Un ritorno ai livelli pre-pandemici
Adolescenti di 10-14 anni e i neonati sotto un anno sono le fasce più colpite.
Il 2023 si colloca come il secondo anno con più alta incidenza di pertosse nell’ultimo quinquennio, dopo il picco del 2019 (9/100mila). Rispetto al biennio 2021-2022, quando i casi erano rimasti sotto 1/100mila, l’aumento è stato evidente, legato probabilmente alla fine delle misure restrittive anti-Covid e al calo dell’immunità di comunità.
Alcuni Paesi hanno segnalato incrementi particolarmente marcati: Croazia (da 0 a 124,8 casi/100mila), Danimarca (da 0,9 a 102,1), Austria e Norvegia.
I gruppi più vulnerabili
Gli adolescenti di 10-14 anni e i neonati sotto un anno sono le fasce più colpite, con tassi di notifica quasi sovrapponibili (34,1 e 33,4/100mila). Nei bambini piccoli la malattia resta particolarmente pericolosa: tra gli oltre 1.100 casi registrati sotto l’anno, più della metà ha richiesto il ricovero. Dieci i decessi complessivi segnalati nel 2023, cinque dei quali proprio in lattanti.
Vaccinazione: copertura alta ma in calo
Il report ricorda che la prevenzione resta l’arma principale. La copertura media UE/SEE per il ciclo primario (DTP3) è al 92,8%, ma in flessione rispetto al 2019. Solo 25 Paesi hanno implementato programmi di vaccinazione in gravidanza, fondamentali per proteggere i neonati nei primi mesi di vita. Inoltre, le coperture per i richiami adolescenziali e negli adulti restano incomplete, con differenze significative tra i Paesi.
Un’infezione sottovalutata negli adulti
Il quadro clinico della pertosse negli adolescenti e negli adulti può essere lieve o atipico, rendendo difficile la diagnosi e favorendo la circolazione silente del batterio. Questo comporta un rischio concreto per i lattanti, ancora troppo piccoli per completare il ciclo vaccinale. Da qui l’importanza di mantenere alta la vigilanza clinica e di implementare strategie di richiamo vaccinale lungo tutto l’arco della vita.
Le implicazioni di sanità pubblica
Secondo l’ECDC, il ritorno della pertosse evidenzia la necessità di rafforzare la sorveglianza epidemiologica e di garantire elevata copertura vaccinale in tutte le fasce di età. Particolare attenzione va rivolta agli operatori sanitari e ai caregiver, che possono diventare inconsapevoli vettori di infezione. L’agenzia europea raccomanda di consolidare i programmi di immunizzazione materna, potenziare le campagne rivolte agli adolescenti e considerare richiami anche negli adulti e negli anziani, più esposti alle forme gravi.
La fotografia scattata dall’ECDC mostra una malattia che, nonostante vaccini efficaci e diffusi, continua a rappresentare una sfida per la salute pubblica europea. Il ritorno a livelli di incidenza pre-pandemici e la vulnerabilità dei lattanti impongono di non abbassare la guardia: solo una strategia vaccinale estesa e continua, unita a una diagnosi precoce, può ridurre il peso della pertosse nei prossimi anni.