Nuove frontiere dell’assistenza ostetrica: il percorso a basso rischio
In quest’ottica è stata inserita una nuova modalità di assistenza, in cui la figura dell’ostetrica/o riveste un ruolo chiave quando la gravidanza si presenta completamente fisiologica.
In tutta la letteratura internazionale, infatti, l’ostetrica è la professionista maggiormente presente nel percorso nascita, rendendo possibile una continuità assistenziale che parte dalle prime fasi della gravidanza per arrivare al puerperio.
Il NICE (Antenatal care for uncomplicated pregnancies), inoltre, all’interno delle ultime linee guida recita: le gravidanze a basso rischio dovrebbero essere prese in carico dall’ostetrica perché il coinvolgimento routinario dei medici specialisti in ostetricia non migliora gli esiti perinatali
. A tal scopo in Italia è garantita la possibilità di scelta informata del luogo del parto per tutte le donne le quali presentino una gravidanza fisiologica. Le condizioni che esulano dalla fisiologia verranno invece monitorate e seguite nei normali presidi ospedalieri.
Al fine di garantire la piena espressione su tutto il territorio nazionale è stato istituito un Comitato Percorso Nascita nazionale che coadiuva e supporta le regioni nella costruzione della nuova rete dei PN e nel 2017 sono state definite le Linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche alle gravidanze a basso rischio ostetrico (BRO). Grazie a questo documento molte regioni stanno implementando il percorso ostetrico BRO.
Secondo le linee guida, alle normali unità di ostetricia e ginecologia presenti a livello ospedaliero si debbono affiancare altre due modalità nelle quali viene data alle ostetriche altrettanta piena autonomia di assistenza a gravidanze BRO: i cosiddetti centri nascita “freestanding”, cioè esterni ai presidi sanitari e gli “alongside”, ossia aree collocate nello stesso edificio ospedaliero o comunque adiacenti all’ospedale.
La realtà degli “alongside” è molto presente nel sistema anglosassone, laddove i Birth Centre diventano uno dei luoghi principali dove assistere alla nascita, in Italia purtroppo ne esistono ancora pochissimi e si preferisce maggiormente la creazione di modelli di assistenza BRO all’interno delle realtà ospedaliere. Ad oggi infatti il 99,7 % delle donne italiane si reca in unità di ostetricia nei presidi pubblici o privati accreditati, tuttavia l’offerta dei percorsi assistenziali BRO è molto limitata ed è presente soprattutto nelle aree del centro-nord.
In Italia sono al momento operative in ambito intraospedaliero solo tre Aree funzionali BRO in cui le gravidanze a basso rischio sono gestite in autonomia dalle ostetriche: presso l’Ospedale S. Martino di Genova, l’Ospedale S. Anna di Torino, l’Ospedale Careggi di Firenze (casa di maternità Margherita)
Decisamente più presente su tutto il territorio italiano (almeno 40 PN) è l’esperienza di modelli di Gestione autonoma BRO in cui, pur non essendo disponibili aree funzionali BRO, sono state attivate modalità assistenziali condivise tra ginecologi e ostetriche, che permettono alle partorienti di scegliere l’assistenza esclusiva da parte delle ostetriche.