Pronto soccorso devastato, operatori in fuga
Aggressione al pronto soccorso di Manduria
Momenti di paura al pronto soccorso dell’ospedale Giannuzzi di Manduria, dove un 34enne, in attesa di una visita, ha improvvisamente perso il controllo iniziando a colpire arredi e apparecchiature mediche.
Secondo quanto riferito, l’uomo avrebbe cominciato a urlare e lanciare oggetti, tra cui uno sgabello in ferro scagliato contro una porta, costringendo medici, infermieri e pazienti a rifugiarsi all’esterno del reparto per evitare di essere colpiti.
Il personale sanitario, visibilmente sotto shock, ha dovuto interrompere temporaneamente le attività assistenziali fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
L’intervento della polizia
Gli agenti del commissariato di Manduria, giunti sul posto pochi minuti dopo la chiamata, hanno trovato l’uomo ancora in forte stato di agitazione e intento a pronunciare frasi sconnesse. Dopo un lungo tentativo di mediazione, la polizia è riuscita a calmarlo e farlo uscire dal pronto soccorso, consentendo agli operatori di riprendere il lavoro in sicurezza.
Dai controlli successivi è emerso che il 34enne, residente nella provincia jonica, ha numerosi precedenti penali ed è un abituale assuntore di sostanze stupefacenti. È stato denunciato in stato di libertà per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.
L’ennesimo episodio di violenza in corsia
L’episodio di Manduria si aggiunge alla lunga scia di aggressioni e atti di violenza contro il personale sanitario che continuano a verificarsi nei pronto soccorso italiani. Eventi che, oltre a mettere a rischio l’incolumità degli operatori, compromettono la sicurezza dei pazienti e l’efficienza dei servizi di emergenza.
La vicenda riaccende la richiesta, da parte di sindacati e associazioni professionali, di rafforzare i presidi di sicurezza e di rendere effettiva l’applicazione della legge 113/2020, che prevede la procedibilità d’ufficio per le aggressioni ai sanitari.
Un segnale ormai non più rinviabile, in difesa di chi ogni giorno, tra emergenze e difficoltà, continua a garantire assistenza e cura ai cittadini.

