Semestre filtro di Medicina: bocciature record e rischio posti vacanti

Scritto il 05/12/2025
da Redazione

La prima tornata del semestre filtro per l’accesso a Medicina restituisce un quadro nazionale critico: percentuali di idonei tra le più basse mai registrate, con Fisica che crolla in molti atenei sotto il 10%. Una selezione severa e omogenea che solleva interrogativi sul nuovo modello di accesso e apre a uno scenario senza precedenti: posti in facoltà che potrebbero rimanere scoperti.

Un risultato omogeneo

I dati, ancora parziali ma già indicativi, rivelano una performance sorprendentemente bassa e uniforme. Le prime stime parlano di un 20% di idonei in Biologia, valori leggermente inferiori in Chimica e un drammatico 10% in Fisica, l’esame più selettivo della sessione.

Gli atenei confermano questo andamento dei promossi in Fisica:

  • Milano Bicocca: 17%
  • Palermo: 13%
  • Milano Statale: 12%
  • Bari: 10,3%
  • Bologna: 10%
  • Catania: 9,4%

Le medie voto si attestano appena sopra la sufficienza, segnale di una difficoltà generalizzata nelle tre discipline scientifiche.

Il Ministero ha escluso che la scarsa performance sia correlata a episodi di copiatura o irregolarità: i risultati, secondo la ministra Bernini, riflettono semplicemente la complessità delle prove.

Un secondo appello decisivo

Per oltre 53 mila aspiranti medici, il 10 dicembre rappresenta una seconda occasione fondamentale. Le prove, già predisposte, non saranno alleggerite, escludendo l’ipotesi di un “recupero semplificato”. I risultati verranno pubblicati il 23 dicembre, definendo la platea di idonei che accederanno alla graduatoria nazionale di gennaio.

La tensione cresce perché, per superare il semestre filtro, è necessario passare tutti e tre gli esami. Le percentuali attuali indicano che migliaia di studenti rischiano di restare esclusi non per un meccanismo competitivo, ma perché la soglia minima richiesta si rivela molto più alta del previsto.

Rischio facoltà con posti scoperti

Il semestre filtro, nato per sostituire il numero chiuso nazionale, si trova già davanti al suo primo paradosso: avere meno idonei dei posti banditi.

Questo rappresenterebbe una deviazione significativa rispetto allo scenario tradizionale in cui la richiesta supera ampiamente l’offerta formativa. Le facoltà potrebbero trovarsi con cattedre e laboratori pronti ad accogliere studenti che, però, non hanno raggiunto la soglia di idoneità.

Per migliaia di ragazzi, questo non significherebbe essere “superati” da altri candidati, ma non aver raggiunto un livello di preparazione ritenuto sufficiente dalle università, sollevando riflessioni profonde sull’allineamento tra scuola, orientamento e richieste dell’università.

Una selezione che interroga l’intero sistema formativo

L’uniformità dei risultati, indipendentemente dall’ateneo, suggerisce che il semestre filtro stia intercettando criticità che precedono l’università: lacune nella formazione scientifica, disomogeneità nell’orientamento scolastico, difficoltà ad affrontare prove di stampo universitario già al primo anno.

Il bilancio della prima sessione è dunque più ampio dei numeri: apre un confronto sul senso e sull’efficacia del nuovo modello selettivo e sulla capacità del sistema di accompagnare gli studenti verso un percorso complesso come Medicina senza trasformare il primo semestre in una selezione percepita come punitiva.