Mansioni improprie e confini professionali violati
Contestati i nuovi "Piani di Lavoro Infermieristici" documenti ufficiali dell'AOU che assegnano attività improprie agli infermieri.
Non si tratta di una semplice anomalia organizzativa, ma di un colpo inferto alla dignità di chi esercita una professione sanitaria regolata da legge e contratto collettivo
, spiega il referente provinciale Nursing Up, Claudio Villani.
I compiti attribuiti, infatti, comprenderebbero anche mansioni tipiche dell’operatore socio sanitario, come l’igiene del paziente, la vestizione pre-operatoria, il trasporto interno, la pulizia dei letti o lo svuotamento delle padelle. Una commistione di funzioni che, se occasionalmente comprensibile in un contesto di collaborazione interprofessionale, diventa problematica quando si consolida come prassi.
Turni sovraccarichi e ruolo svilito
A sostegno della denuncia, il Nursing Up riporta anche le testimonianze raccolte tra gli infermieri in servizio, che per timore di ritorsioni preferiscono restare anonimi. In un solo turno accompagno i pazienti in radiologia, imbocco chi non è autonomo, pulisco i letti, preparo terapie antibiotiche, stampo etichette per i prelievi, compilo la documentazione. Quando mi ricordo, provo anche a fare l’infermiere
.
Un racconto che fotografa il sovraccarico operativo ma anche la frustrazione legata alla perdita di centralità clinica. Secondo quanto riferisce il sindacato, le attività richieste si spingerebbero oltre i limiti fisiologici del ruolo, andando a compromettere la qualità dell’assistenza e creando, al contempo, potenziali situazioni di rischio.
Se alcune di queste attività rientrano nella normale collaborazione tra operatori, altre, se svolte in modo sistematico, rappresentano un chiaro caso di demansionamento. Lo ha ribadito anche la Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 12139 del 2025
. Secondo Villani, è inaccettabile che l’infermiere venga percepito come una figura disponibile a supplire in qualsiasi ambito operativo.
Il messaggio che passa è pericoloso: l’infermiere può fare tutto, può tappare qualsiasi falla organizzativa. Ma non è così. L’infermiere è un professionista sanitario con competenze specifiche, non un esecutore a disposizione
.
La conseguenza, afferma, è un sistema più fragile. Il personale è stanco, demotivato, logorato. L’assistenza diventa frettolosa, le competenze si disperdono, aumentano i rischi medico-legali. Il risultato è un danno, prima ancora che sindacale, clinico e organizzativo. L’unica soluzione possibile è il ritiro immediato dei protocolli contestati
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