L'organizzazione del lavoro in Medicina d'Urgenza del Policlinico Borgo Roma di Verona dispone una turnistica massacrante che porta alla sistematica perdita dei turni di riposo previsti per legge. Tale situazione, peggiorata con l'adozione del piano ferie, persiste da più di sei mesi a causa di un'insostenibile carenza di organico, complicata da limitazioni fisiche, mobilità interne, aspettative e maternità che la parte datoriale non ha provveduto a gestire o rimpiazzare. La denuncia è stata inoltrata all'Ispettorato del lavoro da due organizzazioni sindacali, Cgil Fp e Nursing Up, che per tali motivazioni hanno proclamato lo stato di agitazione a tutela del personale soggetto a stress correlato.
La situazione che si è venuta a creare sta pregiudicando altresì la qualità dell'assistenza erogata e le attenzioni verso i pazienti ricoverati sia nei delicati contesti ad alta intensità di cura sia nelle sezioni di medicina a bassa intensità.
Sindacati segnalano situazione a Ispettorato del lavoro: adeguare organici
I turni del mese di luglio sono impraticabili
, avvertono i sindacati denunciando le condizioni lavorative del reparto che conta in totale 30 posti letto ed un organico formato da 25 infermieri e 11 Oss.
L'azienda non ha provveduto a rimpiazzare le diverse mobilità interne di unità infermieristiche, concesse prima dell'inizio della stagione estiva. Inoltre, è presente un numero importante di aspettative a lungo termine che risultano ancora formalmente in carico al reparto
, specificano illustrando che non è adeguato nemmeno l'organico degli Oss in quanto tre gravidanze non sono state mai sostituite.
Dalla segnalazione sindacale emerge che al personale in servizio vengono pertanto imposte 6/7 notti al mese e che può godere in media soltanto di due riposi, lavorando altresì 14 giorni consecutivi.
Antonio De Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona e Guerrino Silvestrini, responsabile Regione Veneto di Nursing Up Verona, spiegano che ciò è contrario alle disposizioni normative, secondo cui i giorni consecutivi di lavoro possono essere al massimo 12 seguiti da 2 giorni di riposo consecutivi. Non vengono inoltre rispettate le 11 ore di riposo tra un turno e il successivo.
Tale situazione vede anche un sistematico demansionamento del personale infermieristico che viene costretto a prestazioni che sono normalmente di competenza degli operatori sociosanitari
, denunciano De Pasquale e Silvestrini riferendosi alle non-nursing tasks che vanno ad incidere in maniera significativa sulle attività clinico-assistenziali.
Questa situazione deve pertanto finire – sollecitano -. L'Azienda deve assicurare le risorse e la dotazione necessaria a mantenere in ogni situazione i livelli di organico e di servizio, ossia i posti letto, e deve riconoscere ai propri lavoratori e lavoratrici i turni di riposo previsti dalla legge
.
Di tali criticità la Direzione Professioni Sanitarie dell'Azienda ospedaliera è ben consapevole - fanno sapere - tanto è vero che aveva dato disposizioni di chiudere, da metà luglio, 4 degli 8 posti letto ad alta intensità così da poter recuperare 5 infermieri per destinarli a gestire 4 posti letto a bassa intensità
, spiegano i rappresentanti sindacali allorché invece qualche giorno fa, il 22 luglio, la direzione ha ventilato l'ipotesi di ripristinare i posti letto sospesi senza che sia stato assegnato nuovo personale a copertura.
Questa decisione è inspiegabile e, in ogni caso, la situazione generale è inaccettabile in quanto espone i professionisti sanitari, già in palese burnout, a rischi professionali e preclude ogni possibilità di conciliare la vita familiare e privata. Tali condizioni rendono impossibile staccare dal lavoro
, spiegano tornando a chiedere con forza alla Regione Veneto di procedere con sollecitudine a nuove assunzioni.