Scenari di cura in ambito territoriale: intervista alla dott.ssa Francesca Giuliani
E proprio alla dottoressa Giuliani abbiamo chiesto di fare il punto dell’evento, provando quindi ad immaginare imminenti scenari di cura ed assistenziali in ambito territoriale.
Innanzitutto, quali erano le finalità dell’evento?
Evidenziare potenzialità e soprattutto criticità che, allo stato dell’arte, limitano l’uso della telemedicina nella Regione Piemonte, con l’obiettivo di creare un percorso reale, che permetta la diffusione, seppur graduale, di tale attività che rappresenta anche una scelta strategica nell’ottica dell’ottimizzazione e abbattimento delle liste di attesa.
Scendendo negli aspetti legati alla progettazione del nuovo modello territoriale, qual è la programmazione sanitaria e sociosanitaria in Piemonte?
Per uno sviluppo sistemico dei servizi di telemedicina è necessario definire un catalogo dei bisogni di salute indirizzabili individuando le prestazioni e i percorsi di cura ed avere: un sistema di programmazione-azione, un sistema formativo efficace e trasversale, un sistema di comunicazione, un sistema premiante ecc., facendo attenzione a non tralasciare alcun aspetto.
Quali sono inoltre i macro-obiettivi programmati nel PNRR?
In questo contesto è di fondamentale importanza il PNRR, in quanto è in grado di favorire l’evoluzione omogenea dei servizi riducendo la frammentazione intra-regionale e intra-nazionale, favorendo l’evoluzione dei servizi di telemedicina prendendo in considerazione i principali elementi abilitanti: le persone, i processi, le procedure e gli strumenti.
Supportando la trasformazione dei modelli di cura, in coerenza con il percorso delineato negli ultimi anni, cambiando il modo in cui le prestazioni sanitarie vengono offerte passando da una logica a silos, per specialità, a un approccio multidisciplinare e paziente-centrico alle cure.
Appare dunque necessario passare da un approccio sperimentale ad un approccio sistemico alla telemedicina che: incentiva l’adozione della telemedicina durante tutto il percorso di cura, con particolare attenzione ai casi cronici; assicura che le soluzioni di telemedicina si integrino con l’ecosistema digitale sanitario e in particolare con FSE; misura gli interventi e incentiva quelli migliori perché si estendano (si replichino) nel territorio
A quanto pare avete già condotto alcune esperienze in tal senso, in particolare il programma dell’evento fa riferimento ad un’analisi condotta dall’IRES Piemonte. Ce ne vuole parlare?
Si, ci sono state varie ricognizioni fatte dalla Regione Piemonte per valutare lo stato di attuazione della telemedicina. I principali risultati del Censimento effettuato nel 2020 erano stati di: 173 iniziative e 271 servizi implementati. L’andamento delle prestazioni in TM 2020 vs 2017 faceva constatare che il numero dei progetti rilevati (da 45 a 172) era triplicato. E questi numeri oggi sono in aumento in maniera esponenziale. Sono state rilevate 107.917 prestazioni di telemedicina (nel flusso C) solo nei primi 9 mesi del 2021.
Come si inserisce la telemedicina nell’ecosistema della sanità digitale?
E’ fondamentale l’integrazione della telemedicina nell’ecosistema della sanità regionale con:
- Anagrafiche uniche
- Alimentazione FSE e altri Servizi on Line Sanità
- Alimentazione DWH Sanità
Deve avvenire il superamento delle esperienze-isole e si deve camminare verso un servizio di sistema (raccolta informazioni e dati clinici “al centro”, integrazione e valorizzazione dei dati e fonti informative differenti e Business Analytics e modelli previsionali)
Nel programma vengono poi “raccontate” alcune esperienze di telemedicina (pediatrica, teleconsulto, MaReA, teleriabilitazione e formazione). Cosa è emerso da tali esperienze?
Le esperienze riportate ed affinate nel tempo sono tante e tutte molto interessanti, abbiamo avuto l’“imbarazzo nella scelta” su quale progetto “raccontare”. Ma tutte le Aziende hanno documentato una serie di attività già in essere, importanti e meritorie, tante altre che non sono state neanche riportate ed altre ancora che non sono rendicontate. Ne deriva la consapevolezza di avere una “grande ricchezza attiva” su tutto il territorio regionale piemontese ancor più da valorizzare ed incrementare.