È una conquista sociale molto attesa - ha commentato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini - che caratterizzerà in meglio il nostro servizio sanitario.
Agli infermieri la gestione dell'Ospedale di Comunità, l'ok delle Regioni
Anello di congiunzione tra ospedale per acuti e territorio, previsto già dal regolamento sugli standard ospedalieri, dal Patto per la Salute 2014-2016 e dal Piano nazionale della cronicità. È l'Ospedale di Comunità, sul quale le Regioni hanno trovato l'intesa dopo l'impasse dei mesi scorsi, quando l'ok in Stato-Regioni era sfumato.
Con l’intesa di oggi - ha commentato Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni - nascerà l’Ospedale di Comunità. È una conquista sociale molto attesa che caratterizzerà in meglio il nostro servizio sanitario. Con questa intesa - ha spiegato - abbiamo definito i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’autorizzazione all’esercizio degli Ospedali di comunità pubblici o privati
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L’aspetto più importante del nuovo documento sull’ospedale di comunità messo a punto da ministero della Salute e Regioni è che la gestione e l'attività sono basate su un approccio multidisciplinare, multi professionale e interprofessionale, in cui sono assicurate collaborazione e integrazione delle competenze.
La funzione dell’infermiere case manager nulla toglie alle responsabilità cliniche dei medici e anzi sarà proprio l’infermiere in caso di necessità ad attivare il responsabile clinico della struttura.
Assieme all’infermiere di famiglia/comunità previsto e ufficialmente istituito nel Patto per la Salute 2019-2021, l’Ospedale di comunità è la chiave del buon funzionamento del nuovo modello di assistenza che deve tenere in considerazione il peso sempre maggiore delle cronicità.
Lavoreremo ora per una rapida applicazione del provvedimento su tutto il territorio nazionale.
Caratteristiche dell'Ospedale di Comunità
L’OdC può avere una sede propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali, presso presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile all’assistenza territoriale.
Possono accedere all’Ospedale di Comunità pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi ospedalieri per acuti. I pazienti ospitati necessitano di assistenza infermieristica continuativa e assistenza medica programmata o su specifica necessità.
Per l’accesso all’OdC - che ha un numero limitato di posti letto, di norma tra 15 e 20 - è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri:
- Diagnosi già definita
- Prognosi già definita
- Valutazione del carico assistenziale e della stabilità clinica eventualmente attraverso scale standardizzate
- Programma di trattamento già stilato e condiviso con il paziente e/o con la famiglia (ad eccezione del Pronto soccorso)
Responsabilità | Figura di riferimento |
Igienico-sanitaria | Medico designato dalla direzione sanitaria aziendale |
Gestionale-organizzativa complessiva | Figura individuata anche tra le professioni sanitarie |
Responsabilità clinica | - Medico di medicina generale (pediatra di libera scelta se O.d.C. pediatrico) - Medico operante nella struttura scelto tra i medici dipendenti o convenzionati con il SSN o appositamente incaricato dalla direzione della struttura - Per le strutture private, un medico incaricato dalla struttura |
Responsabilità assistenziale | Infermiere |
L’Ospedale di Comunità costituisce un setting ideale per promuovere una maggiore integrazione sia con la Comunità Locale (associazioni di volontariato) che con i Servizi Sociali.
La collaborazione tra ambito sanitario e sociale e la comunità locale rappresenta un elemento qualificante dell’Ospedale di Comunità a garanzia di una risposta ad un ampio insieme di bisogni e di tempestiva programmazione delle dimissioni. Inoltre, la collaborazione con le associazioni di volontariato potrà offrire un utile contributo anche nella rilevazione della qualità percepita dei pazienti e dei familiari/caregiver.