Infezioni nosocomiali: nuove linee guida Oms

Scritto il 17/09/2025
da Chiara Sideri

Le infezioni correlate all’assistenza (ICA), meglio conosciute come infezioni nosocomiali, rappresentano una delle più gravi minacce per la sicurezza dei pazienti e la sostenibilità dei sistemi sanitari. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 7% dei pazienti ricoverati in Europa contrae un’infezione durante la degenza, con punte fino al 15% nei Paesi a basso reddito. In Italia si stimano 450-700 mila casi ogni anno, con conseguenze cliniche, sociali ed economiche significative: aggravamento delle patologie, prolungamento dei ricoveri, aumento della mortalità e costi elevati per il sistema sanitario.

Il ruolo della resistenza antimicrobica

infezioni nosocomiali

Negli ultimi decenni il fenomeno delle ICA si è aggravato per effetto della resistenza antimicrobica. Ogni anno nel mondo si stimano 136 milioni di infezioni correlate all’assistenza (HAIs) da microrganismi resistenti agli antibiotici, con fino a 3,5 milioni di decessi annuali in assenza di interventi preventivi efficaci.

In Italia si registrano, secondo l’ECDC, circa 12.000 morti all’anno per infezioni da batteri antibiotico-resistenti, facendo del nostro Paese uno tra quelli con il più alto numero assoluto di decessi dovuti a questo fenomeno nell’Unione Europea.

Secondo il Rapporto AIFA 2023, il consumo complessivo di antibiotici sistemici in Italia si attesta intorno a 22,4 DDD (Defined Daily Dose, “dose definita giornaliera”) per 1.000 abitanti al giorno, con un costante incremento dei consumi in ospedale e un aumento dei farmaci a spettro ampio.

Pur non essendo confermato che l’uso specifico per microrganismi multiresistenti abbia raddoppiato tra il 2016 e il 2023 (da 12,7 a 24,4 DDD/1000), le tendenze generali indicano una crescente pressione che rende urgente l’implementazione di politiche più stringenti di stewardship antibiotica.

Implicazioni per infermieri e professionisti sanitari

Gli infermieri e i professionisti sanitari sono al centro di questo sistema, in quanto:

  • applicano quotidianamente le pratiche di prevenzione (igiene delle mani, gestione dei dispositivi, uso dei DPI);
  • contribuiscono alla sorveglianza epidemiologica attraverso la segnalazione e la documentazione accurata;
  • partecipano alla formazione e alla diffusione della cultura della sicurezza;
  • possono fungere da advocacy organizzativa, segnalando criticità strutturali o di personale e contribuendo a migliorare i processi interni.

Le infezioni nosocomiali rappresentano oggi un problema clinico, economico e giuridico.
Da un lato, le linee guida internazionali offrono strumenti concreti per ridurre il fenomeno e contenere la resistenza antimicrobica; dall’altro, la normativa italiana e la giurisprudenza rafforzano la responsabilità delle strutture sanitarie, incentivando l’adozione di misure organizzative e preventive.

La sfida richiede quindi un approccio integrato: investimenti infrastrutturali, formazione continua, sorveglianza epidemiologica e responsabilità organizzativa. Solo così sarà possibile garantire la sicurezza del paziente e la tutela legale degli operatori, trasformando la prevenzione da obbligo formale a pilastro della qualità assistenziale.