Sono al secondo tirocinio del primo anno e osservo molto i comportamenti degli infermieri del reparto a me assegnato e con amarezza e disprezzo mi tocca (anzi ci tocca) avere a che fare con personale prevenuto, come se loro fossero nati fatti e formati. Spesso e volentieri quando arrivi saluti cortesemente, ma loro non ricambiano, anzi, ti ridono in faccia come se si stessero prendendo gioco di te o ti ignorano come se tu fossi inesistente. Cercano di liberarsi di te facendoti stare con gli OSS (che rispetto e che sono fondamentali nell'équipe), con la scusa che
.
Vorrei essere la voce di tutti quei tirocinanti che si sentono così Quella che non dimentica il gesto di cura, ecco che infermiera voglio essere
Eh no, non è proprio così... È vero, non possiamo somministrare la terapia o molte altre cose, ma possiamo osservare, imparare e capire .
Invece, piuttosto che perdere un minuto in più per formarci e trasmetterci il loro sapere e la loro esperienza, svicolano o ci mandano via.
Io, personalmente, cerco di poter dire o fare la mia, quando ritengo di sapere cosa dire o fare e loro mi guardano (solo perché sentono un "rumore" diverso), alzano il sopracciglio e con cattiveria e disprezzo spesso mi rispondono facendomi sentire uno schifo.
Loro credono che io non li osservi, ma in realtà vedo i loro comportamenti anche con i pazienti e fidatevi che se ne accorgono anche loro.
Quando entro in una stanza con un infermiere di questo genere (non sono tutti così, grazie al cielo), il paziente guarda me, non loro , cercando sostegno nei miei occhi, non nei loro.
Un giorno un paziente mi ha fatto notare la mia premura nei suoi confronti e mi ha detto: Si vede che sei nuova e io: Dovrebbe essere sempre così .
Cerco anche di capire il perché del loro comportamento, cerco di capire che cosa nella vita o nel lavoro li abbia fatti diventare così, cercando quindi una giustificazione, nonostante tutto
Per fortuna esistono anche infermieri che si prestano ad aiutarti, disponibili, che si ricordano cosa vuol dire essere stati tirocinanti, che spendono quel minuto in più, che fanno quel sorriso premuroso, ecco, loro sono quelli che hanno cura non solo del paziente, ma anche di noi .
Sono sincera: spesso, per colpa di quel tipo di infermieri mi passa tutta la fantasia e prima di un turno, invece di dire: Che bello, vado in tirocinio , mi tocca pensare: Oh mio dio, devo andare in tirocinio e mi preparo psicologicamente ad essere il loro cane invisibile e maltrattato, perché è così che ci sentiamo. E vorrei essere la voce di tutti quei tirocinanti che si sentono così .
Tutti i gesti di cura che ci vengono insegnanti e sottolineati all'università è come se venissero dimenticati, ma dovrebbe essere un atto intrinseco per chi vuole fare questo tipo di professione, non solo verso il paziente, ma anche verso di noi.
Spero di poter diventare un giorno l'infermiera che i tirocinanti vorranno per sé. Quella che per i pazienti rimane sempre "quella nuova"
Spero di diventare l'infermiera che quando verrà assegnata ad un tirocinante, gli studenti diranno: sei stato fortunato! e soprattutto l'infermiera che per i pazienti rimane sempre "quella nuova", quella che non ha dimenticato il gesto di cura.
I. L. , Studentessa infermiera