CAA in terapia intensiva: l’innovazione tecnologica dei sensori IMU

Scritto il 06/05/2025
da Silvia Fabbri

In terapia intensiva, ogni gesto, ogni parola mancata, ogni bisogno non espresso può diventare un ostacolo nella strada della cura. Quando il paziente è tracheostomizzato, ventilato meccanicamente o in condizioni cliniche che impediscono la comunicazione verbale, il silenzio non è solo una difficoltà operativa, ma anche un dramma umano. La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) offre risposte fondamentali, ma per essere efficace in un contesto così complesso deve superare le barriere della debolezza motoria, della coscienza alterata e delle limitazioni ambientali. È in questo scenario che la tecnologia si rivela alleata, aprendo nuove possibilità attraverso soluzioni innovative come i sensori IMU.

Il peso del silenzio in terapia intensiva

infermiera e paziente dico 1000

La comunicazione è un bisogno primario, essenziale quanto l'ossigeno o i farmaci somministrati. Nei pazienti in terapia intensiva l'impossibilità di esprimere dolore, disagio, paure o richieste basilari crea un carico emotivo enorme.

Non potersi raccontare, non riuscire a chiedere aiuto o anche solo a confermare di aver compreso un'informazione clinica, accresce ansia e senso di isolamento per il paziente e frustrazione per l'operatore sanitario.

Questa barriera comunicativa può causare gravi ripercussioni nei pazienti, come:

  • Maggiori livelli di ansia e depressione post-ICU
  • Incremento del rischio di ICU delirium
  • Aumento del carico di lavoro e stress per l'operatore sanitario
  • Aumento del rischio di errori assistenziali
  • Prolungamento della degenza e peggioramento degli esiti clinici

Tradizionali strategie di comunicazione alternativa risultano spesso inefficaci, specialmente in pazienti molto debilitati o con compromissione della motricità oculare. Serve una tecnologia capace di cogliere anche i segnali meno evidenti che il paziente può dare.

Questi segnali possono essere anche dei semplici movimenti che il paziente è in grado di eseguire volontariamente. I movimenti possono essere rilevati e utilizzati per la comunicazione. È qui che entra in gioco la tecnologia dei sensori di movimento IMU.