La vulnologia di prossimità nel Servizio Sanitario Penitenziario: un approccio di assistenza integrata

Scritto il 24/07/2025
da Alessio Fracchiolla, Marco Marchelli

Il contesto penitenziario rappresenta una realtà unica per l'erogazione delle cure sanitarie. Il passaggio della sanità penitenziaria dalla gestione del Ministero della Giustizia a quella del Ministero della Salute, sancito dal DPCM del 1° aprile 2008, ha rivoluzionato l’approccio assistenziale nei confronti della popolazione detenuta, equiparandone i diritti a quelli della popolazione libera e garantendo l’accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) con esenzione F01.

Il contesto penitenziario e l’assistenza sanitaria

carceri liguria

Questo cambiamento epocale pone l’attenzione sulla salute della popolazione ristretta, in quanto transitando le funzioni di garante della salute vengono messe in campo tutte le specificità relative agli interventi assistenziali previsti dalle strutture sanitarie esterne.

Di fatto, entrare in un mondo praticamente sconosciuto come può essere un carcere non è stato facile. Il primo step da superare è stato il farsi accettare, creando un rapporto di fiducia con l’Amministrazione Penitenziaria e le Direzioni degli Istituti di Pena.

Nel corso del tempo (17 anni), questa fiducia si è trasformata in collaborazione. Da ospiti indesiderati siamo diventati parte integrante della vita in carcere, fornendo un’assistenza eccellente con la “Mission” di curare la persona al di là del fatto che sia un detenuto/a e indipendentemente dal fatto che abbia commesso un reato.

Evoluzione del Servizio Sanitario Penitenziario

L’entrata del Servizio Sanitario Nazionale negli Istituti di Pena ha richiesto un lungo processo di integrazione con l’Amministrazione Penitenziaria. Inizialmente ostacolato da diffidenze legate a ragioni di sicurezza, il rapporto tra le istituzioni si è gradualmente trasformato in una collaborazione sinergica, al fine di bilanciare il diritto alla salute e la necessità di sicurezza.

La Vulnologia in Carcere: Origine e Struttura del Servizio

Nell'ambito del servizio sanitario penitenziario, la gestione delle lesioni croniche ed acute rappresenta una sfida clinica significativa, in particolare per le persone private della libertà personale, le quali spesso presentano condizioni sanitarie complesse e preesistenti. Questo articolo vuole spiegare come l'applicazione delle cure fondamentali possa ottimizzare la qualità dell'assistenza per i pazienti con lesioni croniche ed acute nel contesto penitenziario. L'obiettivo è identificare fattori che influenzano la guarigione e la gestione delle lesioni, migliorando l'outcome clinico e l'efficacia del servizio di prossimità.

Nelle more della continua evoluzione e implementazione dell’offerta assistenziale all’interno delle Case Circondariali, grazie al supporto del Dirigente Sanitario delle due strutture Penitenziarie della Asl3 di Genova, Dott. Marco Salvi, che ha ulteriormente incrementato la collaborazione tra la Asl e le Direzioni degli Istituti e con l’aiuto del Dirigente della S.C. Professioni Sanitarie, Dott. Carmelo Gagliano, nel 2021, la Vulnologia è stata inserita formalmente nell’Istituto Penitenziario di Marassi e, successivamente, in quello di Pontedecimo.

Questo servizio specialistico si è rivelato particolarmente strategico durante il periodo pandemico, contribuendo a evitare l’uscita dei detenuti per prestazioni sanitarie, grazie alla gestione interna delle lesioni complesse.

Ambulatorio dedicato alla gestione delle lesioni difficili

Per questo motivo è stato istituito un ambulatorio dedicato alla gestione delle lesioni difficili, garantendo tempestività, continuità e prossimità nella presa in carico. La sfida più ardua, per gli operatori coinvolti, è stata di riuscire ad entrare in empatia con il paziente/detenuto, instaurando un rapporto di fiducia, attraverso un approccio compassionevole che ha determinato la totale compliance alle cure.

Un ringraziamento particolare va alle Infermiere della Vulnologia di Prossimità Anna Baxa e Giorgia Piana che seguono con passione quotidiana questi pazienti.

La gestione delle lesioni croniche e acute: analisi dei dati

La complessità del contesto carcerario influisce prevedibilmente in modo significativo sui tempi di guarigione, con una gestione delle lesioni più lenta rispetto ai pazienti in contesti ospedalieri o domiciliari. Anche se le variabili demografiche sembrano avere un impatto limitato, l'ambiente, le condizioni di salute preesistenti dei pazienti e le risorse disponibili nel contesto penitenziario giocano un ruolo cruciale.

Tra il 2021 e il 2024, sono state eseguite 1006 valutazioni cliniche e abbiamo osservato che con l’impiego di medicazioni avanzate e l’analisi delle variabili cliniche (tipo di lesione, comorbilità, dati anagrafici) si è avuta una riduzione significativa dei tempi di medicazione e di guarigione, con un miglioramento dell’outcome clinico.

Prospettive Future: Telemedicina e Continuità Assistenziale

Il prossimo obiettivo del servizio è l’estensione del modello assistenziale attraverso telemedicina e teleconsulto, al fine di:

  • Garantire continuità assistenziale ad altri Istituti su scala nazionale
  • Evitare trasferimenti dei detenuti per motivi sanitari
  • Ridurre il rischio di strumentalizzazione dello stato di salute per fini giuridici (es. incompatibilità alla detenzione)

L’obiettivo è mantenere standard assistenziali elevati, analoghi a quelli garantiti nel territorio genovese, attraverso l’uso delle migliori pratiche e terapie avanzate.

Considerazioni Finali

Il carcere è un mondo a parte, fuori da ogni immaginario comune. È un contesto altamente formativo, ricco di sfide sanitarie. Genera legami umani profondi e inattesi. Può trasformarsi in una vera e propria famiglia professionale. Il carcere è un luogo “bello”... finché si può scegliere di uscirne.