Come è nato a Rimini il primo reparto a conduzione infermieristica

Scritto il 28/09/2016
da Francesco Pagnini

L’Ospedale di Rimini e l’Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna hanno ridisegnato la storia dell’Infermieristica Italiana inaugurando nel 2012 il nuovo reparto Post-Acuti. Si tratta di uno dei primi esempi di Unità Operativa a totale conduzione infermieristica

Passare dalla cura al prendersi cura. Un paradigma che in Emilia Romagna, e in particolare a Rimini, è ormai storia. Come testimoniato da un esempio concreto molto rappresentativo di questo paradigma: il reparto di post-acuti dell’Ospedale “Infermi” (di Rimini appunto), uno dei primi a gestione infermieristica.

La scelta di prendersi cura del paziente

L’inaugurazione del nuovo post-acuti di Rimini nel 2012

Nel 1999 diventa direttore generale dell’allora A.USL di Rimini il dottor Tiziano Carradori (ora direttore dell’Azienda Ospedaliera di Ferrara). Innovatore per natura, Carradori vuol mettere in pratica nel concreto il concetto di integrazione professionale tanto decantato nei manuali, ma anche nei testi di legge sanitari. E apre un dialogo con le rappresentanze sindacali, in particolare degli infermieri, intuendo che nel futuro la componente assistenziale della cura (e quindi principalmente la professione infermieristica) saranno quelle con maggiori margini di sviluppo.

Contestualmente anche il quadro normativo muta in maniera significativa

Il Profilo Professionale dell’Infermiere (link ad articolo su Profilo Professionale) rappresenta una pietra miliare nel processo di professionalizzazione dell’attività infermieristica, poiché è il primo a riconoscere all’infermiere la responsabilità dell’assistenza generale infermieristica. La Legge 251 del 2000 (link alla normativa) provvede poi alla “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione di ostetrica”. In particolare l’articolo 3 contempla la formazione di linee guida per “l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni”.

La strada per la gestione e dirigenza infermieristica è aperta

Nel 2002 viene aperto, in un’apposita palazzina, fuori dal corpo di fabbrica dell’Ospedale, che già ospitava l’Hospice, il reparto di post acuti a direzione infermieristica. I medici vi si recano in consulenza, ma la responsabilità sul paziente è in carico alle figure assistenziali.

Il percorso continua anche con la nomina a direttore generale dell’A.USL di Rimini del dottor Marcello Tonini, nel 2004. È nel corso del suo mandato (che si conclude a fine 2013 con l’unificazione delle Ausl di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna nell’Ausl della Romagna) che il reparto viene integrato, anche strutturalmente, all’interno dell’Ospedale. Elemento importante anche dal punto di vista funzionale e “simbolico”.

Il Post Acuti “dentro” l’ospedale, vicino alle medicine e agli altri reparti, facilita le consulenze e l’integrazione professionale. Non solo: può essere considerato un passo, sebbene iniziale, verso quel modello di ospedale organizzato per intensità di cura, ora più che mai all’avanguardia e in pieno sviluppo. Si è svolta il 6 luglio 2012 l’inaugurazione, con rappresentanti regionali e autorità locali.

Quel giorno il professor Angelo Corvetta, allora direttore del Dipartimento di Medicina dell’Ausl di Rimini, evidenziò con chiarezza, quasi con enfasi, quanto il ruolo dell’infermiere sia fondamentale in un reparto come quello che si andava ad inaugurare. “Se devo essere sincero – chiosò – tutto il mio iniziale scetticismo nei confronti di questa realtà ed esperienza, nel corso del tempo è scomparso”.

Nel 2012, tra l’altro, il reparto a gestione infermieristica compiva 10 anni, come ricordato, sempre in quel 6 luglio, dalla dottoressa Antonietta Santullo, Direttore Tecnico Infermieristico dell’Ausl di Rimini, che a sua volta centrò il proprio intervento sul ruolo dell’infermiere e sull’importanza dell’integrazione professionale.

Il reparto conta 23 posti letto e anche la realizzazione strutturale ha teso a privilegiare l’aspetto assistenziale, oltre a quello clinico.