Sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)

Scritto il 17/01/2024
da Monica Vaccaretti

Disordine dello sviluppo neuropsichico, la sindrome da deficit dell'attenzione è un disordine cerebrale neuroevolutivo presente dalla nascita o che si sviluppa entro i 7 anni di età. Si tratta di un problema di salute mentale pediatrica che colpisce il bambino ma che, se non viene riconosciuto durante l'infanzia, persiste nell'adolescente così che le differenze neurologiche continuano nell'età adulta, anche con sintomi comportamentali che compromettono il funzionamento sociale e professionale. I bambini con sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) manifestano evidente difficoltà a mantenere la concentrazione e un'attenzione prolungata con incapacità di portare a termine le attività e di controllare gli impulsi comportamentali e verbali. I comportamenti del bambino sono agitati, oppositivi e provocatori.

Che cos’è la sindrome da iperattività

bambino con adhd

bambini con sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) manifestano evidente difficoltà a mantenere la concentrazione e un'attenzione prolungata.

Nota anche come sindrome da iperattività, l'Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD) è definita una situazione o stato persistente di disattenzione e/o iperattività ed impulsività più frequente e grave di quanto tipicamente si osservi in bambini di pari livello di sviluppo (Diagnostics and Statistic Manual of Mental Disorders, American Psychiatric Association).

L'attenzione è scarsa o breve, la vivacità e l'impulsività sono eccessive e non appropriate all'età del bambino ed interferiscono con le funzionalità o lo sviluppo. Secondo tale definizione, l'iperattività – intesa come attività motoria eccessiva, persistente e continuativa - è un'amplificazione fisica del deficit dell'attenzione e dell'impulsività.

Come si manifesta la sindrome da deficit di attenzione

La sintomatologia tipica consiste in disattenzione, iperattività ed impulsività presenti per almeno sei mesi e che esordiscono prima del settimo anno di vita. Secondo il DSM la diagnosi può essere formulata in presenza di 6 o più dei 9 sintomi di disattenzione oppure in presenza di 6 o più dei 9 sintomi di iperattività/impulsività, individuati dall'osservazione diretta e dalla compilazione di alcuni questionari specifici.

Secondo l'International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità i criteri diagnostici di questo disordine ipercinetico sono individuati in sintomi di iperattività, comportamenti impulsivi e deficit di attenzione.

La sindrome si accompagna generalmente ad altre forme di disagio psichiatrico, come ansia e depressione, disordini comportamentali, difficoltà nell'apprendimento e sviluppo di tic nervosi.

Possono comparire enuresi notturna, disfunzioni sensitive e impaccio motorio. I sintomi sono di entità variabile, da lieve a grave e i livelli possono essere invalidanti.

Se vengono individuati in età adulta, i sintomi assomigliano a quelli di un disturbo dell'umore e dell'ansia con agitazione, sbalzi di umore, impazienza, difficoltà a intrattenere relazioni interpersonali.

Trattamento della sindrome da iperattività

Il trattamento è terapeutico, con una terapia comportamentale psico-dinamica, e farmacologico, con farmaci psicostimolanti che alleviano i sintomi e il disagio. Il trattamento combinato include ambienti strutturati, routine, un piano di intervento scolastico e tecniche genitoriali modificate.

Viene prescritto il metilfenidato, associato con le anfetamine. L'approccio terapeutico ottimale consiste nel valutare se sia più favorevole, al fine dello sviluppo del bambino, un trattamento farmacologico prolungato con stimolanti oppure interventi comportamentali non farmacologici.

Dai dati emerge che il 70-80% dei bambini risponde positivamente ai trattamenti, migliorando la capacità di concentrazione, di resa nell'apprendimento, di rapporto con gli altri bambini e con gli adulti, di controllo dei propri comportamenti impulsivi. Per sviluppare adeguate tecniche di gestione del comportamento è opportuno che il bambino e la sua famiglia siano seguiti nel tempo da uno psichiatra infantile.

In caso di necessità di una terapia farmacologica dopo una diagnosi precisa, è necessario stabilire l'appropriatezza terapeutica del farmaco scelto riducendo al minimo il rischio del trattamento e la comparsa degli effetti collaterali (insonnia, soppressione dell'appetito, cefalee, mal di stomaco, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, depressione, tristezza, ansia).

Se le dosi sono elevate per periodi prolungati, vengono monitorati peso ed altezza del bambino, valutando la sospensione del farmaco, in quanto i farmaci stimolanti possono rallentare la crescita.

Prognosi

La prognosi è buona. La maggioranza dei bambini trattati nell'infanzia mostra un miglioramento. In età più adulta il soggetto diviene consapevole del disturbo, continuando solitamente a trovare beneficio dall'uso di farmaci stimolanti.

Se non trattata, la sindrome aumenta il rischio di abuso di alcol e di sostanze stupefacenti e di suicidio nell'età adulta.