Il rischio di tromboembolismo venoso nella donna gravida è molto alto
Il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) nella donna gravida è di 4-5 fino a 10 volte superiore rispetto al di fuori della gravidanza e può determinare un aumento oltre della mortalità anche della morbilità acuta e cronica associata alla sindrome post-trombotica e successivamente sequele che vanno dall’edema alle ulcere cutanee fino alla ricorrenza di TEV.
Il rischio TEV è associato alla gravidanza in donne con età > 35 anni, giustificato anche dalla contemporanea presenza di altri fattori di rischio tra le quali l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, l’obesità e il maggior ricorso al taglio cesareo.
A questi si aggiungono le patologie della gravidanza legate alla placenta, come la preeclampsia, il distacco di placenta e l’aborto.
I fattori di rischio possono essere divisi in tre categorie: preconcezionali, ostetrici e transitori (questi ultimi durante l’attuale gravidanza o parto). Ad ognuno dei fattori è stato assegnato un punteggio.
*Trombofilia alto rischio: Deficit AT III, Sindrome da anticorpi anti-fospolipidi, difetti combinati, difetti omozigoti anche senza episodi tromboembolici, deficit Proteina C e S
**Trombofilia basso rischio: mutazione del gene protrombina, mutazione fattore V Leiden in eterozigosi
Fattori di rischio ostetricoParto Vaginale= 0; Taglio cesareo elettivo= 1;
Taglio cesareo urgente= 2
In base allo score si possono valutare tre classi di rischio nel periodo pre-parto e post-partum: