L’intervento immediato e la denuncia
A Pescara un infermiere è stato aggredito nel reparto di Ortopedia da un parente di un paziente ricoverato.
Dopo l’aggressione, sono intervenuti gli addetti alla sicurezza e, poco dopo, gli agenti della squadra volante della questura.
L’uomo è stato denunciato per aggressione, mentre l’infermiere, profondamente scosso ma fortunatamente senza gravi conseguenze fisiche, è stato visitato dal personale sanitario.
La condanna della Asl
Durissimo il commento del direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli: Un’aggressione a un operatore sanitario è un atto vile e inaccettabile. Non si può tollerare che chi dedica la propria vita alla cura e alla tutela della salute venga colpito mentre svolge il proprio lavoro
.
Michitelli ha espresso massima solidarietà all’infermiere aggredito e a tutti i colleghi
e ringraziato le forze dell’ordine per la prontezza e la professionalità dimostrate
.
La direzione strategica ha inoltre ribadito l’impegno a potenziare le misure di prevenzione e promuovere una cultura del rispetto verso chi presta assistenza
, affinché episodi del genere non si ripetano.
La violenza in sanità: un fenomeno in crescita
Quello di Pescara è solo l’ultimo di una serie di episodi di aggressione ai danni di operatori sanitari che continuano a verificarsi in tutta Italia.
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanità, nel 2024 si sono registrate oltre 13mila segnalazioni di violenze verbali o fisiche. Gli infermieri restano tra le categorie più esposte, in particolare nei pronto soccorso, reparti di emergenza e aree ad alta intensità assistenziale.
Le aziende sanitarie, sottolinea la Fnopi, devono garantire presidi di sicurezza, formazione specifica e supporto psicologico post-evento per gli operatori coinvolti. Ogni aggressione, ricordano gli esperti, è una ferita alla fiducia tra pazienti e professionisti, e compromette il clima di cura.

