Cause di ipermenorrea
Le cause dell’ipermenorrea sono molteplici a seconda che questa condizione si verifichi in maniera isolata o come sintomo di altre patologie. La diagnosi deve tenere presente la possibilità di cause organiche o funzionali come miomi uterini, polipi endometriali, adenomiosi, tumori endometriali, cisti ovariche funzionali, alterazioni emocoagulatorie e alterazioni ormonali.
Spesso non è evidenziabile alcuna causa: è possibile che si verifichi una diminuzione nella secrezione di prostaglandine (del tipo PGF, vasocostrittrici) e un aumento di prostaciclina (vasodilatante), con conseguente alterazione della capacità dell’utero di frenare la fuoriuscita del sangue (emostasi) al momento del distacco dello strato funzionale della mucosa.
Conseguenze legate all’ipermenorrea
La conseguenza immediata che deriva dalle perdite abbondanti nel tempo, legate all'ipermenorrea, è identificabile nell'anemia sideropenica: la carenza di ferro nel sangue è una condizione che affligge molte donne che soffrono di ipermenorrea. Tuttavia, tale condizione è risolvibile reintegrando il ferro (seguendo precise prescrizioni mediche) o nei casi più gravi mediante trasfusione di emazie.
Cura per l’ipermenorrea
La cura è strettamente legata alla causa scatenante; è spesso opportuno, però, intervenire contro il sintomo rappresentato dall’ipermenorrea, in modo da ridurre le perdite di sangue e il pericolo di un’anemia.
Si possono somministrare, secondo i casi, farmaci che aumentano il tono della muscolatura uterina oppure farmaci coagulanti o trattamenti ormonali.
Si rende necessaria un’accurata valutazione specialistica. In questo caso lo specialista di riferimento è il ginecologo, che tramite l’ausilio di anamnesi, esami di laboratorio e strumentali formula la corretta diagnosi alla base del disturbo.