Infermieri italiani e le opportunità di lavoro in Germania

Scritto il 17/09/2019
da Ferdinando Iacuaniello

Una città che sembra un parco a tema, è questa la prima impressione che ho avuto una volta arrivato ad Erlangen. Ma non è una favola, la Germania è il “sogno americano” d’Europa, almeno per gli infermieri. Isabela, Fabrizia, Germano, Giovanni e Michele sono i “disperati” che ho avuto la fortuna di conoscere.

Il viaggio di Nurse24.it in Germania

Prima di continuare la lettura e, soprattutto, prima di guardare il video, chiudete gli occhi per 30 secondi. Con la vostra fantasia immaginate il volto di un giovane emigrante che per lavoro si trasferisce all’estero, adesso pensatelo in Germania. Tenete ben impressa nella vostra mente quel volto.

Sono partito con questo volto in mente: giovane ma triste, disperato e soprattutto infreddolito. Così immaginavo un collega emigrato in Germania, perché - nella mia ignoranza - la Germania è l’ultima spiaggia.

Il mio viaggio non è stato dei migliori: causa maltempo (pioggia battente su Monaco), è durato 10 ore in più del previsto. Questo ha reso il mio arrivo ad Erlangen diverso dalle aspettative: alle 23:30 la cittadina era già pronta per la notte e la sua architettura bavarese, molto diversa da quella alla quale sono abituato, l’ha resa ai miei occhi (di sognatore cronico) quasi fiabesca, come quelle che si possono osservare in uno dei tanti parchi divertimento.

La direzione infermieristica e le persone al centro

Il giorno seguente ho incontrato il Dott. Reiner Schrüfer - direttore infermieristico e membro del consiglio d'amministrazione dell'ospedale, che in una lunga chiacchierata mi ha raccontato com'è strutturata l’azienda, quanti dipendenti ha (dirige oltre 3.000 dipendenti) e di come cerchi di compensare la cronica carenza di personale con il reclutamento di infermieri dall’Italia e dalle Filippine; di quanto per loro sia importante al momento del colloquio capire le motivazioni e gli interessi che spingono gli infermieri a trasferirsi. Quasi a voler dire: per noi, se verrai, sarai importante, ma vieni solo se ne sei veramente convinto.

Perché mancano infermieri in Germania

Tutto bello, bellissimo. Ovviamente in un’intervista programmata diventa quasi impossibile “scardinare” il muro della realtà. Una cosa o forse due, però, sono riuscito ad ottenerle. Perché la Germania non ha infermieri? Perché i tedeschi non fanno gli infermieri? Semplice: in una nazione con l’industria al primo posto (solo nella zona di Erlangen ci sono le sedi di: Siemens, Continental, Adidas e Puma), che riesce ad assorbire nel mondo del lavoro oltre l’80% dei giovani è difficile che molti scelgano di diventare infermiere (un lavoro che ti mette davanti: responsabilità, sacrifici e sofferenza). Non è sufficiente nemmeno la retribuzione del percorso formativo garantita per gli studenti infermieri (700/900 € il primo anno) a rendere appetibile il lavoro di infermiere.

In Germania il percorso formativo non è universitario, si diventa infermieri accedendo alla scuola di formazione professionale - Ausbildung - della durata di 3 anni accessibile già a partire dai 16 anni. L’ammissione è sostanzialmente libera (avviene previo colloquio, che valuta i voti scolastici e che influenza la decisione della scuola sull’eventuale accesso, essendo i posti a numero limitato), esiste una propedeuticità severa e uno sbarramento che non è proprio quello a cui siamo abituati in Italia (se per 2 volte non si supera un esame, viene chiesto allo studente di cambiare ambizione, impedendogli di proseguire il percorso o meglio se vorrà, dovrà ripetere nuovamente l'anno di formazione).

Tutto questo, però, viene retribuito; quindi i giovani in Germania hanno la possibilità di diventare indipendenti in fretta, qualunque sia la scelta che faranno per il loro futuro lavorativo. A parità di stipendio, cosa scegliereste? Fabbrica, con festivi e notti praticamente sempre a casa, oppure ospedale, con festivi e notti quasi sempre al lavoro ed enormi responsabilità?

Gli infermieri italiani in Germania

Isabela, Fabrizia, Germano, Giovanni e Michele sono i protagonisti del video e sono proprio loro che ho avuto modo di conoscere. Il primo che ho incontrato, in sala operatoria, è stato Giovanni. In quel momento era impegnato in un intervento chirurgico come terzo di sala e, nell’intervento successivo, come strumentista.

Giovanni vive ad Erlangen da tre anni e quando è arrivato non parlava per niente il tedesco, anzi. Mi ha confidato di come siano stati fallimentari i corsi di preparazione seguiti in Italia, prima di partire (lo sa bene Germano, che al momento lavora come Pflegehelfer - aiutante infermiere – perché non ha ancora superato il livello di B2 di tedesco, requisito minimo per lavorare autonomamente come infermiere).

Adesso, però, Giovanni è Bereichsleiter - responsabile di sala – in chirurgia toracica. Stesso reparto e storia simile per Michele, che ora è in formazione per entrare nel team Da Vinci, il robot chirurgico più all’avanguardia. Michele lavora da 3 anni ad Erlangen, ha realizzato il suo sogno di lavorare in sala operatoria. Si è trasferito lì insieme alla fidanzata, che ha trovato lavoro come tecnico di laboratorio biomedico.

La vita in Germania è tranquilla – mi hanno raccontato i ragazzi - lavori bene, guadagni bene e, soprattutto, lo stipendio arriva.

E proprio lo stipendio è una delle motivazioni che ha spinto Isabela e Germano a trasferirsi ad Erlangen; lavorare in Italia con l’incertezza di non ricevere il compenso per il lavoro svolto è quasi una certezza in alcune zone d’Italia. Una stabilità economica per vivere e crearsi il proprio futuro, che non necessariamente si fermerà ad Erlangen.

Sono tutti molto giovani come Fabrizia, che è arrivata già con un pizzico di padronanza di tedesco in più; la sua fortuna è stata quella di averlo studiato alle superiori, anche se lei dice di dover imparare ancora molto.

Isabela e Fabrizia mi hanno raccontato della loro “disperazione” in una lunga passeggiata nella città di Erlangen, terminata nel grande parco proprio dietro l’ospedale. Lì, su quella panchina, sono riuscito a farmi raccontare le differenze del lavoro tra Italia e Germania.

Entrambe sono convinte che non ci siano: gli infermieri mettono al centro i bisogni del paziente e sono pronti a soddisfare le loro esigenze. Questo accade in Italia così come in Germania. Poco importa se in Germania non è prevista la possibilità di incannulare una vena o di eseguire un prelievo ematico, perché i tedeschi la vivono come una vittoria (è il risultato di una protesta di anni fa con la quale gli infermieri chiedevano un aumento di stipendio commisurato a competenze e responsabilità. Cos'è successo? Che l'aumento di stipendio non è arrivato ed è arrivata, invece, una decurtazione delle pratiche infermieristiche).

Così ogni mattina, in Germania, un medico si sveglia e sa che deve fare i prelievi a tutti i pazienti; provate ad immaginare cosa potrebbe accadere in Italia.

Il sistema pubblico tedesco

Quello che mi è chiaro dopo ventiquattro ore è la voglia delle aziende di investire sui giovani e sul futuro: le garanzie e le tutele presenti per i dipendenti sono al primo posto tra le priorità aziendali, ma anche in quelle del Governo, che investe tanto per migliorare salute e istruzione (anche reclutando all’estero), d'altronde sono due delle cose più importanti per costruire un futuro migliore per un Paese.

La cosa che più mi ha stupito del sistema pubblico tedesco è che il personale - le persone - sono al centro e dire che "se ne prendono cura" è riduttivo. Coccolati. Sì, forse "coccolati" è la definizione giusta.

Sono tornato, cercando di ricordare quel volto che avevo immaginato prima di partire. Niente, è sparito. Ora ho solo il ricordo di giovani infermieri, che pur con un pizzico di malinconia di “casa” stanno vivendo una bellissima esperienza lavorativa che li porterà forse ancora in Italia o chi sa ancora dove.