Pretermine e neonati prematuri, conseguenze sulla salute

Scritto il 17/11/2023
da Corradino Ignelzi

In Europa si stima che ogni anno il 5-10% (6,9% in Italia) dei nati vivi siano prematuri, cioè nati prima che la gravidanza sia giunta a termine e questo ha pesanti ripercussioni sulle famiglie e sull’economia dell’assistenza sanitaria. Il 17 novembre si celebra la Giornata mondiale della prematurità (World Prematurity Day), riconosciuta dal Parlamento Europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), istituita nel 2008 per richiamare l’attenzione sul tema.

Neonati prematuri, in Italia sono 32.000 l'anno

Si definisce neonato prematuro quello nato prima del completamento della 37esima settimana di gravidanza - prima del 259° giorno – cosa che impedisce a molti organi ed apparati di raggiungere la maturità fisiologica e tutte le competenze atte ad affrontare l’ambiente extra-uterino.

I neonati prematuri sono ulteriormente classificati secondo l’età gestazionale e il peso:

DefinizioneEtà gestazionale
(settimane e giorni)
Peso corporeo
(grammi)
Estremamente basso pretermine
(Very Low Preterm)
22 sett + 0 gg - 27 sett + 6 gg< 1.000 gr
Basso pretermine (Low Preterm)28 sett + 0 gg - 31 sett + 6 gg1.000 – 1.499 gr
Pretermine moderato (Moderate Preterm)32 sett + 0 gg - 33 sett + 6 gg1.500 -2.499 gr
Pretermine Tardivo (Late Preterm)34 sett + 0 gg - 36 sett + 6 ggIndifferente

Questa classificazione permette di fare una prima considerazione della gravità delle possibili malattie della prematurità tenendo sempre presente che ogni caso è a sé stante.

Nell’ultimo decennio gli studi si sono concentrati sulla prevenzione del parto pretermine e il primo passo consiste nell’individuazione dei fattori di rischio in modo tale da poter intervenire tempestivamente dove è possibile.

Oltre ad un precedente parto prematuro, fattori di rischio possono riguardare:

  • Lo stato di salute della donna prima della gravidanza: diabete, cardiopatie, ipertensione, obesità; età inferiore a 16 anni o superiore a 35 anni; attività fisica eccessiva; svolgimento di lavori pesanti; abuso di alcool e sostanze stupefacenti; fumo; fattori socio economici che causano stress
  • La gravidanza in atto: gravidanza multipla (eventualità che si verifica soprattutto in caso di fecondazione assistita, con l'impianto di più embrioni), la presenza di malformazioni dell’utero, le patologie del liquido amniotico (oligoidramnios o polidramnios), le infezioni vaginali o delle vie urinarie non adeguatamente trattate e la rottura prematura delle membrane
  • Il feto: sofferenza fetale cronica, il ritardo di accrescimento e la presenza di malformazioni

In assenza di fattori di rischio le cause che possono sviluppare la minaccia di parto pretermine possono essere la comparsa di contrazioni uterine che si manifestano con dolori lombari o sovrapubici sempre più frequenti e che, se non trattate, possono portare al parto, anche se a volte risultano inarrestabili; la rottura prematura delle membrane che aumenta in maniera significativa il parto nel breve termine; in alcuni casi può verificarsi un accorciamento del collo dell’utero che aumenta il rischio di parto e per questo è consigliato uno screening della lunghezza del collo dell’utero a metà gravidanza. In questi casi è da evitare il riposo a letto, come erroneamente si praticava.

Prevenire il parto pretermine

Gli obiettivi della prevenzione si attuano su 3 livelli:

  1. Primaria: diretta a tutte le donne soprattutto nel periodo pregravidico
  2. Secondaria: contenere gli effetti causati dalla malattia, dall’individuare e curare la causa della minaccia di parto preterire alla quotidiana assistenza dei neonati nelle terapie intensive neonatali
  3. Terziaria: per migliorare gli esiti dei neonati prematuri

Così facendo si cerca con la prevenzione di riconoscere le cause più frequenti di rischio di prematurità in modo da avviare un piano assistenziale di prevenzione secondaria per contenere gli effetti indesiderati.

Rischi legati alla prematurità

In base al grado di prematurità varia l’entità dei problemi. I nati sotto le 32 settimane possono avere spesso delle difficoltà respiratorie - curabili con la somministrazione di surfatante che facilita l’espansione alveolare - e hanno un alto grado di rischio di infezione data l’immaturità del loro sistema immunitario.

Quelli più a rischio sono i nati sotto le 28 settimane potenzialmente affetti da problemi cardiocircolatori, difficoltà respiratorie e inoltre hanno un aumentato rischio di contrarre la retinopatia della prematurità e danni neurologici di varie entità.

Se alla prematurità è associato un peso inferiore di quello previsto (ritardo di crescita intrauterino) si possono prevedere ulteriori problemi che possono riguardare il metabolismo del glucosio e del calcio, basso numero di piastrine o di globuli bianchi e sono esposti ad un maggior rischio di sviluppare ipertensione, diabete mellito e obesità nella vita adulta.