Livorno, arrivano i “facilitatori” nei pronto soccorso per prevenire le aggressioni

Scritto il 28/10/2025
da Redazione

Nei pronto soccorso della Toscana nasce la figura del facilitatore: personale non sanitario che lavorerà in sala d’attesa per migliorare la comunicazione e ridurre i rischi di aggressioni verso infermieri e medici. Il progetto sperimentale, finanziato con 1,4 milioni di euro dalla Regione, coinvolgerà venti strutture d’emergenza, tra cui gli Spedali Riuniti di Livorno.

Un ponte tra chi cura e chi aspetta

triage accettazione

La sperimentazione prevede che i facilitatori siano in servizio per 12 ore al giorno nelle sale d’attesa, con un compito preciso: mantenere un dialogo costante tra pazienti, familiari e operatori sanitari, fornendo informazioni sui tempi e sulle modalità di accesso alle cure.


L’obiettivo è ridurre le tensioni emotive e prevenire le situazioni conflittuali che, troppo spesso, degenerano in episodi di violenza.

Il facilitatore farà da ponte tra chi cura e chi è in attesa di cure, aiutando a gestire le emozioni e prevenire le criticità. È un’azione concreta per tutelare chi ogni giorno si prende cura degli altri, fa sapere la Regione Toscana.

Un progetto sperimentale e condiviso

Dei 425mila euro stanziati per l’area nord-ovest, 70mila saranno destinati a Livorno. I facilitatori saranno assunti tramite le risorse provenienti dalle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro, reindirizzate alla prevenzione delle aggressioni in ambito sanitario.
Il progetto è stato condiviso con le Aziende sanitarie e le organizzazioni sindacali e prevede formazione specifica per la gestione dei conflitti.

Secondo i dati dell’Asl Toscana nord ovest, nel 2024 il pronto soccorso di Livorno ha registrato quasi 67mila accessi, una media di oltre 5.500 pazienti al mese. Numeri che spiegano la necessità di un intervento di mediazione e comunicazione per evitare che i lunghi tempi di attesa si trasformino in tensioni e aggressioni.

Collaborazione istituzionale contro la violenza

Il nuovo progetto si inserisce nel percorso già avviato con il protocollo d’intesa firmato lo scorso gennaio tra Prefettura e Regione Toscana, che mira a migliorare la gestione degli episodi di violenza contro il personale sanitario.


Il prefetto Giancarlo Dionisi aveva parlato allora di “un esempio tangibile di collaborazione istituzionale per prevenire e contrastare fenomeni di aggressione fisica e psicologica ai danni dei sanitari”.

Con l’arrivo dei facilitatori, la Toscana si pone come regione apripista nella prevenzione attiva della violenza in sanità, puntando su empatia, informazione e presenza costante in sala d’attesa.