Sanità privata e RSA, contratti fermi da anni: cresce la pressione per il rinnovo

Scritto il 23/12/2025
da Redazione

Contratti nazionali scaduti da anni, condizioni di lavoro disomogenee e un sistema di accreditamento che continua a finanziare strutture senza tutele aggiornate per il personale. È questo il nodo al centro dell’incontro che si è svolto al Ministero della Salute tra sindacati, associazioni datoriali e istituzioni, con l’obiettivo di sbloccare il rinnovo dei CCNL della sanità privata e delle RSA.

Il confronto al Ministero della Salute

cgil cisl uil
La riunione si è tenuta presso il Ministero della Salute e ha coinvolto Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, insieme alle associazioni datoriali Aris e Aiop, oltre alla Conferenza delle Regioni.

Al centro del confronto, le “gravi criticità” legate al mancato rinnovo dei contratti collettivi della sanità privata e delle RSA, una situazione che si trascina da 8 a 13 anni, a seconda dei comparti coinvolti.

Rinnovi contrattuali e accreditamento

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito l’urgenza di arrivare al rinnovo dei Ccnl, sottolineando come la questione non sia solo salariale, ma strutturale. È stata infatti richiamata la necessità di introdurre regole vincolanti su finanziamento e accreditamento, affinché le risorse pubbliche vengano destinate esclusivamente a soggetti che applicano contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative e che ne garantiscono il rinnovo.

Secondo i segretari generali Federico Bozzanca, Roberto Chierchia e Rita Longobardi, il tema non è più rinviabile: «Il rinnovo dei contratti è un passaggio indispensabile per garantire condizioni di lavoro dignitose e servizi di qualità per cittadini e cittadine».

Le risorse e il nodo dei DRG

Nel corso dell’incontro, Ministero della Salute e Regioni avrebbero manifestato “comprensione e condivisione” delle preoccupazioni espresse dai sindacati, riconoscendo la responsabilità condivisa di arrivare a una soluzione in tempi rapidi.

Un passaggio centrale riguarda le risorse in arrivo con la Legge di Bilancio 2026, considerate fondamentali per l’aggiornamento dei DRG e per il finanziamento dei rinnovi contrattuali. Si tratta di elementi indispensabili - sottolineano le sigle sindacali - per superare il dumping contrattuale esistente tra pubblico e privato a parità di inquadramento.

Le prossime scadenze

Dal confronto è emerso un calendario preciso. È previsto un incontro preliminare tra Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni sulla ripartizione delle risorse entro il 15 gennaio, con l’obiettivo di aprire la negoziazione tra sindacati e parti datoriali entro il 20 gennaio.

L’aspettativa dichiarata è quella di giungere a una rapida conclusione della vertenza, dopo anni di attesa per migliaia di professionisti che operano nella sanità privata accreditata e nelle RSA.

Il rischio di nuove mobilitazioni

Il messaggio finale delle organizzazioni sindacali è netto. In assenza di segnali concreti nel breve periodo, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl annunciano la possibilità di un’intensificazione della mobilitazione.

In mancanza di un’apertura concreta già nelle prossime settimane – avvertono – ci riserviamo di rafforzare le iniziative a tutela del personale e della qualità assistenziale offerta ai cittadini. Una presa di posizione che riporta al centro una questione spesso marginalizzata, ma decisiva per il futuro della sanità privata e dei servizi sociosanitari.