Sottopagati, oberati di attività e di responsabilità, aggrediti, richiamati in servizio nei giorni di riposo a causa della carenza di personale.
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Crede che così la sanità pubblica possa andare da qualche parte?
Sottopagati, oberati di attività e di responsabilità, aggrediti, richiamati in servizio nei giorni di riposo a causa della carenza di personale.
Caro Stato,
sono una delle tante infermiere che lavora presso uno dei tanti ospedali romani e credo che la situazione che sto per esporre non le sarà sicuramente nuova.
Siamo una categoria di mezzo, tra medici e operatori socio sanitari, che bene o male si prodiga nel fare qualsiasi cosa anche se non di nostra competenza. Ogni giorno siamo alle prese con giro letto, che per quanto possa competerci non è una prerogativa che, ad oggi, possiamo permetterci visti i ritmi e le responsabilità che rispetto agli anni passati sono aumentate.
Nel mio ospedale la mattina siamo sottoposti a forte stress. Arriviamo e dobbiamo fare giro parametri, terapia, per poi passare al giro letto e, nel frattempo, assecondare ogni tipo di richiesta da parte dei medici per poi, terminate tutte queste attività, riprendere con il giro terapia.
Ogni mese siamo costretti ad effettuare turni di 13 ore, perché le coordinatrici inseriscono gli straordinari nel turno ordinario e se ci esponiamo dicendo che non siamo disposti ad eseguire quel turno per motivi X la risposta è: non c’è personale, se non puoi devi trovare un cambio .
La nostra categoria, che comunque ha una laurea, è considerata il tappa buchi anche degli oss, i quali con un corso di 6 mesi, prendono 200/300 euro in meno rispetto a noi; sia chiaro, questa non è una critica nei confronti dei colleghi Oss, ma bensì una presa di coscienza di quanto siamo oberati di lavoro e siamo stanchi.
Dicevo che siamo una categoria di mezzo, perché non siamo tutelati né dallo Stato né da chi abbiamo come responsabile all’interno della struttura stessa. Ogni cosa ricade su di noi: dal mancato consenso per una TC (compito del medico) al fatto che un paziente si trovi con il pannolino sporco.
Non possiamo essere attenti ad ogni cosa vista la mole di lavoro. Nel mio caso in particolare abbiamo a che fare con 12/14 pazienti (di varie specialistiche) ad infermiere, quando il rapporto per avere un’assistenza adeguata è di 1 a 6/8 pazienti .
Crede che così la sanità pubblica possa andare da qualche parte? Ribadisco che per le responsabilità che abbiamo neanche dal punto di vista economico siamo motivati. Per arrivare ad uno stipendio di 1.900€ siamo costretti a fare almeno 3 lunghe al mese, cioè turni da 13 ore consecutive in una giornata. Le indennità notturne non ci vengono pagate neanche 10 € all’ora.
Come può lo Stato pensare che da qui a un domani ci sia richiesta da parte dei giovani di diventare infermieri? Quali potrebbero essere, secondo lo Stato, le motivazioni per diventarlo? Questa non è una vocazione come molti pensano, questo è un lavoro, che deve essere tutelato e motivato.