Infermieristica, Mastrillo: lo stipendio scoraggia i ragazzi

Scritto il 30/05/2024
da Monica Vaccaretti

Se devo fare tre anni di Infermieristica per uno stipendio di 1500 euro, no grazie. Vado piuttosto a fare l'idraulico: ne prendo 2mila e non studio tre anni. Così Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, indagando sulle ragioni del crollo di attrattività della professione infermieristica tra i giovani, a margine del suo intervento nel corso del convegno “Professioni sanitarie: tempo di progettazione” a cura di Opi Pordenone.

Studiare per lo stipendio da infermiere? Meglio fare l'idraulico

Io non credo che i ragazzi non abbiano piacere di fare l'infermiere, però si informano e l'aspetto economico è importante, non è secondario, spiega Mastrillo ritenendo che la motivazione dello scarso appeal del Cdl in Infermieristica sia purtroppo di carattere meramente economico.

Seppur banale, è la realtà nuda e cruda, continua esprimendo preoccupazione sulla disparità tra la domanda e l'offerta nel mercato del lavoro.

Illustrando i dati ben consolidati relativi alle immatricolazioni ad Infermieristica, spiega che l'offerta formativa è significativamente cresciuta rispetto a qualche anno fa.

Lo scorso anno abbiamo avuto finalmente 20mila posti messi a bando. Le università hanno fatto uno sforzo importante per aumentare l'offerta considerando che il sistema ha bisogno di un certo numero di professionisti infermieri – spiega -. Si deve necessariamente agire sull'aumento dell'offerta se si considera che purtroppo su 100 studenti che si iscrivono soltanto 75 arrivano alla meta. Pertanto, tale offerta deve aumentare del 25%; questa percentuale rappresenta la quota di studenti che si perde nel triennio, specialmente nel primo e nel secondo anno.

Secondo Mastrillo ci sono due possibilità per fronteggiare la situazione contingente: O si aumenta l'offerta formativa mettendo a bando 25mila posti se ne servono 20mila, oppure si deve migliorare il sistema formativo nonché il sistema di reclutamento evitando di perdere gli studenti nel passaggio dal primo al secondo anno.

Fa sapere che è già in atto un dibattito accademico su come orientare efficacemente gli studenti in maniera tale che chi opta per un corso vada davvero lì per continuare gli studi in quella disciplina e non sia invece una seconda scelta, da cambiare alla prima occasione disponibile. Perdiamo gli studenti di Infermieristica proprio nella seconda scelta. Succede infatti che uno si iscrive ad infermieristica ma poi l'anno successivo passa ad un’altra professione sanitaria.

Sulla Laurea Magistrale, che ora è ad indirizzo Management didattico-organizzativo, i numeri che abbiano acquisito di laureati sono più che sufficienti per soddisfare il mercato del lavoro, chiarisce sottolineando che tale laurea è titolo necessario per accedere al ruolo di docenza anche non universitaria. Abbiamo a disposizione un numero elevato di professionisti infermieri che possono esercitare come docente.

Sento dire, e trovo corretto questo ragionamento, che la magistrale avrebbe esaurito pertanto il suo compito, conclude suggerendo che il management didattico organizzativo potrebbe restare ma andrebbe affiancato alla laurea magistrale disciplinare.

Spiega che esistono già sei-sette indirizzi individuati, coma la magistrale dell'infermiere di famiglia che è stata istituita all'Università di Trento, la prima a partire. Anche se è un sistema ancora da costruire, penso sia questo il modello da portare avanti. Si tratta delle ex specializzazioni che vengono conseguite con la laurea magistrale di tipo disciplinare.