Mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale delle vie aeree
La gestione dei DPI è regolamentata dal decreto legislativo nr. 81 del 09/04/08, che stabilisce gli obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori.
Si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (Art. 74).
Si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo
Essi sono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l’indossi, o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza (Art. 1 c.2 D.Lgs 475/92).
i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l’indossi, o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza
I Dispositivi delle vie respiratorie, definiti anche Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR), sono dispositivi destinati a proteggere da sostanze pericolose allo stato aeriforme (particelle, vapori, gas) mediante il meccanismo della filtrazione. Questi dispositivi, che coprono parte o completamente il viso, sono dotate di filtri sostituibili e per le varie classi di inquinanti esistono filtri specifici.
Tali dispositivi devono essere correttamente utilizzati non solo dal personale sanitario, ma anche dai pazienti con sospetta o accertata patologia trasmissibile per via aerea, che comporta un rischio di esposizione ad agenti biologici che possono causare il manifestarsi di una patologia a carico dell’apparato polmonare.
I dispositivi di protezione respiratoria, che proteggono bocca e naso dall’inalazione di particelle contaminanti, svolgono altresì un efficace effetto barriera anche dalla possibile contaminazione dell’operatore con schizzi o spruzzi di materiale biologico.
Mascherina chirurgica
Le mascherine chirurgiche sono monouso in tessuto non tessuto, quattro strati (tipo II o IIR), esterno filtrante, centrale impermeabile ai liquidi e permeabile all’aria, strato interno a contatto con la pelle ipoallergenico, con barretta intera deformabile stringinaso per conformare perfettamente la mascherina al volto. Sistema di fissaggio a legacci o elastici.
Proteggono naso e bocca dalla contaminazione con particelle di diametro medio di 4,5 µ. Pur originate dall’esigenza di proteggere il paziente (interventi chirurgici, manovre asettiche), costituiscono un efficace sistema di barriera anche per l’operatore sanitario per la resistenza ai fluidi e l’elevato potere filtrante che va dal 95 ad oltre il 99%.
Sono fatte indossare dal paziente con sospetta o accertata patologia trasmissibile per droplet o per via aerea (sindrome influenzale, TB, Meningite, SARS, ecc..) e proteggono l’operatore dalla trasmissione.
È consigliato l’utilizzo della mascherina chirurgica:
Sono dispositivi riutilizzabili costituiti da una struttura che copre l’intero volto con una visiera in materiale trasparente, sono dotati di valvola di espirazione e garantiscono una tenuta maggiore delle semi maschere. Anche su questi dispositivi vengono inseriti filtri sostituibili destinati a trattenere gli inquinanti presenti nell’aria.
I filtri sono caratterizzati da colorazioni o bande colorate specifiche per i diversi inquinanti e bianche per le polveri.
Di regola si raccomanda che:
Indossare un DPI delle vie respiratorie può risultare semplice, ma in realtà è necessario conoscerne i dettagli, affinché l’utilizzo sia efficace e corretto.
Si procede portando gli elastici sulla parte anteriore del dispositivo dove è situata la valvola di espirazione. Se si è destrimani, a questo punto occorre infilare le dita della mano destra tra il dispositivo stesso e gli elastici di sostegno, in pratica reggendo il filtrante sul palmo, con la parte che contiene lo stringinaso rivolta verso l’alto e gli elastici che pendono al di sotto (la procedura ovviamente va invertita per i mancini).
Il filtrante va aperto fino a fargli assumere una forma a conchiglia. Va poi portato al volto, tenendolo fermo con la mano destra mentre la sinistra provvede a portare gli elastici dietro la testa, uno alla volta, prima quello superiore, poi quello inferiore, posizionandoli rispettivamente sopra e sotto le orecchie.
Bisogna accertarsi che il filtrante aderisca perfettamente al volto e a questo proposito si ricorda che la presenza di barba e/o basette può ridurne notevolmente la tenuta invalidandone la funzione di protezione.
Lo stringinaso deve essere adattato alle proprie forme utilizzando entrambe le mani per evitare di deformarlo e il lembo inferiore del filtrante deve coprire il naso. Una volta indossato il dispositivo è opportuno eseguire una prova di tenuta, prima di entrare nell’area di lavoro, che si articola in due fasi: