Una “pozzanghera di risorse” per la sanità pubblica
Antonio De Palma, presdente Nursing Up
Nella lettera diffusa oggi, 27 ottobre 2025, il presidente Antonio De Palma si rivolge direttamente al ministro Orazio Schillaci, criticando la legge di bilancio per il triennio 2026–2028. “Questa manovra non racconta affatto una svolta, ma l’ennesima illusione”, scrive De Palma, sottolineando come le cifre non corrispondano alle aspettative generate negli scorsi mesi.
“Ci parlavano di un fiume di risorse ma ci ritroviamo con una pozzanghera che evapora al primo sole: 2,4 miliardi nel 2026 che diventano appena 2,65 complessivi nel biennio successivo” prosegue. Per il sindacato, la manovra non solo non garantisce un rafforzamento del sistema, ma rischia di acutizzare le carenze strutturali già presenti in ospedali e territori.
Il nodo delle assunzioni
Tra le criticità maggiori, De Palma segnala la scarsa entità del piano assunzionale:
Solo 1.500 medici e 5.000 infermieri l’anno, di fronte a una voragine di 175mila professionisti mancanti. È come tentare di curare un’emorragia con un cerotto. Il Servizio sanitario nazionale non può reggere così
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Secondo Nursing Up, i vuoti d’organico stanno compromettendo la qualità dell’assistenza e aumentando il rischio clinico.
Nei reparti, gli infermieri affrontano turni estenuanti, ferie saltate e reparti sovraccarichi, mentre cresce l’età media del personale.
La conseguenza, avverte il sindacato, è un sistema sempre più fragile e incapace di garantire sicurezza, continuità e qualità delle cure
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Stipendi bassi e dignità professionale
Sul fronte economico, De Palma denuncia che l’indennità di specificità prevista dalla manovra arriverebbe a malapena a 110 euro lordi, circa quaranta in più dell’attuale: una mancia che non basta a fermare la fuga dei professionisti né a restituire dignità a chi resta
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Per Nursing Up, i salari continuano a non riflettere il livello di competenza e responsabilità dei professionisti sanitari. Ogni anno centinaia di infermieri lasciano l’Italia in cerca di migliori condizioni di lavoro e retribuzione. Un segnale che dovrebbe preoccupare chi governa la sanità” spiega il sindacato.
Libera professione e confronto negato
Il comunicato richiama anche la sospensione della sperimentazione della libera professione intramuraria per infermieri, ostetriche e professioni sanitarie, prevista dalla legge 43/2006.
Era una proposta del ministro, attesa da anni. Il suo stralcio è un segnale gravissimo di disattenzione verso chi manda avanti gli ospedali
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De Palma critica con forza anche il metodo adottato dal ministero, sottolineando come i sindacati delle professioni sanitarie siano stati esclusi dal confronto sulla manovra. Una scelta che, a suo giudizio, dimostra scarso ascolto verso chi conosce da vicino le criticità del sistema. Il presidente di Nursing Up invita il ministro a riaprire il dialogo: il confronto, afferma, è l’unica strada per costruire soluzioni concrete e durature, e non è troppo tardi per farlo.
Figure ibride e reclutamento dall’estero
De Palma stigmatizza infine la proposta di reclutare personale dall’estero e di introdurre nuove figure non regolamentate: Mentre si parla ancora di reclutare infermieri addirittura da India e Uzbekistan, professionisti che non conoscono la lingua né il nostro sistema, e si inventano figure ibride come l’‘assistente infermiere’, gli italiani continuano a pagare il prezzo di un sistema che perde pezzi
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Il rischio, secondo Nursing Up, è quello di svilire ulteriormente la professione e compromettere gli standard di sicurezza, alimentando la confusione tra ruoli e competenze.
”Non chiediamo regali, ma dignità e rispetto”
La lettera si chiude con parole che sintetizzano il malessere diffuso tra gli operatori:
Non chiediamo regali, ma dignità e rispetto. E pretendiamo che chi rappresenta decine di migliaia di professionisti sia finalmente ascoltato. Perché dal confronto nascono le soluzioni. Dal silenzio, solo il declino
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Un appello che suona come un ultimatum politico e morale. Nursing Up riconosce che i problemi della sanità pubblica non possono essere risolti in un solo bilancio, ma accusa il Governo di mancanza di visione strategica e di assenza di dialogo con chi vive ogni giorno le corsie e i servizi.
Per i professionisti, la misura è colma: la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale passa dal rispetto e dall’ascolto di chi lo tiene in vita.

