Ogni volta che ci accingiamo ad effettuare le procedure previste per soddisfare il
, così come per tutte le attività che noi OSS svolgiamo, dobbiamo fare molta attenzione alle indicazioni che ci vengono suggerite, adottando la massima cura possibile e la più scrupolosa correttezza. Dobbiamo, inoltre, essere consapevoli del fatto che l'errata esecuzione nonché la scarsa frequenza potrebbero comportare il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, in termini di benessere della persona e prevenzione dalle infezioni, compromettendo l'intero processo assistenziale.
Igiene orale del paziente, cosa deve sapere l’Oss Una buona igiene orale apporta notevoli benefici a tutto l'organismo
Fin da bambini abbiamo imparato a prenderci cura della nostra bocca e a preservare l'integrità di denti e gengive con alcuni piccoli gesti quotidiani, apparentemente banali tuttavia fondamentali. Sono quegli stessi gesti che noi OSS eseguiamo ogni giorno, direttamente, sostituendoci alle persone non autosufficienti e agendo al posto loro; oppure incoraggiandole, se autonome, ad occuparsi dell'igiene personale in maniera indipendente; o ancora supportandole in qualche passaggio, se parzialmente autosufficienti, cosicché possano conservare le capacità residue e rafforzare la fiducia in loro stesse.
Ogni volta che ci accingiamo ad effettuare le procedure previste per soddisfare il bisogno di igiene orale , così come per tutte le attività che noi OSS svolgiamo, dobbiamo fare molta attenzione alle indicazioni che ci vengono suggerite, adottando la massima cura possibile e la più scrupolosa correttezza.
Dobbiamo, inoltre, essere consapevoli del fatto che l'errata esecuzione nonché la scarsa frequenza potrebbero comportare il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, in termini di benessere della persona e prevenzione dalle infezioni, compromettendo l'intero processo assistenziale.
Una buona igiene orale , soddisfacente sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, apporta notevoli benefici a tutto l'organismo , anche in considerazione del fatto che la bocca rappresenta una via d’ingresso per i microrganismi patogeni.
Generalmente l'igiene orale si pratica dopo i pasti principali . Nei pazienti nutriti artificialmente almeno un paio di volte al giorno; mentre, nel paziente disfagico anche prima dei pasti, in modo da stimolare la produzione di saliva che, lubrificando il cavo orale, facilita la deglutizione.
Un accurato spazzolamento dei denti , effettuato partendo dalla gengiva verso la corona, delicatamente, sia sulle facce esterne che interne al palato, sia sull'arcata superiore che inferiore nonché sulla lingua permette non solo di rimuovere i residui di cibo, ma anche di staccare fisicamente i batteri adesi alla pellicola acquisita.
Questo rivestimento che origina dalla saliva, formato da materiale non strutturato, acellulare e abatterico, costituito prevalentemente da glicoproteine di vario tipo, funge da barriera; ricopre il dente fin dalla sua eruzione e se asportato, si riforma dopo pochi secondi. Il suo compito principale è quello di proteggere lo smalto dei denti .
L'idrossiapatite , il minerale di cui è composto lo smalto dei denti, è un materiale molto forte, secondo in durezza solo al diamante, tant'è che per poterlo perforare il dentista deve usare un trapano con la punta diamantata; eppure risulta estremamente vulnerabile a contatto con gli acidi, in particolare l'acido lattico, prodotto dai batteri durante il metabolismo, per fermentazione degli zuccheri.
La cavità orale rappresenta un habitat ideale per numerosi gruppi batterici ; vi risiedono oltre seicento specie diverse tra microrganismi simbiotici, commensali e patogeni, in grado di moltiplicarsi, aderire alle superfici, aggregarsi e formare colonie. Molteplici fattori intervengono per mantenere l'equilibrio tra le diverse popolazioni, condizionando l'ecosistema orale e influenzando la crescita di alcune tipologie di microrganismi rispetto ad altre.
La saliva è un elemento decisivo per l'accrescimento o la diminuzione delle comunità microbiche, in quanto fornisce sostanze che favoriscono lo sviluppo dei microrganismi, come ad esempio acqua, nutrimento, glicoproteine e fattori aggreganti. Contiene, però, anche composti che ostacolano lo sviluppo e la colonizzazione microbica, come il lisozima , un enzima battericida; la lattoferrina , una proteina che lega il ferro sottraendolo ai batteri; le immunoglobuline , prevalentemente IgA, anticorpi che, agendo da recettori, legano i patogeni e impediscono ai microrganismi di ancorarsi alle cellule.
Oltre alla saliva, molti elementi concorrono a determinare l'aumento o la decrescita delle specie microbiche orali; tra i fattori chimico-fisici si possono annoverare la temperatura, l'anaerobiosi, il pH; relativamente all'ospite sono da considerare l'età, lo stress, le difese immunitarie e le variazioni ormonali. Tra i fattori esterni si possono sottolineare la dieta, l'igiene orale, le malattie e le terapie farmacologiche; mentre per quanto riguarda i batteri sono da mettere in evidenza l'adesione e le interazioni. Il primo passo indispensabile affinché si formi una coaggregazione batterica è appunto l'adesività.
Le superfici che consentono una maggiore adesività sono proprio i denti, soprattutto nell'area del margine gengivale. I tessuti duri non sfaldano e perciò offrono un ambiente più ospitale rispetto alle mucose, dove una continua desquamazione delle cellule epiteliali porta ad eliminare rapidamente i batteri, rendendo meno agevole l'aderenza.
I batteri, grazie ad alcune appendici presenti sulla membrana (fimbrie e pili) sono in grado di attaccarsi alla pellicola dentale e alle mucose orali e di interagire con le glicoproteine; inoltre, i glucani, lunghe catene appiccicose di polisaccaridi che derivano dagli zuccheri introdotti con la dieta, ne potenziano moltissimo l'adesione.
Al primo strato di batteri se ne aggiungono altri, ma anche proteine, virus e residui di cibo. Un ammasso che nel giro di appena ventiquattro ore forma un biofilm polimicrobico, la placca dentale, molto più resistente e più difficile da rimuovere.
Col passare del tempo, anche la barriera protettiva viene degradata e gli acidi diffondono nel dente, innescando così tutta una serie di reazioni a catena che causano, inizialmente, sensibilità dentinale e carie per poi degenerare ulteriormente, se non si ricorre ad interventi adeguati e tempestivi, in parodontopatie e perdita del dente.
Articolo a cura di Antonella Di Noia - OSS