Gestione dell'alvo nei pazienti critici con sistemi FMS nella pratica clinica

Scritto il 21/10/2025
da Roberto Bindi

La gestione dell’incontinenza fecale nei pazienti di terapia intensiva rappresenta una priorità clinica e organizzativa, spesso sottovalutata. In particolare, nei casi di diarrea acuta associata (IFAd), la prevenzione delle complicanze cutanee e infettive richiede interventi tempestivi e dispositivi adeguati. I sistemi di gestione fecale chiusi (FMS) si sono dimostrati efficaci nel proteggere la cute, contenere patogeni come il C. difficile e migliorare l’efficienza assistenziale. La pratica clinica ne conferma il valore nei contesti di terapia intensiva.

Gestione dell’incontinenza fecale acuta nei pazienti critici

La gestione del transito intestinale nei pazienti di terapia intensiva, in particolare nei casi di incontinenza fecale acuta con diarrea (IFAd), rappresenta una sfida clinica e organizzativa di primaria importanza nei contesti di terapia intensiva.

L'IFAd, infatti, colpisce fino al 40% dei pazienti ricoverati in area critica1 e, se non adeguatamente trattata, può determinare gravi complicanze fisiologiche, compromissione dell’integrità cutanea, rischio infettivo, aumento della durata della degenza e un carico assistenziale significativo per il personale sanitario2. L'incontinenza fecale, oltre a causare disagio psicologico e perdita di dignità per il paziente, costituisce un importante fattore di rischio per lesioni da pressione, macerazione della cute perineale e contaminazione ambientale, con potenziali ricadute sulla diffusione di infezioni nosocomiali.

A fronte di queste criticità, i sistemi di gestione delle feci liquide e semi-liquide (Fecal Management Systems – FMS) a lunga permanenza rappresentano una soluzione tecnologicamente avanzata, rispetto a metodi tradizionali (traverse, pannoloni, sonde rettali), contribuendo alla sicurezza del paziente, alla protezione della cute e all’efficienza organizzativa.

Qualità dei materiali e dispositivi di sicurezza

Le sonde FMS (Fecal Management System) a lunga permanenza si differenziano, rispetto ai metodi tradizionali, per caratteristiche strutturali e funzionali che impattano sulla sicurezza del paziente e dell'operatore e sull'efficacia clinica. Pertanto, non possono essere in alcun modo considerati dei dispositivi medici standardizzati, a causa della complessità e varietà dei componenti che li contraddistinguono, validati in letteratura:

    1. Palloncino di ancoraggio in silicone a bassa pressione, morbido e atraumatico, che garantisca un posizionamento stabile e delicato del catetere all'interno dell'ampolla rettale3
    2. Dispositivi di sicurezza integrati per la personalizzazione del volume di gonfiaggio del palloncino, al fine di evitare lesioni alle mucose
    3. Sistemi avanzati per il contenimento dei cattivi odori2
    4. Connettori catetere-sacca autochiudenti per ridurre il rischio di contaminazione degli operatori e di infezioni crociate.2

Esistono diversi modelli sul mercato, la scelta di un dispositivo FMS deve essere orientata a garantire sicurezza e appropriatezza per pazienti ed operatori, pertanto è importante un'attenta valutazione tecnica da parte degli operatori di Terapia Intensiva e Rianimazione.