Morsi e graffi in reparto
Aggressione a Borgo Valsugana
Secondo quanto ricostruito, la violenza è scoppiata all’interno del reparto psichiatrico, dove il paziente ha colpito il personale sanitario con calci, morsi e graffi.
I tre operatori coinvolti, due infermieri e un Oss, hanno riportato ferite e contusioni tali da richiedere l’intervento del pronto soccorso.
Si tratta dell’ennesimo episodio di una serie che, negli ultimi mesi, ha coinvolto diversi ospedali della provincia. Le organizzazioni sindacali denunciano un clima sempre più teso, aggravato da turni prolungati, carenze di organico e assenza di presidi di sicurezza stabili.
Nursing Up: “Servono risposte reali, non promesse”
A intervenire per primi sono stati i rappresentanti del Nursing Up Trento.
Il fenomeno delle violenze è in continua ascesa il personale è esausto, e mensilmente arrivano al nostro sindacato segnalazioni di nuove aggressioni che, oltre ai danni fisici, provocano forti conseguenze psicologiche e stress lavoro-correlato
ha dichiarato il segretario Cesar Hoffer.
Secondo il sindacato, la situazione nel Servizio psichiatrico di Borgo Valsugana è resa ancora più difficile dall’assenza di vigilanza interna: A differenza di Trento, dove sono presenti guardie armate e un posto di polizia, la struttura di Borgo è lasciata sola, pur avendo un numero di posti letto superiore
.
Nursing Up chiede l’adozione di misure immediate e tangibili:
- incremento del personale assistenziale nei reparti più esposti
- presenza fissa di vigilanza armata o presidi di polizia nelle 24 ore
- rafforzamento del supporto psicologico agli operatori vittime di aggressione
- programmi di formazione sulla gestione del rischio e prevenzione della violenza
Chiediamo urgentemente all’Azienda sanitaria di individuare e adottare soluzioni efficaci per dare reali risposte e non sterili promesse
conclude Hoffer.
Cisl Fp: “Inaccettabile subire violenze sul lavoro”
Anche la Cisl Fp Trentino ha espresso solidarietà agli operatori coinvolti e chiesto un intervento immediato della Provincia autonoma di Trento.
È inaccettabile che chi si prende cura della salute dei cittadini debba subire violenze sul lavoro
, denunciano Giuseppe Pallanch, segretario Cisl Fp, e Sandro Pilotti, responsabile del settore sanità.
I sindacati chiedono all’Apss l’attivazione di un piano strutturato che includa:
- personale formato alla gestione delle situazioni critiche
- collaborazione costante con le forze dell’ordine
- copertura assicurativa e assistenza legale per gli operatori aggrediti
Non lasciamo soli gli operatori servono misure efficaci e piena assunzione di responsabilità da parte dei vertici sanitari. La sicurezza è un diritto non negoziabile
aggiungono Pallanch e Pilotti.
Violenza in corsia: una piaga che cresce in silenzio
Le aggressioni a medici, infermieri e operatori socio-sanitari non sono più episodi isolati. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie (ONSePS), nel 2024 sono stati oltre 13.000 i casi segnalati, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. In più di un terzo dei casi, le vittime sono infermieri o Oss.
Il problema, sottolineano gli esperti, non è solo l’assenza di sicurezza fisica, ma anche la mancanza di supporto psicologico post-evento. Dopo un’aggressione, molti operatori non ricevono aiuto o formazione specifica per gestire le conseguenze emotive, aumentando il rischio di burnout e abbandono della professione.