Realizzarsi significa vivere davvero la propria vita e non desiderare la vita d’altri. Significa ricercare il presente e scovare così le proprie peculiarità e, una volta scoperte, non solo accettarle ma desiderarle con tutto sé stesso. Farlo come studenti-infermieri, infermieri, professionisti della salute ma soprattutto come essere umani.
Perché, due anni fa, ho scelto Infermieristica?
Sono passati due anni dal primo dei miei mille giorni. Tanti sono stati gli elementi che si sono susseguiti in questo tempo scandito da CFU.
Lezioni, laboratori, tirocini ed esami, certo. Ma c’è molto di più, oltre l’immediata superficie, di cui accorgersi. Oltre quella che è la trama manifesta vive, potente, la trama nascosta delle cose. Questi sono elementi - domande esperienziali - attraverso cui qualcos’altro ha l’opportunità di emergere - di rispondere in modo vivo e vero - da ciò che chiamo “me stesso”.
Come mai alcune discipline mi attirano più di altre? Come mai preferisco infermieristica clinica nella criticità vitale rispetto a quella di cronicità o di area chirurgica? Perché mi sembra di essere portato di più per certi contesti clinici e meno per altri?
E perché sono fortemente affascinato anche dagli aspetti psico-sociali, filosofici, culturali, formativi ed organizzativi collegati alla Salute? Cosa hanno a che fare tutte queste cose con me? E in quale misura? Perché, due anni fa, ho scelto Infermieristica e non altro, come psicologia o filosofia? E perché continuo a sceglierla, se sto continuando a sceglierla?
Perché sono proiettato con la mente a un futuro lavorativo vissuto - nelle sue varie possibilità e non-possibilità - all’interno della professione infermieristica? Cosa ho appreso su di me al contatto con l’attrito del percorso universitario, nei periodi di lezione e di esame ma soprattutto durante le esperienze di tirocinio, nella relazione con colleghi, tutor, guide, persone assistite e organizzazione? Cosa invece dalla mia vita extra-universitaria mentre sono immerso in questo viaggio?