Sicurezza sanitaria, una priorità europea

Scritto il 02/01/2025
da Monica Vaccaretti

In Europa servono migliori politiche di sicurezza, inclusa quella sanitaria, per proteggerla dalle crescenti minacce regionali e globali. È quanto si ribadisce in un editoriale pubblicato su The Lancet in cui si esprime forte preoccupazione per lo scenario che si prospetta per il 2025 a causa di un'Europa sempre più vulnerabile di fronte alla guerra in corso in Ucraina, all'instabilità senza precedenti in Medio Oriente, alla nuova imprevedibile amministrazione statunitense e alle molteplici minacce irrisolte per la salute.

La sicurezza sanitaria europea ha bisogno di un rilancio nel 2025

Perché la sicurezza sanitaria è una priorità così importante e urgente per l'Europa? Come ha chiarito la Commissione Salute globale 2050 di Lancet, la probabilità di una pandemia con una magnitudo di oltre 25 milioni di morti in 25 anni è del 48%

La sicurezza sanitaria, inclusa la preparazione alla pandemia, è una priorità di sicurezza più importante ed urgente che l'Europa deve affrontare.

Gli esperti avvertono che la probabilità di una pandemia con una magnitudo di oltre 25 milioni di morti in 25 anni è del 48%, come emerge dall'ultimo rapporto della Commissione Salute globale 2050 di Lancet.

Nonostante questa cifra sia spaventosa e la possibilità di un'altra emergenza sanitaria sia molto concreta e vicina, l'allarme non è stato ancora colto dai governi nazionali europei e dai leader dell'Unione Europea. In Italia non si sa più nulla, ad esempio, del Piano Pandemico che avrebbe dovuto essere aggiornato.

La situazione risulta ancora più preoccupante se si considera che l'Europa, a livello istituzionale, è attualmente nel caos soprattutto nei due Paesi che hanno a lungo costituito il fondamento dell'unità e della leadership europea.

Il governo francese è crollato dopo un voto di sfiducia e il presidente Emmanuel Macron, dopo la nomina il 13 dicembre del quarto Primo Ministro in un anno, ha perso gran parte della sua autorità morale e politica, non soltanto in Francia.

Lo scorso 16 dicembre anche Scholz è stato sfiduciato in Germania, dove si prevedono nuove elezioni il prossimo febbraio. Gli analisti evidenziano che, senza un Regno Unito che prenda di nuovo parte all'UE e senza altri Paesi che siano in grado di farsi avanti per assumere questo ruolo, esiste un allarmante vuoto politico in un momento storico in cui c'è bisogno invece di stabilità politica e solidarietà.

Le minaccce per la salute sono pressanti

L'ultima, che riguarda il virus non identificato nella Repubblica Democratica del Congo che si presenta come una malattia respiratoria simile all'influenza, ha suscitato l'interesse del Comitato per la sicurezza sanitaria (HSC) dell'Ue ma non è chiaro a chi competa la gestionedel rischio.

La leadership sanitaria in Europa è infatti frammentata in più agenzie e dipartimenti scarsamente coordinati: Oms/Europa per l'Europa allargata, il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dell'UE e l'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), un servizio interno della Commissione europea.

Sebbene questi tre organismi abbiano ricevuto un mandato esteso per attuare una risposta alla pandemia di Covid-19 ed abbiano agito allora in maniera coordinata, risultano ora entità che operano in un panorama alquanto confuso.

Distintamente le tre agenzie stanno ottenendo ottimi risultati su vari fronti: l'Oms/Europa ha pubblicato relazioni e schede informative sull'obesità infantile, il controllo del tabacco e la spesa sanitaria che ha raggunto livelli catastrofici mentre l'Ecdc, nell'annuale report “One Health Zoonoses”, ha sollevato preoccupazioni sull'aumento delle malattie zoonotiche, soprattutto sui rischi continui di listeriosi. Tuttavia la sfida sta nel mondo in cui queste tre organizzazioni, che risultano eccellenti singolarmente, lavorano insieme.

Per rafforzare la preparazione alle crisi e coordinare le politiche sanitarie in Europa, l'Oms suggerisce di attuare il programma EU4Health che, avviato in risposta alla pandemia di Covid-19, mira ora a sottolineare l'importanza della resilienza collettiva e della risposta ai rischi sanitari transfrontalieri.

Lo scopo sarebbe quello di creare un'Unione sanitaria europea, i cui obiettivi entro il 2027 includono il rafforzamento delle difese contro i rischi sanitari transfrontalieri e l'attuazione di iniziative come il piano europeo per combattere il cancro, la strategia farmaceutica per l'Europa e il progresso della salute digitale.

Sebbene queste strategie siano un passo importante per mantenere la salute e la sicurezza sanitaria nell'agenda politica, gli esperti ritengono che una vera Unione sanitaria europea avrebbe bisogno di tre elementi chiave:

  1. Un piano strategico integrato più ambizioso
  2. Strutture semplificate e un coordinamento all'interno dell'UE che promuova la sensibilizzazione di altri partner europei pertinenti
  3. Adesione di alto livello e la leadership collettiva dei Capi di Stato per far progredire le strategie sanitarie identificate

Auspicano pertanto che il prossimo vertice europeo sulla salute, che si terrà a Bruxelles il 28 gennaio, sia un'occasione per creare un nuovo spirito di Locarno, di cui il 2025 segna il centenario dei Trattati con cui i Paesi europei nell'ottobre del 1925 ristabilirono buone relazioni tra i paesi europei dopo la prima guerra mondiale ed inaugurarono un periodo di fiducioso ottimismo e pace per la sicurezza europea.

Come allora furono negoziati accordi in un clima di fiducia e collaborazione tra gli Stati, oggi serve recuperare quell'esprit che permetta di mediare i contrasti interni all'Unione per ritrovare la coesione anche sul fronte della salute, prendendo maggiore consapevolezza dei comuni problemi contingenti e attuando strategie condivise non più rimandabili.