La claustrofobia è un disturbo fobico invalidante che si manifesta con l'avversione o l'evitamento degli spazi chiusi. Si tratta della paura intensa ed irrazionale dei luoghi ristretti o affollati, spesso associata all'evitamento di oggetti o situazioni che creano senso di oppressione e sensazione di mancanza di libertà di movimento (tunnel, treni, metropolitane, ascensori, stanze piccole, negozi, maschere). È una forma di ansia patologica che compare quando si ha la sensazione di non avere via di scampo. Manifestazione caratteristica è la paura di soffocare e la sensazione di sentirsi in trappola e in pericolo.
Quando e come si manifesta la claustrofobia
L'esordio è precoce, solitamente verso i 14 anni, ma soltanto il 2-5% della popolazione è interessata da forme gravi. I tre quarti dei casi sono infatti lievi e non richiedono alcun trattamento. L'incidenza sulla popolazione mondiale, più alta nel sesso femminile, è tra il 15 e il 37%.
Le persone che soffrono di claustrofobia sono generalmente più ansiose e depresse, sintomi psicologici comuni soprattutto tra le donne, temono situazioni di restrizioni e/o confinamento e, pur non esprimendo paura degli spazi chiusi, percepiscono come una minaccia la restrizione delle possibilità di movimento.
Evitamento ed ansia sono i segnali caratteristici della claustrofobia
I sintomi fobici, intesi come una risposta anormale a livello emotivo, possono essere fisici. La somatizzazione ansiosa è di gravità variabile e compare quando non è possibile evitare le circostanze che portano effettivamente alla sensazione di costrizione in spazi augusti.
L'ansia si accompagna con sudorazione, respirazione rapida (iperventilazione), nausea e vomito, tachicardia, svenimento, tremore e brividi, vertigini, intorpidimento e formicolio, difficoltà di respirazione e timore di soffocamento.
Altri sintomi sono pianto, urgenza minzionale, disturbi visivi (affaticamento degli occhi, distorsioni o illusioni ottiche), mal di testa, fischi nelle orecchie, sensazione di “testa vuota”. Il disagio può essere lieve oppure si manifesta con un grave senso di angoscia o con attacchi di panico con la paura di svenire e perdere il controllo sino a morire. Tali sintomi possono limitare in modo significativo la normale vita quotidiana.
Come si tratta la claustrofobia
Se il disturbo non è passeggero e non si risolve spontaneamente, la psicoterapia cognitiva-comportamentale orientata al superamento della paura degli spazi chiusi risulta uno dei trattamenti più efficaci, oltre a tecniche di rilassamento, autocontrollo emotivo e meditazione.
Queste opzioni terapeutiche, anche combinate, consentono di razionalizzare la paura morbosa. Oltre al trattamento psicologico, la terapia farmacologica aiuta a controllare i sintomi associati al disturbo fobico ansioso.
Anche l'esposizione graduale e ripetuta a stimoli fobici in condizioni controllate sino ad ottenere una desensibilizzazione sistemica risulta una terapia efficace, aiutando a gestire l'ansia e ad affrontare pensieri negativi legati a situazioni di accerchiamento.