Non si può svendere totalmente la professione agli ordini degli infermieri, lasciando che le Regioni e il Ministro della Salute istituiscano l'elenco speciale degli Oss sotto la gestione degli ordini professionali sanitari. Così Loredana Peretto della Federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie Migep e Sorrentino Gennaro di Stati Generali in un comunicato stampa in cui invitano tutti gli Oss a strutturarsi attraverso il raggiungimento di almeno 50mila iscritti al Registro Unico Nazionale, per poter chiedere il riconoscimento in un collegio formato solo da Oss.
Appello Migep-Stati Generali: registro nazionale sia gestito da Oss
Considerando che l'articolo 4 della legge Lorenzin (3/2018) prevede la possibilità di richiedere al Ministero della Salute l'istituzione di un nuovo Ordine nel caso in cui il numero degli iscritti a livello nazionale di una associazione di una professione sanitaria sia superiore a 50mila unità, Stati Generali lancia pertanto un forte appello agli operatori socio sanitari di procedere all'iscrizione al fine di ottenere il riconoscimento di un Collegio o Albo degli Oss presentando un elenco degli iscritti in regola con la quota associativa. Attualmente ne risultano iscritti 10.181.
Richiamiamo tutti gli oss ad unirsi per incidere attivamente sulle proposte di legge coordinate dal Governo in materia di professioni sanitarie
Dalle prime ipotesi del nuovo Ccnl emerge un mancato riconoscimento del ruolo degli oss e dell'area socio-sanitaria – lamentano -. Vi è un mancato riconoscimento come professionista e del lavoro usurante. C'è un mancato riconoscimento per la legge Gelli Bianco sulla responsabilità professionale in quanto il decreto attuativo non ha incluso l'Oss nell'assicurazione professionale. Rileviamo mancati scorrimenti di graduatorie a livello nazionale con consequenziale richiesta di lavoratori dall'estero nonché mancati riconoscimenti nel periodo Covid e di turni massacranti
, specificano.
Purtroppo la categoria soffre non solo per una miope visione della politica ma anche perché attualmente le sfugge l'importanza di strutturarsi in un organo di rappresentanza, qual è Stati Generali. Se l'Oss vuole davvero il cambiamento deve avere la costanza di esserci e partecipare agli Stati Generali per dare voce al proprio profilo
.
Sottolineando che la categoria deve prendere consapevolezza che senza numeri e senza coesione non sarà possibile essere presi in considerazione, ribadiscono la necessità di raggiungere almeno 50mila iscrizioni per raggiungere alcuni obiettivi fondamentali.
Sono molteplici le ragioni per cui gli operatori socio sanitari dovrebbero iscriversi a tale registro, una piattaforma digitale istituita dagli Stati Generali e gestita dalla Federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie Migep dopo la presentazione di una proposta di legge nel 2023.
Per non stare negli elenchi speciali gestiti dall'Ordine degli infermieri. Per far riformare la legge Gelli Bianco poiché il decreto attuativo non ha incluso l'Oss nell'assicurazione professionale. Per incidere in modo forte nella nuova riforma delle professioni sanitarie e socio sanitarie. Per strutturarsi nella riforma complessiva delle professioni prevista dalla legge 3/18 articolo 4. Per incidere numericamente nelle proposte di legge coordinate dal Governo per le nuove definizioni professionali. Per stare ai tavoli tecnici nazionali e regionali su DM 70 e DM 77 per discutere di assunzioni, diritti, contratti e lavoro usurante
, illustrano i rappresentanti di Migep e Stati Generali ricordando che lo scopo del registro è non solo censire i professionisti in schede digitali e superare la frammentazione della categoria sul territorio nazionale, ma anche essere maggiormente rappresentativi dentro le istituzioni così da sedersi ai tavoli ministeriali.
Riteniamo che la professione Oss non possa rimanere fuori da quello che il Governo sta ipotizzando per le nuove definizioni professionali – ribadiscono -. L'oss svolge un ruolo fondamentale nell'assistenza e non può rimanere avvolto in una nebbia di incertezze, con mansioni non chiare e una retribuzione che non riflette l'importanza del proprio lavoro
, si legge ancora nella nota.
Si possono risolvere le anomalie della professione. È un atto giusto e dovuto – concludono -. È giunto il momento di rivolgere l'attenzione a coloro che sono stati e che sono in prima linea nell'assistenza sanitaria, di far crescere questa professione e di essere ricompensati in modo giusto per il lavoro vitale che svolgono ogni giorno
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