Cos’è e come si effettua la manovra di Murphy
La manovra di Murphy prende il nome dal suo scopritore, John B Murphy (1857-1916), un chirurgo di Chicago che esercitava in un’epoca nella quale i test diagnostici non erano così disponibili come lo sono al giorno d’oggi e la differenziazione delle diverse emergenze addominali era molto difficile.
Nella sua versione attuale, la manovra prevede che con la mano destra appoggiata a piatto sul quadrante superiore destro dell’addome si premano le punte dell’indice e del medio sul punto colecistico, situato sotto la decima costa di destra a livello della sua estremità anteriore.
A questo punto si chiede al paziente di inspirare profondamente, sempre comprimendo il punto cistico: in questo modo la colecisti viene spinta in basso e in avanti dal diaframma fino a toccare la parete anteriore dell’addome. Se è presente una colecistite, oppure una calcolosi, il tocco dell’organo da parte delle due dita esacerberà il dolore, per cui il paziente smetterà bruscamente di inspirare. In questo caso, il segno di Murphy viene definito positivo.
La patologia per cui più facilmente si osserva la positività della manovra di Murphy è la colecistite acuta; se invece sono presenti una colecistite cronica o una calcolosi, il segno sarà più sfumato o si dovrà esercitare una pressione maggiore per ottenere una franca positività.
In riferimento alla predittività del segno di Murphy, uno studio che ha esaminato questo aspetto utilizzando il non riempimento del dotto cistico sulla scintigrafia biliare come indicatore surrogato di colecistite acuta ha rilevato che la presenza del segno era sia sensibile (97,2%) sia altamente predittivo (93,3%) di un risultato positivo.
Nascita e varianti del segno di Murphy
In riferimento alla storia di questo segno, Murphy nel 1903 ha descritto due segni di colecistite: quello che porta ancora oggi il suo nome era definito “palpazione con presa profonda” mentre l’altro, che il chirurgo considerava come un test ancora migliore, era denominato “percussione a colpi di martello”.
La palpazione con presa profonda veniva allora eseguita posizionandosi direttamente dietro al paziente seduto e la descrizione di Murphy del 1903 era che il segno più caratteristico e costante dell’ipersensibilità della cistifellea è rappresentato dall’incapacità del paziente di concludere un’ispirazione completa e profonda, quando le dita del medico sono agganciate in profondità sotto l’arco costale destro al di sotto del margine epatico. Il diaframma spinge il fegato verso il basso finché la cistifellea sensibile non raggiunge le dita che esaminano, finché l’ispirazione cessa improvvisamente come se fosse stata interrotta. Non ho mai trovato questo segno assente in un caso di malattia della colecisti o dei dotti calcolosi o infettivi
.
Più avanti, nel 1914, Murphy ha ulteriormente chiarito la natura della manovra, aggiungendo alla stessa una variante percussiva: Agganciare le dita sotto l’arco costale e chiedere al paziente di prendere un’ispirazione completa, quindi con l’altra mano colpire le dita flesse al culmine dell’ispirazione. Se viene provocato dolore, è un segno positivo che la cistifellea è dilatata. Questo non è un test così buono, tuttavia, come il test di percussione col dito perpendicolare, in quanto questa è la prova migliore di tutte. Posizionare il dito medio, tenuto dritto e rigido, sulla punta della nona cartilagine costale e chiedere al paziente di inspirare completamente con gli occhi chiusi. Quando viene raggiunta l’altezza dell’ispirazione, sferrare un forte colpo col dito. Se la cistifellea è distesa o è sede di infiammazione, il dolore provocato sarà severo
.
Nel corso degli anni, tuttavia, il test di percussione è stato dimenticato e il segno di Murphy attualmente si riferisce alla palpazione con presa profonda. Questo in quanto al giorno d’oggi non è accettabile provocare o esacerbare inutilmente un dolore intenso e, sebbene sia stato utilizzato da Murphy nei casi di colecistite acuta, il passare del tempo ha visto il segno modificato per adattarsi alla pratica clinica moderna.