Scudo penale prorogato
Il Decreto Milleproroghe interviene ancora una volta sul lavoro sanitario, prorogando misure nate in emergenza ma ormai centrali per la tenuta del sistema.
Tra le misure più rilevanti per chi lavora in corsia c’è la proroga dello scudo penale per gli esercenti le professioni sanitarie. La norma, introdotta durante l’emergenza Covid, resterà in vigore fino al 31 dicembre 2026.
In presenza di grave carenza di personale, la responsabilità penale per reati come omicidio colposo e lesioni personali colpose resta limitata ai soli casi di colpa grave. Una tutela che continua a essere considerata necessaria in un contesto segnato da sotto-organico, sovraccarico assistenziale e pressione crescente sui professionisti.
La proroga evita un vuoto normativo in attesa di una riforma complessiva della responsabilità professionale, più volte annunciata ma non ancora approvata, e risponde a un timore diffuso: l’aumento del contenzioso e della medicina difensiva in un sistema che non ha ancora risolto le proprie fragilità strutturali.
Assunzioni temporanee e riforme che slittano
Il decreto proroga anche la possibilità di assumere a tempo determinato specializzandi di Medicina e professionisti sanitari iscritti agli ultimi anni di formazione. Parallelamente, vengono rinviate alcune riforme strategiche per la sanità territoriale, come la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e l’attuazione dei Punti unici di accesso (PUA).
Slittamenti che incidono indirettamente anche sul lavoro infermieristico, rallentando la costruzione di modelli organizzativi più stabili e integrati tra ospedale e territorio.
Un sollievo nel breve, una domanda nel lungo periodo
Per gli infermieri, il Milleproroghe offre risposte immediate su tutele, stabilità e flessibilità. Ma il quadro complessivo restituisce l’immagine di un sistema che continua a reggersi su misure emergenziali prorogate, più che su riforme strutturali.
La questione di fondo resta aperta: quanto a lungo il Servizio sanitario nazionale potrà affidarsi a scudi, deroghe e stabilizzazioni straordinarie senza affrontare in modo definitivo il tema della programmazione del personale, delle condizioni di lavoro e della valorizzazione professionale?

