Sempre più sanitari lasciano il posto fisso

Scritto il 12/08/2022
da Redazione Roma

In Lombardia una Oss di 44 anni, assunta nel 2019 all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, ha rassegnato le proprie dimissioni senza avere alcuna alternativa di lavoro. Il motivo: una condizione professionale fisica e psicologica divenuta insostenibile. Stress, ansia, disturbi del sonno sono in aumento tra i sanitari, come dimostrano altre situazioni anche al centro e al sud dell’Italia.

I costanti straordinari sono causa di ansia e stress per i sanitari

Sono in aumento lo stress, l’ansia, i disturbi del sonno per i sanitari che, in piena estate, si trovano costretti a turni costanti di straordinario, nonché (spesso) a dover affrontare una gestione problematica delle aree Covid. Eloquente la vicenda di un’operatrice socio sanitaria della Lombardia che, per ottenere il posto fisso in ospedale, aveva tentato concorso su concorsi – in questo senso, il fenomeno sull’esodo degli infermieri verso il nord è ben raccontato nel docu-film Il Posto –, e scalato le graduatorie della sanità pubblica fino ad essere assunta nel 2019 presso l’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco.

Una storia, quella di Stefania, Oss di 44 anni, che Il Giorno racconta poiché – pochi giorni fa – l’operatrice si è dimessa, rinunciando alla sua missione (era il mio spirito di vita), alla certezza di un impiego pubblico e di una paga puntuale, senza aver neppure cercato prima una valida alternativa. La dipendente, oramai ex, ha lasciato il posto perché la condizione lavorativa fisica e psicologica l’aveva portata a una vera e propria crisi di nervi.

Questa Oss è solamente una dei 194 dipendenti dell’Asst di Lecco che nel primo semestre del 2022 si sono licenziati ad un ritmo di uno e mezzo al giorno feriale, in una sorta di esodo di massa che ha interessato oltre il 5% di tutti i lavoratori della sanità pubblica provinciale. Complessivamente nel 2021 sono stati 321. E mentre alcuni di loro hanno raggiunto la pensione, altri hanno approfittato di offerte per posti migliori dal punto di vista economico e delle opportunità di crescita, anche all’estero.

Sanitari a rischio di ansia e depressione: la situazione, va da sé, non è certo preoccupante soltanto in Lombardia. Basti pensare a quanto sta avvenendo in Toscana, dove – in rimando alla difficile situazione in Versilia – i sindacati lamentano di pensionamenti non sostituiti, assenze lunghe e quant’altro, che si sommano alle tante precedenti uscite non coperte. A tutto ciò si è aggiunto l’ulteriore aggravio del Covid. Lo stress del personale per carenza di organico ed eccessivi carichi di lavoro si somma a quanto affrontato con grande senso di responsabilità nella fase emergenziale pandemica.

Dalla Toscana alla Sicilia, dove la Cisl Fp di Catania tratteggia numerose criticità all’interno dell’ospedale di Caltagirone. Le condizioni critiche per i lavoratori si ripercuotono sull’utenza incrementando il nervosismo e le frizioni – afferma il segretario generale di Cisl Fp Catania, Danilo Sottile – tutti i sanitari sono a rischio di subire aggressioni. E ancora, Sottile fa presente che il personale infermieristico di Caltagirone è provato dalle condizioni stressanti del lavoro. Come accade in altri presidi, gli infermieri si trovano a dover affrontare turni prolungati, doppi turni e una grande mole di straordinari, che in questo periodo aumentano ancora di più per la turnazione delle ferie o per altre cause come le giuste malattie.

E ancora, il segretario generale di Cisl Catania denuncia talune problematiche nel trattamento dei pazienti Covid-19: Secondo le segnalazioni raccolte – dichiara – i pazienti positivi spesso rimangono in carico al Pronto soccorso per settimane, praticamente fino a che non si negativizzano. E ancora, in Sardegna, dove gli Oss che lavorano al “Brotzu”di Cagliari, il più grande ospedale della regione, non ne possono più tra la metà dei reparti chiusi per assenza di personale, che è insufficiente, i troppi pazienti da gestire, gli stipendi inadeguati. Siamo sottopagati e stressati. Nessuno ci rispetta, è il loro grido di aiuto.