Violenza sulle donne: oltre metà delle vittime sviluppa PTSD

Scritto il 24/11/2025
da Redazione

Il nuovo report del progetto EpiWE dell’Istituto Superiore di Sanità rivela un dato drammatico: più della metà delle donne che hanno subito violenza presenta un disturbo post-traumatico a distanza di anni, mentre un terzo è a rischio di subire nuovamente maltrattamenti. Lo studio, che cerca le tracce della violenza fin dentro il Dna attraverso l’epigenetica, è stato ora esteso anche ai minori che hanno assistito agli abusi.

La violenza lascia “cicatrici” epigenetiche

violenza donne

Il nuovo report del progetto EpiWE dell’Iss rivela un dato drammatico: più della metà delle donne che hanno subito violenza presenta un disturbo post-traumatico

Il progetto EpiWE – Epigenetica per le Donne, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute, rappresenta uno dei più avanzati programmi di ricerca italiani sugli effetti biologici e psicologici della violenza di genere.

L’obiettivo è indagare se e come la violenza lasci impronte epigenetiche sul DNA: modifiche che non alterano la sequenza genetica, ma cambiano l’attività dei geni, con un potenziale impatto sulla salute psicofisica nel lungo periodo.

Le prime 100 donne arruolate hanno accettato di donare sangue e compilare un questionario digitale sviluppato dall’ISS, l’EpiWEAT, disponibile in cinque lingue per raggiungere anche cittadine straniere e mediatrici culturali. I questionari verranno integrati con le analisi epigenetiche sui campioni biologici.

Un fenomeno che lascia ferite profondeì

I numeri del progetto EpiWE ricordano che la violenza non è un evento isolato, ma un fattore che sottende conseguenze biologiche, psicologiche e sociali di lunga durata.

La presenza così elevata di donne con PTSD, di depressione e di rischio di rivittimizzazione mostra la necessità di percorsi sanitari e sociali strutturati, che integrino prevenzione, supporto psicologico, interventi personalizzati e continuità assistenziale.

L’estensione dello studio ai minori è un passo decisivo: la violenza assistita è una forma di maltrattamento a tutti gli effetti e lascia segni profondi tanto quanto la violenza diretta.

Per il sistema sanitario significa ripensare lo screening nei pronto soccorso, nei consultori, nelle cure primarie, ma anche formare i professionisti, inclusi gli infermieri, a riconoscere precocemente i segnali del trauma.

Il progetto EpiWE dimostra che la scienza può aiutare a comprendere meglio gli effetti della violenza. Ora serve che le istituzioni traducano queste evidenze in percorsi concreti di tutela e cura.