La Chest Pain Score è una scala che permette di identificare il rischio di eventi cardiaci avversi maggiori dei pazienti che si presentano con dolore toracico. Per la sua rapidità d’uso viene spesso adottata in Pronto soccorso, in particolare in sede di triage.
Origine e finalità della Chest Pain Score
La Chest Pain Score include tutti i sintomi presenti da più di 5 minuti che si ritiene opportuno analizzare al fine di escludere una possibile sindrome coronarica acuta in atto.
Questa scala permette una definizione più ampia rispetto ad altre quali la Vancouver Chest Pain Score, la quale include specificamente solo i pazienti con dolore toracico.
La Chest Pain Score identifica in modo sicuro una percentuale maggiore di pazienti a basso rischio per eventi avversi cardiovascolari maggiori rispetto ad altri punteggi decisionali clinici di sindrome coronarica acuta.
L'obiettivo di tutto ciò è quello di identificare la popolazione a basso rischio che necessita di meno test rispetto ai pazienti ad alto rischio. Fatto rilevante è che il punteggio sia stato creato inizialmente senza considerare esami quali l’elettrocardiogramma o i biomarcatori.
Mentre la malattia coronarica nota e i fattori di rischio cardiaco sono inclusi nel modello finale per la rilevanza clinica e per migliorare la validità del punteggio, si noti che non sono stati identificati statisticamente come variabili indipendenti nella regressione logistica multivariata e come tale potrebbe esserci una diminuzione paradossale del rischio previsto dopo l'età limite di 50 anni. L'inclusione di queste variabili non ha influenzato le prestazioni dello strumento.
La motivazione di adottare la Chest Pain Score è dovuta al fatto che i pazienti che richiedono analisi del sangue seriali (marcatori seriali della troponina tipicamente a 0 e 6 ore per escludere l'infarto del miocardio) e un'ulteriore stratificazione del rischio richiedono una valutazione estesa del Pronto soccorso, che porta a problemi di affollamento e di assegnazione dei letti.
A tal proposto, l’utilizzo di questa scala permette di identificare un gruppo di pazienti a basso rischio (circa 45%) che potrebbe essere dimesso in sicurezza dal Pronto soccorso dopo due prese per biomarcatori, Ecg, anamnesi ed esame obiettivo.