornitura di una migliore salute mentale. Credo con questo studio di aver raggiunto l’obiettivo principe della mia tesi, cioè far conoscere ai giovani la malattia mentale, e invitarli ad approcciarsi alle persone con disturbi psichici senza mostrare mai sdegno.
L’emarginazione e il pregiudizio non guariscono nel modo più assoluto questo tipo di malattie, ma anzi le peggiorano. Era proprio questo l’obiettivo del mio studio: sensibilizzare gli adolescenti per far sì che un domani siano adulti migliori.
Ovviamente c’è bisogno di maggiore informazione. Sarebbe opportuno quindi creare un canale di informazione maggiore rispetto al malato psichiatrico tale da approfondire non solo in termini di conoscenza della malattia, ma anche come queste persone percepiscono sé stesse all'interno di un setting che sia diverso da quello proprio e affinché si ponga fine alla stigmatizzazione nei confronti degli stessi.
Valentina Grieco, Infermiera