Svizzera: è caccia aperta agli infermieri italiani

Scritto il 27/11/2021
da Redazione Roma

L’Osservatorio per il lavoro svizzero lancia l’allarme per la carenza di professionisti sanitari. In terra elvetica, infatti, mancano all’appello ben 11mila operatori che potrebbero toccare quota 65mila entro il 2030. Per un infermiere italiano possono aprirsi grandi prospettive e stipendi iniziali tra i 2300 e i 2000 euro al mese, spiega il presidente nazionale del Nursing Up, Antonio De Palma.

Nursing Up: in Italia gli stipendi più bassi in assoluto

Lavorare come infermiere all’estero. Lo scorso giugno, su Nurse24.it rispettivamente dall’Inghilterra e dalla Germania, Mattia e Luca si sono confrontati con i colleghi di casa nostra riportando la loro esperienza di professionisti sanitari che lavorano oltreconfine.

Già, l’Italia. Solo pochi mesi fa il presidente nazionale del Nursing Up, Antonio De Palma, ricordava che a livello europeo siamo il paese che continua a vantare il non invidiabile primato di uno degli stipendi più bassi in assoluto per la categoria. Francia, Germania e Spagna ci superano in termini di compensi per gli infermieri. Lussemburgo e Olanda, se possibile, ci surclassano con stipendi che oscillano tra i 50mila e gli 80mila euro annui. Paesi, i primi tre citati, che garantiscono un fisso mensile anche di 2500/3000 euro, nonché supporto linguistico, scatti di carriera, supporto logistico nei primi mesi. E oggi, in particolare gli ospedali ticinesi e le case di cura private del Canton Ticino cercano infermieri italiani.

Ottenere lavoro all’estero: impresa poco ardua

A spiegarlo, attraverso una nota, è lo stesso presidente De Palma. Si legge: L’Osservatorio per il lavoro svizzero, in queste ultime ore, lancia un allarme per la carenza di infermieri. In terra elvetica mancano all’appello ben 11mila infermieri e la notizia viene anche lanciata dalle tv nazionali. Da parte sua, l’opinione pubblica è tutt’altro che rassicurata, poiché entro il 2030 si potrebbe arrivare alla cifra di 65mila infermieri mancanti all’appello. Da qui, la Svizzera cerca di correre ai ripari, di arginare la carenza di professionisti sanitari. Del resto non potrebbe essere altrimenti – spiega De Palma – considerati la nostra professionalità ed esperienza, i nostri studi, le nostre qualità umane, la vicinanza geografica. E, aspetto non trascurabile, in buona parte della Svizzera si parla italiano. Ecco: dalla lingua allo stipendio, dai turni di lavoro alla qualità di vita. Sono tutti aspetti che bisogna conoscere a fondo prima di pensare di emigrare all’estero, proprio come ha fatto Giulia Cellini, infermiera italiana in Norvegia. Ciò nonostante, in questo momento, per un infermiere del nostro paese che invia un curriculum ad una agenzia di lavoro in Svizzera – oppure che si affida ad un portale specializzato nella ricerca di lavoro all’estero – ottenere un impiego nella sanità nazionale potrebbe essere meno arduo che altrove.

E ancora, un professionista sanitario disposto a candidarsi immediatamente presso un istituto svizzero deve ottenere soltanto l’equipollenza del proprio titolo di studio presso la Croce Rossa Svizzera (è un servizio a pagamento, che costa circa 500 euro). Incalza il presidente nazionale del Nursing Up: Il nostro titolo di studio, come accade già rispetto ad altri paesi europei, è assolutamente considerato di primissimo livello per un inserimento immediato. In ogni caso, considerato che l’affitto di un piccolo monolocale in una città come Berna oppure Zurigo parte da 650 euro al mese, e considerate le spese quotidiane, un infermiere alle prime esperienze porterebbe a casa tra i 2300 e i 2000 euro al mese netti. Cifre che restano comunque inarrivabili per un infermiere italiano neo laureato e neo assunto.