Incontinenza urinaria: classificazione e trattamenti aggiornati secondo le ultime evidenze
Scritto il 23/06/2025
da Roberto Marzella
L’incontinenza, nella sua accezione più ampia, rappresenta una condizione clinica complessa, caratterizzata da numerose implicazioni non solo sanitarie ma anche psicologiche e sociali, con un impatto significativo sulla qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti. Tale scenario evidenzia la necessità imprescindibile di un approccio preventivo costante e strutturato, che coinvolga non solo l’infermiere, prima figura di riferimento assistenziale, ma l’intero team multidisciplinare, impegnato a garantire una gestione integrata e continuativa della problematica.
Definizione e classificazione
La presa in carico precoce del paziente maschile, soprattutto nel post-operatorio oncologico, consente di contenere l’impatto invalidante dell’incontinenza.
Per incontinenza si intende l'incapacità di controllare volontariamente l’emissione di urina, feci o gas, o l’impossibilità di trattenere tali funzioni fino al raggiungimento di un luogo idoneo all’evacuazione.
Sebbene il fenomeno possa interessare simultaneamente più sfere (urinaria e fecale), il presente approfondimento focalizza l’attenzione sul contesto uro-ginecologico.
Secondo la definizione congiunta della International Continence Society (ICS) e della International Urogynecological Association (IUGA), l’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina che costituisce un problema sociale e igienico.
Tale definizione comprende diverse forme cliniche:
Incontinenza urinaria da stress: perdita involontaria di urina in risposta a sforzi fisici (sollevamento pesi, tosse, starnuti).
Incontinenza da urgenza: perdita associata a uno stimolo minzionale improvviso e impellente.
Incontinenza mista: combinazione delle due condizioni precedenti.
Enuresi notturna: perdita involontaria durante il sonno (fisiologica nei bambini fino ai 5-6 anni).
Incontinenza funzionale: frequente nei soggetti con decadimento cognitivo grave (demenza, sindromi da allettamento).
Incontinenza continua: perdita costante di urina, spesso secondaria a ostruzioni urinarie o disfunzioni metaboliche.
Secondo le indicazioni della Società Italiana di Urologia (SIU), la gestione dell’incontinenza urinaria prevede un approccio terapeutico progressivo, privilegiando inizialmente i trattamenti conservativi.
Categoria
Trattamenti
Trattamenti non chirurgici (prima linea)
Modifiche comportamentali e dello stile di vita
Training vescicale con diario minzionale
Riabilitazione del pavimento pelvico
Biofeedback con sensori vaginali, rettali o perineali
Terapia farmacologica
Antimuscarinici per ridurre l’iperattività detrusoriale
Diuretici dell’ansa o desmopressina per la nicturia
Trattamenti chirurgici
Sling uretrale o fascia autologa
Colposospensione di Burch
Infiltrazioni intravescicali di tossina botulinica
Focus di approfondimento: l’incontinenza urinaria maschile
Vi sono degli aspetti aspetti distintivi nella gestione dell'incontinenza urinaria maschile quali:
Maggior frequenza di incontinenza da sforzo post-prostatectomia
Ruolo centrale degli esercizi sfinterici nel post-operatorio
Utilizzo di dispositivi come sfinteri artificiali e bulking agents
Importanza della neuromodulazione nei quadri misti o neurogeni
La presa in carico precoce del paziente maschile, soprattutto nel post-operatorio oncologico, consente di contenere l’impatto invalidante dell’incontinenza e di migliorare sensibilmente la qualità di vita.