L’aggressione al pronto soccorso
Violenta aggressione al pronto soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli, ad Ariccia.
Una mattina di ordinaria emergenza si è trasformata in una scena di violenza. È accaduto martedì 4 novembre al pronto soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli, lungo la via Nettunense, dove un paziente di 43 anni ha aggredito il personale del servizio di emergenza Ares 118.
Cinque operatori sono rimasti feriti, tra cui l’autista dell’ambulanza, che ha riportato la frattura di alcune costole e una prognosi di trenta giorni.
L’uomo, trasportato dalla postazione di Ardea a bordo di un’ambulanza e di un’automedica, una volta arrivato in ospedale avrebbe improvvisamente perso il controllo. Secondo quanto riferito dall’Ares 118, si è strappato l’accesso venoso e ha iniziato a colpire i soccorritori con calci e pugni. Oltre all’autista, sono rimasti feriti il medico, due infermieri e un barelliere.
Solo l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha evitato conseguenze peggiori. Il 43enne è stato bloccato e denunciato a piede libero per lesioni personali.
La reazione di Ares 118
Il nostro personale è in prima linea, lavora in contesti di emergenza e stress, e merita non solo rispetto, ma protezione e riconoscenza
, ha dichiarato Narciso Mostarda, direttore generale dell’Ares 118. Saremo al fianco dei colleghi aggrediti, fornendo tutto il supporto legale e psicologico necessario. La loro professionalità e il loro coraggio non saranno mai dati per scontati
.
Mostarda ha sottolineato la necessità di un intervento sistemico sulla sicurezza, con più vigilanza nei pronto soccorso e formazione specifica per la gestione delle situazioni critiche.
Sindacati: “Serve applicare la legge e garantire tutele”
Duro anche il commento del dirigente Fials Ares 118, Alessandro Saulini, che ha definito l’episodio un gesto vile e inaccettabile
.
Non è tollerabile – ha aggiunto – che chi lavora in emergenza debba temere per la propria incolumità ogni volta che entra in servizio. Chiediamo l’applicazione della norma che prevede la procedibilità d’ufficio per le aggressioni al personale sanitario
.
Dalla Uil Fpl è arrivato un richiamo alla responsabilità delle istituzioni: Questi episodi sono sempre più frequenti nei pronto soccorso e nei contesti di emergenza-urgenza. Occorre agire subito, rafforzando la sicurezza, la vigilanza interna e il sostegno psicologico per chi subisce aggressioni. La tutela del personale sanitario è una condizione indispensabile per garantire la qualità dei servizi e la dignità del lavoro
.
Un fenomeno che non accenna a fermarsi
La violenza del Nuovo Ospedale dei Castelli è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2024 si sono registrate oltre 17mila segnalazioni di aggressioni a operatori sanitari, con una concentrazione nei pronto soccorso e nei servizi di emergenza territoriale.
Nonostante la legge 113/2020 abbia introdotto la procedibilità d’ufficio e pene più severe, la sua applicazione resta disomogenea. In molte strutture mancano ancora telecamere, vigilanza e protocolli di intervento rapido, rendendo gli operatori di fatto privi di protezioni efficaci.
Ad Ariccia, cinque professionisti hanno pagato con ferite e paura il prezzo di un sistema che ancora non riesce a garantire sicurezza. Dietro ogni divisa c’è una storia di servizio e di dedizione, e ogni episodio di violenza rappresenta una ferita per l’intera comunità sanitaria.
Le parole di solidarietà non bastano più: servono misure concrete, risorse e una cultura del rispetto. Perché chi cura, ogni giorno, deve poterlo fare senza paura.

