Strategia di prevenzione infezione neonatale da streptococco B
Gli streptococchisono microrganismi aerobi Gram-positivi che causano molti disturbi i quali sintomi variano a seconda dell'organo colpito.
In base al loro aspetto dopo coltura sono stati classificati in tre diversi ceppi, ma in seguito ri-classificati in base alla presenza di carboidrati nella parete cellulare e suddivisi nei gruppi di Lancefield.
Gruppi di Lancefield | Specie | Emolisi |
A | Streptococcus pyogenes | Beta |
B | Streptococco agalactiae | Beta |
C e G | Streptococcus equi Streptococcus canis | Beta |
D | Streptococcousgallolyticus Enterococchi: Enterococcus faecalis, Enterococcusfaecium Non enterococchi: Streptococcus bovis, Streptococcus equinus | A o Gamma |
La maggior parte dei ceppi è sensibile alla penicillina. Lo streptococco β-emolitico di gruppo B (Streptococcus agalactiae, GBS) è normalmente presente nella mucosa genitale e nel tratto basso intestinale, è asintomatico e molto comune. È innocuo e la terapia risulta superflua e inefficace, poiché l’infezione trattata ritornerebbe dopo qualche mese.
La gravida portatrice di streptococco β-emolitico di gruppo B (Streptococcus agalactiae, GBS) corre il rischio, seppur basso, che il neonato venga colonizzato al momento del parto. Questo nella quasi totalità dei casi non genera malattia, tranne in alcune circostanze nelle quali può essere causa di infezioni con gravi complicazioni, potenzialmente anche mortali. Lo GBS deve essere diagnosticato tramite un test di screening, poiché è la causa dell’80% delle sepsi neonatali e perciò diventa importante la strategia di prevenzione e la terapia.
La strategia di prevenzione ha ridotto il rischio di infezione neonatale precoce fino al 70%. Le linee guida CDC (The Centers for Disease Control and Prevention), riprese da quelle italiane contenenti le indicazioni per la gravidanza fisiologica, raccomandano:
- L’esecuzione come test di screening di un prelievo effettuato tramite un tampone al 1/3 inferiore della vagina e al retto, con unico prelievo da eseguire tra la 35a-37a settimana di gestazione
- La valutazione dei fattori di rischio clinico ed anamnestico:
- parto pretermine (< 37° settimana)
- febbre intrapartum (38°C)
- prolungata rottura delle membrane (PROM) (>18 ore)
- precedente figlio con infezione neonatale invasiva da GBS
- batteriuria (presenza di batteri superiore alla norma nell’urine) da GBS durante la gravidanza in corso
Antibiotico intrapartum per prevenzione infezione neonatale precoce
La terapia consiste nella somministrazione alla mamma dell’antibiotico intrapartum (IAP) in tutti i casi in cui sono presenti i fattori di rischio clinico ed anamnestico:
- Precedente figlio con infezione neonatale invasiva da GBS
- Batteriuria da GBS durante la gravidanza in corso
- Screening batteriologico positivo in 35a-37a settimana di gestazione durante la gravidanza in corso
- Referto positivo per GBS eseguito in regime di ricovero
In assenza di screening batteriologico, la IAP è indicata in almeno una di queste circostanze:
- Parto pretermine (< 37° settimana)
- Febbre intrapartum (38°C)
- Prolungata rottura delle membrane (PROM) (>18 ore)
La IAP non è indicata nelle seguenti condizioni:
- Colonizzazione da GBS in precedenti gravidanze
- Batteriuria da GBS in precedenti gravidanze
- Screening batteriologico (vaginale e rettale) negativo in 35a-37a SG in corso, nonostante la presenza di fattori di rischio
- Parto cesareo di elezione effettuato a membrane intatte, nonostante una colonizzazione da GBS e dell’epoca di gestazione
- Nelle donne senza fattori di rischio, in travaglio di parto, in assenza di screening batteriologico, si preferisce non effettuare IAP in accordo con CDC (Centers for Disease Control and Prevention – organizzazione statunitense per lo studio e la prevenzione delle malattie infettive), perché l’impiego indiscriminato induce il fenomeno dell’antibioticoresistenza
Cosa prevede la IAP per la prevenzione dell’infezione neonatale precoce
La IAP per la prevenzione dell’infezione neonatale precoce prevede:
- Nelle pazienti non allergiche alla penicillina si somministra: Penicillina G, 5 milioni Unità endovena (ev), seguiti da 2,5-3 milioni Unità ev ogni quattro ore fino al parto
oppure
Ampicillina, 2 gr ev, seguiti da 1 grammo ev ogni quattro ore fino al parto - Nelle pazienti allergiche alla penicillina, ma senza storia di anafilassi, agioedema, distress respiratorio, urticaria seguenti alla somministrazione di penicillina o una cefalosporina si somministra: Cefazolina, 2 gr ev, seguiti da 1 gr ev ogni otto ore fino al parto
- Nelle pazienti allergiche alla penicillina, con una storia di anafilassi, agioedema, distress respiratorio, urticaria seguenti alla somministrazione di penicillina o una cefalosporina si somministra: Clindamicina, 900 mg ev ogni otto ore fino al parto
oppure (in caso di resistenza ai macrolidi)
Vancomicina 1 gr ev ogni dodici ore fino al parto