Funzione dei leucociti
I leucociti svolgono un ruolo fondamentale nel funzionamento del sistema immunitario del corpo umano, proteggendolo da virus, agenti batterici e da tutti gli organismi esterni cui è quotidianamente esposto.
Queste cellule sono dotate di grande mobilità e dispongono di importanti risorse utili a combattere i microscopici nemici dell’uomo. Le loro funzioni permettono di svolgere diversi ruoli chiave in questo processo: attraverso la fagocitosi, possiedono la capacità di inglobare le cellule morte, i germi e i batteri; inoltre, rilasciano delle proteine antimicrobiche e producono gli anticorpi.
Sebbene siano presenti all’interno del flusso sanguigno, l’elevata mobilità consente loro di spostarsi all’interno dei tessuti infiammati, luogo dove avviene la parte più delicata e importante della loro azione.
L’infiammazione difatti origina un processo di attraversamento endoteliale da parte dei leucociti strutturato in cinque fasi:
- Marginazione
- Rotolamento
- Adesione
- Diapedesi
- Chemiotassi
Ognuna di queste fasi è indispensabile e coinvolge un gran numero di globuli bianchi.
Caratterizzazione e origine dei leucociti
Esistono cinque differenti tipologie di globuli bianchi nel sangue, ognuno dei quali assolve a diversi compiti immunitari e possiede specifiche proprietà.
Neutrofili
Mostrano al microscopio un citoplasma formato da granuli finissimi di un color rosa spento e sono i globuli bianchi più comuni nel corpo (50 - 70%).
Sono i primi a migrare verso i tessuti a seguito di un attacco batterico e agiscono per fagocitosi e rilasciando citochine.
Linfociti
Sono i pilastri della risposta immunitaria adattiva e sono presenti massicciamente nei tessuti linfatici. I linfociti sono distinguibili in linfociti B, dal nome delle “borse di Fabrizio”, un organo tipico degli uccelli dove sono stati scoperti per la prima volta, linfociti T e linfociti natural Killer. Rappresentano fra il 20 e il 40% di tutti i leucociti.
Monociti
Sono i globuli bianchi più grandi e possiedono una forma ameboide. Agiscono per fagocitosi come i neutrofili, ma hanno un ciclo vitale molto più lungo e possono anche inglobare le cellule morte.
In presenza di agenti patogeni migrano verso il tessuto infiammato e si differenziano in macrofagi, che fagocitano i detriti cellulari e i microorganismi pericolosi. Rilasciano citochine.
Eosinofili
Possiedono un nucleo bilobato ma i granuli nel citoplasma differiscono da quelli dei neutrofili per il colore, di una sfumatura sull’arancio.
Costituiscono circa il 5% della popolazione leucocitaria, ma abbondano nei polmoni e nell’endotelio. Agiscono prevalentemente contro le infezioni da parassiti e sono coinvolti nelle reazioni allergiche o nell’asma.
Basofili
Sono i globuli bianchi più rari (meno dell’1%). Il loro nucleo è bi- o trilobato, ma non appare visibile perché il colorito del citoplasma è blu scuro tendente al violaceo.
Sono gli attori principalmente coinvolti nella risposta allergica, contribuendo con il rilascio di sostanze quali eparina o istamina.
Morfologia dei leucociti
I leucociti si possono suddividere in base alla loro morfologia in due macrocategorie:
- Granulociti (o leucociti polimorfonucleati): sono contraddistinti dalla presenza di granuli di differente pigmentazione nel citoplasma che vengono rilasciati all’occorrenza per contrastare gli organismi invasori. In base alla colorazione assunta quando trattati con agenti reattivi si possono distinguere tre tipologie di granulociti: eosinofili, basofili e neutrofili
- Agranulociti (o cellule linfoidi): sono dotati di un unico lobo e citoplasma privo di granuli. Si distinguono in monociti e linfociti
Tutte queste cellule originano nel midollo osseo da un progenitore comune staminale noto come emocitoblasto. Successivamente, si differenziano in una linea mieloide, da cui si sviluppano i globuli rossi, i granulociti e i monociti, e in una linfoide, progenitrice dei linfociti. Per questo motivo un’ulteriore classificazione raggruppa queste cellule in mieloidi (neutrofili, eosinofili, basofili) e linfoidi (linfociti, monociti), in base al progenitore immaturo (mieloblasto o linfoblasto) da cui derivano.