Sicurezza, in arrivo bracciali elettronici e pulsanti anti-aggressione
In Umbria la carenza di infermieri è evidente: secondo l'Opi di Perugia servirebbero mille professionisti in più.
Servono mille infermieri in Umbria, subito. E almeno tremila nei prossimi anni. La carenza di infermieri è destinata a diventare una delle principali questioni al centro del nuovo piano sociosanitario regionale, in vista dell’annunciato potenziamento della sanità del territorio.
Se ne è parlato al Barton Park di Perugia, in occasione delle iniziative per la Giornata internazionale dell’Infermiere.
Il problema non riguarda solo l’Umbria, dove operano attualmente circa settemila infermieri. Ma è esteso su tutto il territorio nazionale: In Italia si prevede una richiesta di circa 65 mila infermieri, di cui circa 27 mila nel Centro Italia. In Umbria siamo a mille
sono le stime fatte da Nicola Volpi, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Perugia.
Per correre ai ripari, è stato già bandito in regione un concorso per 124 profili, di cui è capofila l’ospedale di Perugia
ha proseguito Volpi chiarendo che le politiche su assunzioni e dotazione dei fondi dipendono dai livelli centrali
e ribadendo che la mancanza di infermieri è un tema nazionale
Le risorse che devono arrivare da Roma sono dunque ingenti, considerato che un infermiere costa mediamente tra i 50 e i 60.000 euro all'anno, contributi compresi. Non solo, se si guarda in una prospettiva a medio termine, la cifra potrebbe triplicare.
Nel 2024 in Umbria 207 attacchi al personale sanitario
Il collega è stato colpito mentre prestava soccorso a un uomo ferito a seguito di un incidente stradale
. Il paziente, in evidente stato di alterazione da sostanze alcoliche, una volta salito sull’ambulanza è andato in escandescenza scagliandosi contro l’operatore sanitario, provocandogli la caduta degli occhiali da vista e la lussazione di un dito della mano.
Nonostante la violenza subita, l’infermiere ha portato a termine il soccorso con grande professionalità
, ha aggiunto Volpi, precisando che si tratta di un episodio, non isolato, ma che si inserisce in un quadro allarmante
.
Infatti nel 2024, in Umbria, sono stati registrati 207 casi di aggressione ai danni di operatori sanitari, con un incremento del 37% rispetto all’anno precedente. Tra le categorie più colpite, quella degli infermieri, che rappresentano il 58% delle vittime
, ha precisato il presidente Opi Perugia.
Nuovo codice deontologico, punto di svolta
della professione
Focus infine anche sul nuovo codice deontologico delle professioni infermieristiche, entrato in vigore lo scorso marzo, che segna un punto di svolta perché riconosce pienamente l’infermiere come professionista autonomo, responsabile e promotore di innovazione
, ha spiegato il portavoce Opi.
I lavori per la stesura del nuovo documento hanno coinvolto gli ordini professionali e hanno affrontato tematiche emergenti che spaziano dalle modalità di comunicazione digitale all’accompagnamento nel fine vita.
Tra i punti discussi infine vi sono il corretto utilizzo dei social media da parte degli operatori sanitari, il rispetto della privacy e della dignità del paziente, e l’approccio etico alle scelte cliniche complesse.