Prevenire il suicidio è un imperativo globale

Scritto il 08/09/2023
da Monica Vaccaretti

Creare speranza attraverso l'azione” è lo slogan della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio 2023 che ricorre il 10 settembre. Il suicidio è la forma estrema di autolesionismo con cui si pone fine deliberatamente alla propria vita. È un atto volontario ed intenzionale ideato per essere letale. Il comportamento suicidario è complesso e comprende non solo il suicidio compiuto, ma anche il tentativo di uccidersi e l'ideazione suicidaria, segnali di un disagio intenso. Il suicidio non avviene mai senza preavviso e cela una profonda sofferenza interiore. Bisogna saper cogliere gesti e parole, mai insignificanti, che lo preannunciano.

Ogni anno oltre 800mila persone nel mondo perdono la vita per suicidio

Il 10 settembre ricorre la Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio promossa dall'Oms.

Ne muore una ogni cento ed una ogni 40 secondi. Si ritiene che siano molte di più quelle che tentano di farlo.

Si stima infatti che per ogni suicidio ci siano probabilmente più di 20 persone che hanno provato, in vari modi, a farlo.

Un precedente tentativo di togliersi la vita è sempre un pericoloso fattore di rischio per riprovarci e riuscirci, alla prossima. È un fenomeno globale diffuso in tutte le regioni del mondo che può colpire chiunque in ogni momento delicato o difficile della vita, senza distinzione di etnia, cultura, reddito ed istruzione.

Non esiste infatti un profilo suicidario. Tutti sono a rischio. Il denominatore comune è la fragilità umana, quando la resilienza non basta più. Quando non si trovano appigli di fronte ad una condizione esistenziale che diventa insostenibile. Quando non si riescono a vedere vie di fuga, anche se ci sono o sono ancora possibili.

Da un rapporto sui suicidi nel mondo “Suicideworldwide in 2019” emerge che a livello globale il suicidio è la quarta causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, dopo gli incidenti stradali, la tubercolosi e la violenza interpersonale.

Muoiono per suicidio più persone di quelle che muoiono per HIV, malaria, cancro al seno, guerre ed omicidi. Il 77% dei casi si verifica nei paesi a basso e medio reddito colpendo maggiormente le donne. I tassi maggiori si registrano in Africa, in Europa e nel sud-est asiatico anche se negli ultimi 20 anni in queste regioni essi risultano diminuiti del 36%.

Nelle Americhe invece i numeri sono aumentati del 17%, negli Stati Uniti il suicidio è la seconda causa di morte. Viene scelto soprattutto dagli uomini, il doppio rispetto alle donne. Dai dati Oms risulta che il tasso di suicidio è più alto tra gli uomini che vivono nei paesi ad alto reddito, essi compiono il gesto estremo solitamente per la perdita del lavoro, per uno stress finanziario o per l'isolamento sociale.

Come sottolineato dal “Mental Health Gap action Program” (2008) spesso il suicidio è legato a qualche forma di disagio o sofferenza mentale, chi è depresso o abusa di sostanze alcoliche è maggiormente incline ad elaborare pensieri suicidari e a uccidersi. Tuttavia, molti suicidi avvengono d'impulso nei momenti di crisi personale, colpendo persone apparentemente in equilibrio.

I principali fattori di rischio sono esperienze di perdita, solitudine, discriminazione, rottura di una relazione, problemi finanziari, dolore, malattia cronica, violenza, abuso, conflitto ed altre emergenze umanitarie.

Ciascuna vita che ci si toglie consapevolmente è una tragedia che non si può ignorare. I suicidi e i tentativi di suicidio rappresentano un drammatico problema sociale e di salute pubblica. I dati sul fenomeno non sono tuttavia esaustivi e i tassi di mortalità sono di scarsa qualità.

Pur essendoci probabilmente una sottodenuncia e quindi una sottostima rispetto ad altre cause di morte nella popolazione generale, il suicidio è una ferita che devasta chi resta, lasciando spesso la famiglia e gli amici senza un senso. Si cercano i perché tra i ricordi di vita, i sensi di colpa dilaniano. La comunità resta attonita, la società si interroga.

Secondo l'Oms prevenire il suicidio non solo può salvare vite umane ma previene il crepacuore che segue per quelli rimasti indietro. Conoscendo i fattori di rischio, il suicidio è prevenibile. Pertanto, aumentare la consapevolezza del fenomeno è una priorità assoluta.

Prevenire il suicidio è un importante intervento sanitario

"Live Life", "Vivi la vita", è un documento di linee guida pubblicate dall'Oms nel 2021 per aiutare i Paesi ad attuare strategie di prevenzione del suicidio con l'obiettivo di ridurne il tasso globale di un terzo entro il 2030.

Attualmente soltanto 38 Paesi in tutto il mondo hanno una strategia nazionale di prevenzione del fenomeno nelle loro agende politiche. È davvero troppo poco. Le quattro strategie proposte in “An Implementation Guide for suicide prevention in Countries” per un approccio multisettoriale di sanità pubblica internazionale sono limitare l'accesso ai mezzi di suicidio (pesticidi, farmaci, armi da fuoco), educare i media alla denuncia responsabile del suicidio, promuovere le abilità di vita socio-emotive negli adolescenti nonché identificare, valutare, gestire e seguire tempestivamente chiunque sia affetto da pensieri e comportamenti suicidari.

Occorre saper riconoscere i segnali di allarme che possono essere indicatori di un pensiero suicida, interagire con la persona in crisi, favorire i fattori protettivi come offrire un senso di appartenenza, promuovere relazioni positive con la famiglia e una rete di supporto amicale, garantire una stabilità economica e la presenza di un supporto sanitario.

Dall'altra parte non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Come sottolinea il ministero della Difesa nel suo vademecum sulla prevenzione del suicidio, esso è un rimedio definitivo ad un problema temporaneo che può essere invece risolto se non si è da soli perché un'altra soluzione è sempre possibile. Bisogna aiutare a vederla.

Il suicidio è purtroppo ancora uno stigma

È un tema delicato, di cui vergognarsi. In molte culture viene considerato un gesto di profonda debolezza, secondo il diritto di molti Stati il comportamento suicidario è illegale. Chi pensa di togliersi la vita non cerca pertanto l'aiuto di cui avrebbe bisogno

La società non ne discute apertamente, è un tabù. Occorre invece arrivare in tempo. Per farlo serve conoscenza, sensibilità, attenzione verso l'altro. Esserci. Il 112 è il numero unico di emergenza europeo.

Nella prevenzione del rischio gli interventi di tipo psicoterapeutico e farmacologico sono fondamentali. Mentre il farmaco può dare sollievo all'inquietudine per recuperare le risorse necessarie ad affrontare le origini del dolore mentale attraverso la psicoterapia, l'operatore sanitario pone attenzione e cura nella relazione promuovendo cambiamenti nella capacità di problem solving, nelle modalità relazionali, nella percezione di sé e nelle convinzioni disfunzionali.

È creando una rete attorno a lui che si può salvare un soggetto suicida

Chi si suicida non vuole morire, vuole soltanto fermare il dolore insopportabile. Ha il pensiero paralizzato, non vede alternative. Ha un animo disperato e la disperazione invade la sua facoltà mentale. Non ragiona lucidamente. Ha perduto la sua immagine, ha incontrato uno specchio in frantumi

Sono alcuni aforismi significativi di scrittori e filosofi. Di fronte a tanta sofferenza, dare speranza è l'unica azione da compiere per far tornare a cogliere la bellezza della propria vita e la bellezza di viverla insieme agli altri.

Così che, come diceva Honoré de Balzac, nessuno osa dire addio a un'abitudine. Molti suicidi si sono fermati alla soglia della morte al ricordo del caffè dove ogni sera vanno a giocare una partita a domino.