Escalation di violenza: necessario l’intervento della polizia
Aggressione San Maurizio di Bolzano
Erano circa le 20 quando un uomo di 29 anni, cittadino straniero e sprovvisto di documenti, ha dato in escandescenza nei locali del Pronto Soccorso.
Secondo le ricostruzioni, ha cominciato a insultare pesantemente il personale infermieristico in servizio, fino a spingersi a sputare contro una professionista impegnata nell’assistenza. Allertate le forze dell’ordine, la situazione è rapidamente degenerata.
All’arrivo della pattuglia, l’uomo ha mantenuto un atteggiamento fortemente aggressivo anche nei confronti degli agenti. Una volta condotto in questura, ha continuato con calci, pugni e sputi, arrivando persino ad afferrare il cinturone di uno dei poliziotti.
Il tentativo di contenimento ha richiesto l’estrazione del Taser da parte di un agente. Solo a quel punto, notando il puntatore laser indirizzato verso di lui, il 29enne ha interrotto la sua condotta violenta. L’arma non è stata utilizzata. L’uomo è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della questura.
Infermieri sempre più esposti
Questo nuovo episodio di aggressione conferma una tendenza preoccupante che riguarda gli operatori sanitari di tutta Italia: lavorare in Pronto Soccorso o in servizi ad alto afflusso significa oggi anche esporsi a comportamenti ostili, verbali e fisici.
Una dinamica che, oltre a mettere a rischio la sicurezza individuale, compromette la serenità dell’ambiente di cura e mina il diritto dei cittadini a ricevere assistenza in un contesto protetto e professionale.
La richiesta di misure efficaci per la prevenzione e gestione delle aggressioni, già al centro di protocolli nazionali, continua a farsi sempre più urgente. Servono formazione, personale adeguato, ma anche strumenti organizzativi e normativi per tutelare chi, ogni giorno, garantisce il funzionamento dei servizi essenziali.