Violenza inaccettabilee
nel Pronto soccorso situazione grave e pericolosa. Nel capoluogo abruzzese, l’operatore sanitario era intervenuto per calmare l’aggressore, un uomo senza fissa dimora, che stava importunando altri pazienti in attesa: preso lui di mira, ha riportato gravi lesioni. Anche nella città veneta i sanitari sono dovuti intervenire per sedare una vera e propria rissa tra chi aspettava il proprio turno di visita.
Due aggressioni in un giorno, nei PS di Pescara e Verona esplode la violenza
Il 3 aprile 2025 si sono verificati due episodi di violenza nei pronto soccorso di due città diverse: Verona e Pescara.
Infermiere preso a calci e pugni nella sala d’attesa del Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Pescara: l’operatore sanitario era intervenuto perché l’aggressore, in evidente stato alterato, stava lanciando una sedia a rotelle contro altri pazienti.
Botte a colpi di stampelle nella sala d’aspetto dell’ospedale Borgo Trento a Verona, dove si è scatenata una rissa tra pazienti. Anche qui sono dovuti intervenire medici e infermieri per dividerli. Per fortuna, nessuno dei sanitari ha riportato traumi.
I due gravi episodi sono avvenuti il 3 aprile, in due ospedali a centinaia di chilometri di distanza. Entrambe le vicende evidenziano un problema serio e diffuso di sicurezza per chi lavora nei PS.
Nursind: A Pescara violenza inaccettabile, l’inasprimento delle pene non basta
Ferma condanna alle aggressioni dal Nursind: Si tratta di episodi inaccettabili che mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori e compromettono la qualità dell’assistenza
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Il sindacato sottolinea come il numero crescente di aggressioni contribuisca alla fuga del personale ospedaliero: Sempre più professionisti preferiscono la libera professione o la medicina di base
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Il fenomeno aggrava ulteriormente una situazione già complessa, con aumento di stress lavorativo, infortuni e patologie professionali
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Il recente decreto sulle pene più severe è un passo avanti – riconosce Nursind – ma non è ancora percepito come deterrente
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Uil Fpl: A Verona serve un piano di sicurezza reale, non soluzioni di facciata
Stefano Gottardi, segretario provinciale della Uil Fpl Verona, condanna la situazione al PS di Borgo Trento: Un paradosso inaccettabile. A intervenire per sedare risse sono medici e infermieri, non la sicurezza
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Serve un piano vero per la sicurezza, non soluzioni tampone. Di notte la polizia non c’è, e le guardie armate spesso non sono formate per gestire situazioni critiche
, aggiunge.
La Uil Fpl lancia un allarme: La situazione resta grave e pericolosa. Il personale è stanco e non può farsi carico anche dell’ordine pubblico
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