Un incremento della distribuzione domiciliare dei dispositivi associati alla stomia e una contestuale diminuzione della quota di pazienti che usufruiscono della distribuzione diretta di tali presidi si associano ad un significativo risparmio di risorse per l'intera società (costi indiretti evitati) e ad un buon grado di soddisfazione da parte degli utenti che ne usufruiscono. Si riscontra inoltre l'assenza di perdite di produttività nei pazienti che usufruiscono della distribuzione domiciliare a causa del non dover ritirare i presidi presso l'Asl. Tali perdite di produttività sono associate a valori più alti nella modalità distributiva diretta.
Modalità distributive dei presidi per stomia e incontinenza in Italia L'incremento della distribuzione domiciliare dei dispositivi associati alla stomia è associato ad un significativo risparmio di risorse.
Sono i risultati di uno studio, pubblicato su PubMed Central, che ha indagato sulle due modalità distributive dei presidi per stomia e incontinenza nel setting sanitario italiano, previste dalla legge 405/01 sull'erogazione di medicinali e dispositivi medici a carico del SSN agli assistiti.
Attraverso un questionario di valutazione somministrato su una piattaforma online a mille pazienti stomizzati italiani, la survey ha analizzato il burden sociale della distribuzione diretta .
Scopo della survey era indagare sul grado di soddisfazione delle modalità distributive nel nostro Paese e sui costi indiretti correlati, espressi in termini di giornate di lavoro perse dal paziente e dal caregiver (perdite di produttività) per ritirare i presidi necessari alle peculiari condizioni di salute.
La stomia è infatti una necessità terapeutica, estrema e complessa, che richiede una gestione il più possibile autonoma avendo sempre a disposizione tutti i dispositivi utili. Sebbene lo studio abbia il limite di basarsi esclusivamente sulla percezione soggettiva dell'utente rispetto alla modalità distributiva, risulta tuttavia il primo ad avere analizzato i costi indiretti associati alle due diverse modalità distributive dei presidi per la stomia e l'incontinenza nella popolazione italiana di portatori di stomia.
La questione riguarda migliaia di pazienti ed interessa le Asl per rendere più efficiente ed economico il sistema di distribuzione. Secondo un'indagine condotta dalla Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati (FAIS) , già nel 2010 gli stomizzati erano oltre 70 mila, la maggior parte dei quali con enterostomie.
Il 62% delle persone con stomia ha più di 70 anni, il 35% è compreso tra 41 e 70 anni e solo il 3% è al di sotto dei 40 anni. Il 60% è rappresentato da uomini e il 40% da donne. In riferimento alla tipologia di stomia, i cui dati sono estrapolati dalle casistiche ospedaliere mediante le Schede di Dimissioni Ospedaliere (SDO), risulta che a livello nazionale il 56% ha una colostomia, il 22% una ileostomia e il 22% una urostomia .
I ricercatori spiegano che in Italia la distribuzione di tali dispositivi avviene attraverso canali differenti a seconda delle disposizioni regionali vigenti. Una prima possibilità è rappresentata dalla distribuzione diretta da parte dell'Asl: l'onere della distribuzione degli aventi diritto è a carico dell'azienda sanitaria locale che garantisce attraverso il servizio farmaceutico la disponibilità degli ausili ai pazienti, i quali si recano direttamente presso le strutture dell'Asl per ritirare la propria fornitura.
I ricercatori evidenziano che se anche l'Asl ottiene un risparmio monetario rispetto all'importo totale della fornitura, spesso vengono sottostimati sia le risorse aggiuntive conseguenti allo stoccaggio dei prodotti sia l'impatto organizzativo sui professionisti coinvolti nel processo di erogazione dei presidi.
Una seconda possibilità è costituita dalla distribuzione indiretta attraverso rivenditori convenzionati , tipicamente le farmacie e i negozi di sanitaria: in tal caso l'Asl ricorre all'esterno per l'intera gestione del processo distributivo con il vantaggio immediato del trasferimento dell'onere dell'investimento al di fuori della propria struttura.
I ricercatori fanno notare che il punto debole di questa scelta è la mancanza di strumenti di controllo sull'adeguatezza dei margini riconosciuti al sistema distributivo. Una terza forma riguarda infine la distribuzione a domicilio: i prodotti vengono consegnati direttamente a casa dei pazienti senza che essi debbano recarsi personalmente presso le strutture incaricate.
La survey, validata da un Advisory Board composto da clinici, tra cui un coordinatore infermieristico esperto in wound care, membri delle istituzioni e associazioni di pazienti, ha evidenziato che il 48,6% del campione rappresentativo ha dichiarato di recarsi in farmacia o in un altro negozio autorizzato, mentre il 34% si reca presso la propria Asl di appartenenza, usufruendo della distribuzione diretta dei presidi.
Soltanto il 16,1% ha dichiarato di scegliere la distribuzione domiciliare. Per quanto riguarda la frequenza di ritiro/ricezione dei presidi medici per la stomia risulta inoltre che il 67,6% dei casi ottiene una fornitura trimestrale mentre il 9,3% una volta al mese.
Si è inoltre indagato se le persone portatrici di stomia abbiano avuto modo di confrontarsi con un medico specialista e/o un infermiere stomaterapista per individuare il dispositivo per stomia più adatto alle loro esigenze e soprattutto se abbiano avuto modo di indicare le modalità di consegna preferita tra quelle distributive e le relative tempistiche.
I risultati hanno evidenziato che il 39% ha dichiarato di essersi informato presso ambulatori specializzati nella gestione delle stomie, mentre il 18% non si è mai confrontato con un medico o un infermiere referente. Soltanto il 3% ha dichiarato di essere stato informato da un referente della Asl o di essere stato inserito in un percorso assistenziale formalizzato.
Per quanto riguarda il grado di soddisfazione, quello maggiore è stato associato alla distribuzione indiretta e domiciliare (41%) e quello più basso alla distribuzione diretta (8%). Si è analizzato anche il tempo medio impiegato dai pazienti e/o dai caregiver per ritirare i presidi sanitari che risulta essere pari a 63 minuti.
Dai risultati del questionario è emerso dunque che ci sono delle perdite di produttività direttamente correlate al tempo impiegato dai pazienti e dai caregiver nel dover ritirare i presidi necessari .
In tale contesto si evince pertanto che la distribuzione domiciliare non sia associata ad alcuna perdita di produttività per il ritiro dal momento che chi usufruisce dei presidi può programmare la consegna della fornitura al di fuori dell'orario di lavoro. Le giornate di lavoro perse per la distribuzione diretta sono state quantificate in 2,7 giorni di lavoro ogni mese per il 60% del campione.
I ricercatori concludono sostenendo che una maggiore diffusione della distribuzione domiciliare potrebbe potenzialmente portare ad un risparmio in termini di costi indiretti evitati e che il risparmio derivante dalla riduzione dei pazienti che usufruiscono della distribuzione diretta è incrementale e sarebbe ottimale nel giro di tre anni. Secondo una simulazione dello studio, l'ammontare delle risorse indirette risparmiate risulterebbe pari a circa 2,5 milioni di euro.
Bibliografia “Distribution methods of ostomy and incontinence aids in the italian healthcare setting: an evaluation questionnaire and social burden of direct distribution”, 2022 Rum, Orsini, Falabella, Spena and Cicchetti. doi: 10.33393/grhta.2022.2292