Trattamento sindrome da immobilizzazione nell'anziano

Scritto il 11/07/2023
da Redazione

Può capitare, in seguito ad una brutta caduta o ad una patologia ingravescente, che l’anziano sia costretto a letto per lungo tempo. Questa condizione, che può portare ad altre problematiche associate alla permanenza per un periodo continuo nella stessa posizione (sdraiato o seduto), favorisce la sindrome da immobilizzazione. Essa viene definita meglio come complesso disegni e sintomi a carico dei vari apparati che si manifesta quando una persona si trova in un certo tipo di decubito obbligato, per molti giorni di seguito.

Fattori di predisposizione e prevenzione di conseguenze da allettamento

anziano allettato mobilitato da oss

L’infermiere insieme all’Oss può e deve svolgere un ruolo importante per quanto riguarda gli interventi di riabilitazione, in riferimento anche alla mobilizzazione della persona.

Esistono dei fattori di predisposizione a tale situazione nella persona anziana, a seconda anche dell’età, dello stile di vita pregresso, della sua integrazione nell’ambiente circostante. Quest’ultimo aspetto è determinante anche per l’instaurarsi di un possibile decadimento qualora la persona non abbia un background relazionale che lo stimoli e lo supporti.

Abbiamo poi come fattori predisponenti all’immobilizzazione:

  • La riduzione delle riserve funzionali e dei meccanismi di adattamento (comunque fisiologici nel processo d’invecchiamento)
  • La coesistenza di patologie cronico-degenerative
  • Deficit visuo-spaziali e vertigini (dizziness)
  • Ipotensione ortostatica

L’allettamento e l’immobilità, benché possano portare degli effetti benefici sul momento, portano con sé a lungo andare delle conseguenze negative per la salute già precaria dell’anziano (così come per tutti se ci trovassimo a riposo per lungo periodo).

Naturalmente tra tutte queste conseguenze possiamo trovare anche ripercussioni a livello psicologico, per cui sarebbe importante stimolare la persona a non perdere interesse per ciò che avviene intorno a sé (leggendo ad esempio dei giornali o delle riviste, facendogli vedere un po' di televisione, ecc.).

Riabilitazione dell’anziano con sindrome da immobilizzazione

Momento fondamentale del trattamento della sindrome da immobilizzazione è la terapia riabilitativa che ha come scopo il ripristino delle varie funzioni e la prevenzione dell’aggravamento della disabilità.

Gli elementi principali della riabilitazione del paziente anziano sono, dunque:

  • L’attenta valutazione delle capacità funzionali e residue attraverso anche l’uso di scale di valutazione. L’adattamento di queste all’ambiente circostante e viceversa (attraverso, ad esempio, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’utilizzo di ausili)
  • Il perseguimento di obiettivi realistici e non utopici. Come il controllo del dolore, del Range of motion e delle catene cinetiche ove possibile
  • La prevenzione di disabilità secondarie e di complicanze legate all’immobilizzazione

La riabilitazione deve intervenire sul soggetto prendendosi cura a 360° della sua individualità: si occuperà dell’area psicofisica, sociale, ambientale e funzionale che lo riguarda. La riabilitazione si può poi definire specifica, quando va ad occuparsi in particolar modo del soggetto anziano colpito da malattia che porta la disabilità al fine di recuperarlo al maggiore grado di autonomia possibile.

Essa comprende le forme di riabilitazione intensiva o sub-intensiva post acuzie (attuata perlopiù in ambienti ospedalieri nei reparti di riabilitazione, in lungodegenza o in istituti riabilitativi).

La riabilitazione specifica, quindi, è rivolta all’anziano che vede ridursi notevolmente la propria capacità fisica, in conseguenza di un’immobilità indotta da uno stato di malattia. Quest’ultima gli condiziona la vita al punto di rendergli difficoltoso lo svolgimento delle abituali attività di vita quotidiana e non di rado può portare quindi a ripercussioni negative anche sullo stato psico-cognitivo.

Vi sono, inoltre, forme di riabilitazione estensiva e di mantenimento come prosecuzione di programmi intensivi e viene attuata generalmente direttamente nelle strutture residenziali o a domicilio.

Parte di questo tipo di riabilitazione sono:

  • La fisioterapia: comprende esercizi di potenziamento muscolare, esercizi propiocettivi, di coordinazione, di deambulazione (con ausilio, con aiuto e in autonomia), massoterapia, cinesiterapia attiva, cinesiterapia attiva assistita e cinesiterapia passiva
  • La terapia strumentale con ultrasuoni, magnetoterapia, idroterapia, TENS (fisioterapia elettromagnetica), termo e fototerapia; viene utilizzata di solito a scopo antalgico, antinfiammatorio e miorilassante
  • La terapia occupazionale, finalizzata ad incrementare le capacità del paziente ad eseguire le attività di base e strumentali della sua vita quotidiana. La T.O. stimola l’utilizzo delle capacità residue anche attraverso l’uso di ausili come ad es. quelli per la prensione, per mangiare e per cucinare; calzature apposite, sostegni e sponde, corrimani, per coadiuvare il movimento; sedili rialzati per la minzione/defecazione, sedili per la doccia, ecc.
  • Una valutazione continua dei progressi e la prevenzione delle complicanze (mediche, iatrogene e psicologiche) all’interno del programma riabilitativo è molto importante per quanto riguarda gli anziani con sindrome da immobilizzazione. È infatti necessaria una stretta collaborazione tra gli operatori impegnati in questo trattamento. Il programma riabilitativo, collocato all’interno del progetto riabilitativo definisce le aree di intervento, obiettivi, le tipologie di operatori, i tempi e le modalità di erogazione oltre quindi alla verifica degli interventi

Fortunatamente, ad oggi la riabilitazione è divenuta una parte fondamentale del processo di cura e possiamo dire che non c’è cura senza la riabilitazione. Essa è un processo di apprendimento che ha l’obiettivo di restituire al soggetto una funzione o un’abilità di cui era stato privato.

Queste funzioni devono essere quelle necessarie all’individuo per muoversi all’interno dell’ambiente in cui egli è già inserito come può essere la casa, il lavoro, la scuola ecc. in modo che il soggetto realizzi se stesso nel quotidiano superando gli ostacoli che incontra. Possiamo quindi affermare che delle performance specifiche, attraverso l’esecuzione di attività supportate da idonee motivazioni, influenzano il relativo sviluppo in campo rieducativo.

  • Articolo a cura di Irene Ferrucci | Studentessa OSS